Home Ponte Giovani Web… precoce. Quale tutela?

Web… precoce. Quale tutela?

Il web è una giungla e la maggior parte delle persone lo sanno. È una selva in cui bisogna procedere guardinghi se si decide di avventurarsi tra i suoi meandri; occorre stare attenti a non inciampare e non rimanere aggrovigliati tra rami che feriscono e lasciano cicatrici. Questa non è una notizia nuova per la maggior parte delle persone, ma non per i bambini e gli adolescenti che sempre più spesso si trovano vittime del mondo che si nasconde dietro la facciata del web.

Quella rappresentata da Internet e da tutte le tecnologie è una grossa opportunità che facilita le nostre giornate ma di certo, come molte cose della vita, non fa sconti se non si impara ad adoperarla nel modo corretto. Il discorso riguarda la maggior parte dei giovani, dal momento che il 40,7% dei ragazzi tra gli 11 e i 13 anni utilizza i social media, una soglia di età che si sta abbassando a vista d’occhio: gli utenti della rete sono sempre più piccoli anche se per legge l’iscrizione ad un social network può avvenire soltanto dopo il compimento del tredicesimo anno di età. Un problema che i preadolescenti possono

dribblare facilmente indicando un’età maggiore di quella reale oppure utilizzando l’account di un adulto, spesso quello di un genitore più o meno consapevole. È proprio questo il concetto da cui bisogna partire per avere più sicurezza nel mondo digitale: la consapevolezza da parte dei giovani prima di tutto, ma anche dei genitori e delle aziende tech che esportano e pubblicizzano la rete.

Una rete che preoccupa

Un grido, quello per un web più sicuro per le nuove generazioni, che si è alzato da Save the Children e da Telefono Azzurro nell’annuale giornata del Safer Internet Day. Le organizzazioni hanno esposto le loro preoccupazioni. I primi hanno sottolineato la sempre maggiore fruizione dei dispositivi web da parte dei giovani, e anche giovanissimi: in Italia utilizza internet tutti i giorni il 78,3% degli 11-13enni, il 91,9% degli adolescenti nella fascia 14-17 anni e il 44,6% dei bambini tra i 6 e i 10 anni. Telefono Azzurro, invece, ha condiviso la preoccupazione per la novità rappresentata dall’Intelligenza Artificiale, tecnologia che sta facendo capolino da qualche mese nelle nostre vite. “ L’impegno è quello di proporre strumenti concreti affinché, di fronte alla nuova sfida tecnologica imposta dall’Intelligenza Artificiale, vengano da subito messe in campo soluzioni efficaci e condivise fondate sulla

centralità della dignità dei bambini e degli adolescenti”, è l’appello lanciato da Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro. Occorre un intervento concreto con risposte operative e per questo l’organizzazione dalla cornetta colorata sta analizzando le possibilità di sviluppare un assistente virtuale, che pur non sostituendo mai completamente l’interazione umana, agisce come primo livello di contatto fornendo informazioni e fungendo da filtro per aiutare gli operatori professionali umani a concentrarsi sui casi più urgenti. Il web tutto, dunque, potrebbe essere un’arma a doppio taglio, tutto dipende dalla coscienza degli utenti e questo non è un monito solo per i più piccoli, ma per ognuno. Non sempre risulta scontato, anche tra gli adulti.

Federico Tommasini