Home Attualita Il colosso romagnolo nuota nella dispersione più bassa

Il colosso romagnolo nuota nella dispersione più bassa

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Fa i conti, Amir, scopre di essere “chiara, fresca e limpida” (590.000 euro di utile nel 2016), riabbraccia il comune di Cattolica che pensava di abbandonare la società e si prepara ad una grande aggregazione in Romagna Acque – Società delle Fonti insieme alle omologhe di Forlì, Ravenna e Lugo. Insomma, il dado è tratto anche per l’area vasta dell’acqua in salsa romagnola. “Si tratta di un passaggio epocale – non fatica ad ammetterlo Alessandro Rapone, Amministratore unico di Amir spa – Parliamo di un’aggregazione tra Sis (l’azienda del sud della provincia di  Rimini), Unica (Forlì-Cesena), Rar Holding (Ravenna) e Team (Lugo). Un conferimento di Romagna Acque-Società delle Fonti (la proprietaria di Ridracoli, tanto per intenderci, ndr) che vanta 200.000.000 di patrimonializzazione”. L’alleanza dell’acqua può sgorgare ma non sarà un processo “né semplice né scontato”, ammette Rapone, avrà bisogno almeno di un paio di anni per zampillare e risolvere alcune “anomalie”. Gli omologhi romagnoli di Amir sono anche proprietari di società del gas, i riminesi si occupano solo e soltanto di acqua.
A giudicare dai numeri, però, “stappano” con una certa cognizione di causa. Se la Romagna è tra le migliori zone d’Italia per la gestione delle acque (dati Istat), Rimini fa ancora meglio. A fronte di percentuali dell’80% di dispersione delle acque, Rimini può esibire uno splendido 19%, tra i valori più bassi d’Italia. “Merito degli investimenti realizzati in questi anni da Romagna Acque, pioniera dell’Area Vasta” fa notare orgoglioso l’Amministratore Unico.
Il Comune di Cattolica, intanto, non ascolta più le sirene della Sis. La decisione della precedente amministrazione della Regina di uscire da Amir (detiene lo 0,22% delle quote, 110.000 euro) è rientrata con la nuova Giunta e il Consiglio d’Amministrazione di Amir ne ha preso atto con soddisfazione.
Amir, Romagna Acque, Hera: tante sigle per l’acqua riminese. Romagna Acqua è il “grossista” dell’acqua, l’ultimo miglio per portarla nei rubinetti (e la sua bollettazione) è compito di Hera, le infrastrutture sono appannaggio di Amir. La società ha chiuso il 2016 con un avanzo di esercizio di 595.000 euro e un patrimonio di 50.000.000 di euro (impianti e scarichi). Un ottimo risultato nonostante il fatturato si sceso del 19%, ampiamente compensato però dai minori costi. Gli investimenti però continuano. Il direttore di Amir Francesco Ermeti ha stilato un decalogo di interventi fino al 2020 per 3.160.000 euro spalmati tra Rimini, Verucchio. Cattolica, Coriano, Bellaria, Morciano e Saludecio. Il fiore all’occhiello – “per importo e per importanza strategica” si liscia i baffetti Ermeti – è il collettamento della zona nord della provincia al depuratore di Santa Giustina, “attivo già dal 2015”: 7.200.000 di euro.
“Siamo una azienda pubblica snella ed efficace: – si batte le mani Rapone – tre dipendenti, un direttore e due consulenti, un tecnico ed un commercialista. E la nostra auto di servizio è una Fiat Punto di 8 anni…” scherza ma non troppo l’Amministratore. Si fa più serio quando il discorso scivola su Hera, il gestore dell’acqua, da anni in regime di prorogatio. Il bando europeo già attivato apre la possibilità anche a società straniere di gestire il servizio idrico a Rimini. L’acqua parlerà un’altra lingua?

Paolo Guiducci