Home Attualita Vino e turismo, accoppiata tutta da… bere

Vino e turismo, accoppiata tutta da… bere

Chi l’ha detto che con il caldo si beve meglio un boccale di birra fresca di un calice di rosso corposo? I sostenitori della “bionda” dovranno ricredersi: in barba alle temperature stellari dell’estate 2015, è il vino il protagonista delle serate con le bollicine che in questa stagione hanno richiamato fiumi di “palati”, dalla costa all’entroterra. Che cambi la ricetta dell’evento, il prezzo di degustazione o lo scenario, una cosa è certa: quando c’è da bere (pardon, nei limiti del consentito) i riminesi e gli ospiti della Riviera romagnola non si tirano indietro.
Tra gli eventi più apprezzati spiccano i calici di San Lorenzo, e qui la Valmarecchia fa la parte del leone con due manifestazioni (omonime) a pochi chilometri di distanza ma (per fortuna) in serate distinte. A Santarcangelo, il 9 e 10 agosto (preceduto da Profumo di Sangiovese il 7) Calici di stelle, anche quest’anno ha richiamato frotte di visitatori con circa 40mila presenze “innaffiate” secondo gli organizzatori, Pro Loco e Città Viva. Anche un intero pullman di turisti è salito dalla Riviera – sottolinea Massimo Berlini di Città Viva – abbinando all’assaggio di Sangiovese una visita alle grotte. Il 12 e 13 agosto ha alzato i calici anche Verucchio, città del vino sempre più frizzante. Nel capoluogo verucchiese Calici di stelle ha ampiamente battuto il record di 20mila presenze del 2014 coinvolgendo 30 cantine e una cinquantina di volontari. Grande successo per i dieci ristoratori dello street food e vendite alle stelle, a detta degli organizzatori, con degustazioni e incassi in largo aumento. “Sono stati consegnati migliaia di coupon”, è il bilancio dell’anima della manifestazione, Maria Pia Bartolucci di Tipicità Italiane: “le persone che conoscono Verucchio in questa occasione, poi ritornano”.
Al di là della Marecchiese il fascino per il Doc non perde gradazione, anzi. Il 18 agosto, l’ultima delle iniziative “vinaiole” di Rimini (che nel frattempo è uscita dall’associazione nazionale “Città del vino” per cui versava 2.700 euro l’anno di quota) ha suggellato il “patto del gusto” tra Rimini e l’Expo di Milano. Al porto, i sommelier più quotati della regione, chef stellati e pescatori hanno dato il via ad un viaggio virtuale per l’Expo, sui binari del buon cibo e del buon vino. Oltre 300 le etichette coinvolte. Con 10 euro, otto assaggi, calice con relativo marsupio compreso, e il volume Emilia Romagna da bere e da mangiare.
Molto tteso, a Rimini, P.assaggi di vino (13 edizioni alle spalle): il 17 e 18 luglio, il Borgo San Giuliano ha stappato oltre 5.000 bottiglie – un record, commenta Gaetano Callà del Consorzio Strada dei Vini e dei Sapori di Rimini – delle migliori etichette delle cantine vitivinicole dell’entroterra. Dietro le quinte, 100 tra volontari e produttori coinvolti. Venduti (con 10 euro 4 coupon di assaggio e sacca) 7.000 calici mentre gli assaggi stimati sono stati circa 30.000. Tutto esaurito anche per Un Mare divino, il 30 luglio, con ben 3 Km di degustazioni.
La Valconca, vocata terra vitivinicola, non è da meno. Se San Clemente, con Note di Vino (quattro serate da fine giugno a metà luglio) abbina da anni le etichette ed i prodotti ittici di diverse regioni italiane alle loro musiche folkloristiche, Coriano affina i palati per questo fine settimana con la Fiera del Sangiovese. In programma, il 29 e 30 agosto (ingresso gratuito) assaggi, musica e giochi popolari. Al vino, infine, è anche dedicato il Capodanno tutto autunnale di San Giovanni in Marignano, con tanto di Palio della pigiatura: il 26-27 settembre sarà forse un po’ più fresco di oggi, ma non meno adatto ad un cin cin tutto Doc.
Il vino riminese negli ultimi anni ha fatto passi da gigante grazie anche a queste manifestazioni e all’ottimo lavoro delle Cantine del territorio” commenta Callà. “C’è un turismo importante che va alla ricerca delle eccellenze enogastronomiche e nel Riminese diversi produttori cominciano ad avere richieste di turisti stranieri, specie dal Nord Europa, che chiedono di venire a vendemmiare e poi portarsi il vino nel proprio Paese”.

Alessandra Leardini