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Meeting, 30 anni di grandi domande

Trenta edizioni. Trent’anni di una storia, trent’anni di un evento unico nel panorama culturale, per i 4000 volontari che ogni anno vi prestano l’opera, per la qualità e il numero dei personaggi invitati, per le provocazioni culturali e il dialogo e l’amicizia che si crea nei padiglioni della fiera con persone di cultura e fede diversa.
Il Meeting per l’Amicizia fra i popoli, insomma, compie trent’anni. E per festeggiare il compleanno, la manifestazione riminese ha scelto di far librare in aria la colomba-simbolo, oltre i confini. Francia, Brasile e Stati Uniti le sedi delle presentazioni, accompagnate da ospiti internazionali come il giornalista John Waters, l’ex ambasciatore Mary Ann Glendon, lo scienziato Yves Coppens, il giudice della corte suprema americana Alìto.
Dopo le tappe di avvicinamento alla manifestazione (in programma dal 22 al 29 agosto, titolo “La conoscenza è sempre un avvenimento”) in giro per il globo, il Meeting dei trent’anni farà ritorno a Roma, poi a San Marino e naturalmente a Rimini. Un itinerario mai così ricco.
Il primo appuntamento del Meeting da viaggio è stato in Francia. A Parigi presso la sede dell’UNESCO la riflessione preliminare sul tema 2009 è stata ampia. Giuseppe Moscato, ambasciatore italiano presso l’Unesco, ha ricordato gli attuali sforzi internazionali per evitare il tetro scenario di uno scontro fra le civiltà. “La Fondazione Meeting ha avuto il merito di aver capito questo con anticipo.
Chi Oltralpe ha sottotlineato l’opportunità del tema del trentennale è stato il celebre antropologo francese Yves Coppens. Durante l’evoluzione umana, 100mila anni fa, la cultura umana ha cominciato a galoppare a un ritmo più rapido dell’evoluzione biologica. Ma la diversità culturale eccezionale così prodotta pone sempre più oggi “il problema della libertà e della responsabilità“ rispetto ai propri simili. Per lo scrittore irlandese John Waters, la conoscenza diventa oggi un processo complesso che rischia di farci scivolare in una confusione perpetua, sullo sfondo talora angosciante di una perdita di senso. Per questo, “il Meeting non è un evento come gli altri” ma l’occasione per riscoprire quella “curiosità che è una simpatia verso l’essere e la realtà, ovvero il motore dell’attività umana”.
Dopo la Francia, sarà la volta del Brasile. Due i momenti di incontro previsti con la cittadinanza e le autorità locali: il primo per il 21 maggio a Rio de Janeiro, il secondo il 22 maggio a San Paolo.
Il 3 giugno invece avverrà la prima presentazione del Meeting negli Stati Uniti. Si tratta di una tavola rotonda in programma a Washington alle ore 18 presso l’ambasciata italiana e vedrà tra gli altri la partecipazione di Mary Ann Glendon, docente di legge nella facoltà di giurisprudenza all’Università di Harvard e ex ambasciatore americano presso la Santa Sede, Samuel Anthony Jr Alìto, Giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti.
Quattro grandi città internazionali, ma nemmeno l’Italia verrà trascurata. In primis, la città in cui il Meeting è nato e si sviluppa: Rimini. Il 15 maggio il cinema Teatro Corso ospiterà l’incontro “Il Meeting di Rimini. Trent’anni di dialogo” con Giancarlo Cesana, e Marco Bona Castellotti, Docente di Storia dell’Arte Moderna (Univ. Cattolica Brescia) e “titolista” ufficiale del Meeting.
Il successivo appuntamento sarà a Roma nella seconda metà di maggio, all’ambasciata italiana presso la Santa Sede. Infine il 3 luglio la tradizionale presentazione ufficiale della XXX edizione a San Marino.

Tommaso Cevoli