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Una giornata al mare

Si è appena aperta la stagione balneare e già siamo a discutere sul prezzo. C’è chi rimprovera, ad esempio, qualche bagnino bellariese di avere troppo disinvoltamente ritoccato i prezzi nel week end delle Frecce Tricolori. Quando sento le immancabili ricerche estive sui costi delle spiagge italiane (arriveranno a giorni, state tranquilli: quest’anno gli illuminanti consigli contro il caldo hanno giocato d’anticipo) mi viene sempre in mente “Una giornata al mare”, vecchio gioiellino di Paolo Conte. Dove l’avvocato canta di essere arrivato sul litorale “solo e con mille lire”. Molte o poche? Se nel 1971, anno di uscita del brano, un caffè costava 70 lire, facendo le proporzioni con il caffè a un euro di oggi è come se Conte avesse 14 euro e spiccioli. A Rimini, località tra le più abbordabili, un anno fa si parlava di 15 euro al giorno per un ombrellone e due lettini. Dal testo di Conte non si evince con che mezzo sia arrivato e cosa abbia chiesto Paolo Conte al bagnino. È vero che era da solo ma in quelle mille lire c’è rientrato anche un giro al bar visto che a un certo punto compare una cameriera. Resta il fatto che è un bene che l’abbia scritta quella volta. Se arrivasse al mare oggi con 14 i suoi euro probabilmente farebbe comunque fatica: dovrebbe portarsi i panini da casa o trovare altre forme di risparmio. Ma da un raffinato figlio dell’alta borghesia come Conte “Una giornata alla spiaggia libera” proprio non me la posso immaginare.