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Veri patrimoni di comunità

È un “Grande Organo” e suona ininterrottamente da settantanni, facendo vibrare le sue potenti note nel Tempio Malatestiano voluto da Sigismondo Malatesta, quel Duomo di Rimini dal 2003 divenuto Basilica Cattedrale. Come capita a tutti i “maturi” anche lorgano ha bisogno di una revisione. “È lo strumento principe della musica in Cattedrale – spiega don Giuseppe Tognacci, rettore della Cattedrale utilizzato per accompagnare la liturgia ogni domenica ma anche durante i giorni feriali, e in tanti momenti culturali organizzati per la città e la società intera”. Il prezioso strumento ha sempre ricevuto le accordature ordinarie ma ora che è entrato “nella terza età – scherza don Tognacci – necessita di un intervento più radicale perché non vada compromesso il suono e la sua piena funzionalità”.

L’organo è stato inaugurato e collaudato nel 1951 da Elviro e Ferruccio Polverelli, nota famiglia di organisti riminesi, titolari della Basilica Cattedrale . no agli anni 70. Sopra le tastiere spicca la targhetta della ditta di costruzione: “G. Tamburini”.

“L’organo dispone di due motori, uno per parte e di quattro mantici a lanterna equamente divisi”. A illustrare lo strumento è Massimo Pacifero, organista e storico degli organi riminesi. “Tale forza ‘motrice’ crea una pressione tale dell’aria da far suonare il ‘Tutti’ dello strumento (ma anche alcuni registri: come la tromba al pedale; il principale, l’eufonio ecc) incredibilmente forte”.

Una revisione nel 2003 costò alla Diocesi di Rimini 25.000 euro. Varie accordature e revisioni periodiche si sono succedute negli anni ma ora lo strumento necessita di un intervento più deciso, anche dopo i lavori di restauro della Basilica che hanno rilasciato tanta polvere che non ha giovato allorgano.

“Grazie al contributo determinante dell’8 per mille, procederemo con un’importante manutenzione delle canne per un recupero della qualità sonora dello strumento, e anche con la sostituzione di alcuni pezzi che il puntiglio del costruttore originale Tamburini ha rinvenuto”, dice l’Arch. Marco Panzetta, commissione Diocesana Arte Sacra e beni Culturali.

Il restauro dellorgano della Cattedrale (che richiederà almeno un mese) non è però l’unico intervento reso possibile dal contributo dell’8 per mille in sede di beni culturali e arte sacra diocesana. Almeno altre due importanti azioni per la cultura di tutto il territorio sono diventate realtà grazie ai stanziamenti 8 per mille: il restauro di volumi conservati nellArchivio Diocesano e il recupero di libri custoditi nella Biblioteca.

In questo momento storico in cui si avverte un fortissimo bisogno sociale (poveri, casa, ecc), la Chiesa non viene mai meno alla sua opera di solidarietà e vicinanza ai bisogni dei più deboli “ma nello stesso tempo – assicura lEconomo diocesano, don Danilo Manduchi – cerca anche di salvaguardare larte, perché la bellezza è altrettanto preziosa per luomo”.

LArchivio – intitolato al riminese card. Giuseppe Garampi (17251792), diplomatico e studioso insigne, Prefetto dellArchivio Segreto Vaticano – è unimportante raccolta documentaria che abbraccia undici secoli di storia della diocesi e chiesa di Rimini, dal X sec. . no ai giorni nostri. LArchivio, in particolare, sta procedendo con il restauro di alcuni importanti registri

battesimali. “L’Archivio conserva infatti i registri dei battesimi dal 1500 ad oggi senza interruzione. In particolare sono stati restaurati i volumi più recenti perché sono quelli più utilizzati. spiega Cinzia Montevecchi, Prefetto della Biblioteca diocesana mons. Emilio Biancheri e dellArchivio Diocesano card. Giuseppe Garampi – Ad esempio, vengono frequentemente richiesti da argentini che chiedono di veri. care origini dei loro antenati per richiedere la cittadinanza italiana. La nazionalità gli viene concessa solo se il richiedente è erede di un antenato e se tra gli antenati nessuno ha mai ri. utato in precedenza la cittadinanza italiana”.

La Biblioteca diocesana “mons. Emilio Biancheri”, dal 2007 ha sede nel complesso dellantica abbazia di Scolca, è una delle più fornite della Romagna nellambito delle scienze religiose. Nata come biblioteca del Seminario vescovile, negli anni ha progressivamente incrementato il suo patrimonio librario costituito principalmente da raccolte specialistiche di carattere teologico, aprendosi anche ad altre discipline di studio quali . loso. a, arte sacra, scienze sociali. Lingresso in biblioteca è libero per chiunque voglia consultare e prendere a prestito i testi

o semplicemente per tutti coloro alla ricerca di un posto tranquillo per poter studiare e leggere con serenità.

Attualmente la Biblioteca “mons. Biancheri sta procedendo ad alcuni acquisti di volumi, di un computer e soprattutto al recupero di alcuni volumi storici ormai in cattivo stato di conservazione. Tra questi, un antico volume della serie Sinodi diocesani. In entrambi i casi si tratta di “Interventi di restauro su beni di valore strategico per le comunità, – fa notare il segretario della Commissione Diocesana per lArte Sacra e i Beni Culturali, Jonny Farabegoli – per conservare nel migliore dei modi un patrimonio pubblico ma fragile che necessita di una continua e rinnovata attenzione. Archivio e Biblioteca sono due strutture aperte al pubblico. Un vero e proprio patrimonio di comunità”.