Home Vita della chiesa Una vita in seconda fila, fra i primi davanti a Dio

Una vita in seconda fila, fra i primi davanti a Dio

Don Sisto Ceccarini era nato il 28 aprile del 1928 a San Vito di Rimini. Era rimasto orfano di padre in giovane età e la mamma lo aveva fatto studiare in istituto. Poi, quando la mamma aveva seguito il parroco per fargli da perpetua a Sant’Andrea in Casale, ha conosciuto un ragazzo di tre anni più grande di lui, Oreste Benzi. Lo aveva seguito in Seminario ed è diventato sacerdote il 29 giugno del 1952. Subito don Oreste lo aveva coinvolto nella sua grande idea di dare un’attenzione particolare ai pre-adolescenti (i pre-ju) e di favorire un loro “incontro simpatico” col Signore. Aveva iniziato con un campeggio sotto le tende sull’Appennino, per poi tenerselo vicino come collaboratore per tanti anni.
In particolare lo ha avuto come compagno nel secondo viaggio compiuto in America per trovare i fondi per realizzare il grande sogno di don Oreste: Madonna delle Vette, una casa alpina dove portare i pre-ju e favorire il loro “incontro simpatico” con Cristo.
Don Sisto raccontava molti particolari gustosi del viaggio, che aveva accettato volentieri per provare l’emozione del volo. Raccontava della macchina da cento dollari, grande, ma molto malandata, che don Oreste aveva acquistato. Di come non potesse essere d’aiuto nella guida, perché per avere la patente occorreva conoscere l’inglese e don Sisto sapeva solo il francese. Di don Oreste costretto a lunghe maratone alla guida, fumando il sigaro per tenersi sveglio, perché gli appuntamenti erano tanti e gli americani erano generosi, ma per certe cose non perdonavano: se arrivavi tardi saltava tutto. Di quando il sonno era troppo forte e allora don Oreste accostava in una piazzola di sosta per un pisolino. E allora toccava a don Sisto spiegare a gesti al poliziotto incuriosito che don Oreste stava solo riposandosi un po’. E poi gli incontri nelle chiese e nelle fabbriche e anche lì don Sisto poteva aiutare poco, se non per qualche assemblea di italo-americani. Ma aveva una funzione importante, che don Oreste ha raccontato così: “Ho fatto questa esperienza (di chiedere) per cinque mesi in America, dalla mattina alla sera. Sempre in cerca di elemosine e ho provato cosa vuol dire stendere la mano nelle fabbriche, nei negozi, nelle chiese, lungo le strade, capite? Ero insieme a don Filippo (Di Grazia, ndr) nel primo e a don Sisto nel secondo. Solo che nessuno dei due parlava inglese e allora mi sono trovato spesso nei guai, anche perché per me chiedere i soldi la prima volta non è nessuna fatica, ma chiederli la seconda, che fatica! Il Signore mi aveva dato don Sisto e lui più doveva ripetere, più prendeva coraggio, per cui alla quarta volta che andavamo a chiedere i soldi io ero «sfatto netto» e lui diceva: «oh, come si sta bene!»”.
Don Sisto è stato tra i fondatori della parrocchia della Resurrezione alla Grotta Rossa (con don Piccari e don Migani). Per tanti membri della comunità Papa Giovanni e per tanti ragazzi delle comunità terapeutiche è stato padre spirituale, indicando con la sua parola e la sua vita la via di Gesù. Da qualche anno si era trasferito alla Capanna di Betlemme, la struttura di accoglienza dei senzatetto della comunità. Da tempo la salute l’aveva abbandonato, e le sue condizioni si sono progressivamente aggravate fino al giorno della sua nascita al cielo, martedi 30 aprile.

Riccardo Ghinelli