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RIMINESI A… CINQUE CERCHI

Da sempre sono considerati la massima espressione dello sport. Il coronamento di un grande sogno. La gratificazione estrema per gli enormi sacrifici fatti. I Giochi Olimpici. A Londra andrà in scena la XXX edizione di questo evento capace di riunire sottolo stesso cielo uomini e donne di tutte le nazioni, di tutte le religioni; bianchi, neri, gialli, rossi. Olimpiadi che spesso hanno visto presenti anche atleti riminesi. E allora, accompagnati dal libro Rimini a cinque cerchi (edizione ilPonte), ripercorriamo proprio i Giochi alla… riminese.

Il più grande. Partiamo dal più grande di tutti, quello che più lustro ha dato a Rimini e di cui i giovani conoscono davvero ben poco: il ginnasta Romeo Neri. Tre medaglie d’oro e una d’argento. Si fa notare già ai Giochi di Amsterdam del 1928 dove conquista un secondo posto, ma è a Los Angeles, quattro anni più tardi, che stupisce il mondo vincendo l’oro nel concorso individuale, in quello a squadre e nelle parallele.

I medagliati. Un’emozione che con Romeo Neri hanno vissuto altri tre riminesi. Il primo è stato Maurizio Stecca che a Los Angeles, nel 1984, ad appena 21 anni, conquistò uno splendido oro nel pugilato, categoria Gallo. Sempre in quella stessa Olimpiade, Roberto Manzi, uno dei più grandi schermidori italiani, si appese al collo la medaglia di bronzo nella Spada a squadre. L’ultimo, in ordine di tempo, a salire sul gradino a Cinque Cerchi è stato Alex Righetti che ad Atene, nel 2004, con la Nazionale di pallacanestro vinse un argento, battuto in finale dalla fortissima Argentina.

Il portabandiera. Ma forse un’emozione ancora più grande l’ha vissuta il cestista Carlton Myers che a Sydney, nel 2000, ha avuto l’onore di essere il portabandiera della spedizione Azzurra. “Sfilare in uno stadio pieno zeppo è stato da brividi, ma ancor di più ricevere dalle mani del Presidente della Repubblica (Ciampi, ndr) il Tricolore”.

Gli altri. Ma l’avventura olimpica biancorossa ha avuto altri interpreti. Nel pugilato, oltre Stecca, hanno partecipato ai Giochi Edelweiss Rodriguez (1932, Los Angeles); Benito Totti (1936, Berlino) e Pierangelo Pira (1976, Montreal). Nutrita anche la schiera dei ginnasti con Romano Neri, figlio di Romeo, che partecipò ad Helsinki 1952, Gabriella Marchi (1972, Monaco) che rifiutò la convocazione per Montreal del ’76 per diplomarsi in Ragioneria, per finire con Patrizia Luconi (1988, Seul). A Montreal ci andò, invece, Luciano Vendemini con la Nazionale di basket mentre ad Atene, nel 2004, gareggiarono anche Nicola Ciotti (salto in alto) e Marco Giungi (marcia). Da citare anche la doppia partecipazione di Eugenio Pagnini (’28 Amsterdam e ’32 Los Angeles) nel pentathlon moderno e di Walter Boninsegni (’32 Los Angeles e ’36 Berlino).

Francesco Barone