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La tempesta non è passata

Sempre più lavoratori iscritti alle liste di mobilità e imprese che continuano a pagare duramente gli effetti della recessione economica scoppiata nell’autunno del 2008. La tempesta insomma non è passata. La fotografia scattata dal Rapporto sull’economia provinciale 2011/2012, presentato dalla Camera di Commercio il 28 marzo, è ancora una volta caratterizzata da tinte più scure che chiare. Il 2011, infatti, dopo un primo semestre che sembrava essersi avviato verso la tanto attesa ripresa, a partire da giugno ha registrato nuovamente diversi segnali di instabilità.
Il primo riguarda l’aumento del precariato: se è vero che nel corso dell’anno sono aumentati sia gli avviati (64.601, +1,7% rispetto al 2010) sia gli avviamenti (102.503, +4,7%), più della metà delle assunzioni (53,8%) risultano a tempo determinato e il 23,8% a carattere “intermittente” (o “a chiamata”). Il motivo sta soprattutto nella natura prevalentemente stagionale del lavoro (solo il turismo raccoglie il 49% degli avviamenti) anche se, come vedremo, è un riflesso anche della difficoltà del manifatturiero.
Più della metà degli avviati sono donne (53,4%), il 66% risiede in provincia e il 70,5% è di nazionalità italiana. La maggiore crescita rispetto al 2010, però, si è avuta per gli stranieri (oltre 19mila nel 2011, +4,7%) che raggiungono così il 29,5% del totale contro il 27,8% del 2009.
Va molto male, invece, per i giovani tra i 15 e i 29 anni di cui solo il 42,2% ha un impiego in provincia (qui i dati si fermano al 2010), a fronte di un tasso di occupazione generale del 63,9%. Rispetto a tre anni fa (prima dello scoppio della crisi), la percentuale dei giovani occupati era del 50,7%, a dimostrare un pesante balzo indietro su questo fronte.
A pagarne di più le conseguenze sono le giovani donne il cui tasso di occupazione è ancora inferiore (39,4%). Negativo anche il quadro dell’imprenditoria giovanile con 2.632 unità (appena il 4,4% sull’imprenditoria totale) ed un calo del 2,3% rispetto al 2010 e del 7,7% sul 2009.

Cassa integrazione. Se da un lato la cassa integrazione complessivamente intesa (ordinaria, straordinaria e in deroga) scende rispetto al 2010 (-9% per oltre 7 milioni di ore), dall’altro nell’ultimo biennio si è registrato su questo fronte una crescita più elevata nel Riminese rispetto a quanto rilevato a livello regionale e nazionale. Preoccupante l’aumento della Cig straordinaria (+15,4%) mentre sono in calo la Cig ordinaria (-11,4) e la Cig in deroga (-18,2). Il settore più colpito è il manifatturiero con oltre 5,7 milioni di ore autorizzate mentre la tipologia di occupati più in bilico è quella degli operai (4,7 milioni di ore).
Allarmante è anche la crescita delle liste di mobilità che vedono 2.131 lavoratori rispetto ai 1.800 del 2010 (+13,9%).

Sos credito. Anche su questo fronte le difficoltà si sono acuite da giugno. Nel secondo semestre sono diminuiti gli impieghi totali da parte degli istituti locali (-1,8% raggiungendo quota 12.532 milioni al 31/12/11) ma soprattutto gli impieghi alle imprese (il 70% sul totale) con un calo del 2,9% (da 9 a 8,7 milioni da giugno a dicembre). Scende anche l’ammontare medio dei finanziamenti per cassa (12.947 milioni al 30 settembre): -3,8% rispetto all’anno precedente e -5,6% rispetto a due anni fa. I finanziamenti oltre il breve periodo, in particolare (con 1.809 milioni erogati nei primi nove mesi dell’anno) diminuiscono del 16,4% e la quasi totalità è rappresentata da tassi non agevolati. L’erogazione di finanziamenti agevolati, pari a 9 milioni nei primi nove mesi, cala ancora di più (-60,9% in un anno e -72,7% in due anni).
Le garanzie, in aumento, rispettivamente, del 2,4 e del 3,6%) costituiscono il 46,1% del totale dei finanziamenti accordati, quota che – sottolinea il Rapporto – risulta superiore a quella di tutte le altre province emiliano-romagnole. Completa il quadro negativo il dato sulle sofferenze bancarie: 677 milioni al 30 settembre, +31,2 in un anno e +84% rispetto al 2009.

Tra gli altri dati si segnalano il saldo positivo della bilancia commerciale (differenza tra esportazioni e importazioni) pari a 883 milioni di euro e l’aumento dell’11,8% dell’import e del 21,4% dell’export; il saldo positivo delle imprese iscritte al registro provinciale (36.125, +1%).

Alessandra Leardini