Un terremoto poco… volontario

    Un terremoto. Uno smottamento finanziario che rischia di minare in modo grave il volontariato che aiuta, va incontro alle necessità dei più bisognosi e progetta. Come altro definire il taglio del 75% del 5 per mille, previsto dalla Legge di stabilità alla quale il Governo sta lavorando? Il mondo del volontariato riminese – come nel resto del Paese – è in subbuglio. Conti alla mano, se l’ex Finanziaria rimanesse come nelle intenzioni, alle organizzazioni di volontariato operanti in provincia dei 298.700 euro assegnati nel 2009, resterebbero soltanto 76.655 euro. Lo stanziamento di 100 milioni (rispetto ai 400 di due anni fa), rischia di decretare la morte della sussidiarietà. O comunque di amputarne radicalmente il raggio di azione. “Questo terremoto potrebbe avere effetti devastanti. – non fa giri di parole Marco Panzetti, che dell’associazione Papa Giovanni XXIII è il responsabile della ricerca fondi – Il rischio reale è la cancellazione di molte realtà no profit che aiutano il prossimo. Così ci strangolano.”
    Uno scenario apocalittico, quello disegnato dal responsabile dell’associazione fondata da don Oreste Benzi? Rifarsi ai freddi numeri questa volta può far bene. La comunità Papa Giovanni XXIII, come San Patrignano Libera Associazione onlus, cade sotto la dicitura di “enti di particolare interesse”. Nel 2008, ultimo anno a cui si può fare riferimento, ha potuto godere di assegnazione per 276.541,40 euro. La scure del Governo taglierebbe di netto la bellezza di 207.406,05 euro, e alla PG XXIII resterebbero solo 69.135,35 euro. Una sforbiciata che può costare talmente caro, che l’associazione potrebbe trovarsi di fronte alla mancanza di fondi per proseguire le iniziative a favore dei barboni, dei senzatetto, delle prostitute o delle missioni.
    Discorso simile vale per SanPa: alla comunità di Muccioli nel 2008 erano stati ripartiti 98.834,05 euro, fate voi i conti di cosa rischia di non trovarsi più in tasca. Aggiungiamo poi che i soggetti di volontariato sono fermi agli incassi del 2008, e il gioco è fatto.
    Investono in progetti per l’integrazione degli extracomunitari, per l’accoglienza, per il sostegno alle donne in gravidanze difficili, per l’aiuto alle famiglie in difficoltà, mica finanziano attività interne: eppure anche le Acli finiranno per essere colpite “da un taglio dolorosissimo – lo definisce Sabrina Zanetti, della segreteria provinciale – che mette in ginocchio non solo noi come associazione ma soprattutto tutte quelle persone più deboli che a noi e alle nostre attività sono collegate.”
    Il taglio del 5 per mille, insomma, rischia di lasciare al volontariato solo le briciole, il tetto di 100 milioni è ritenuto anacronistico e Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore, è chiaro: una scelta del genere, “tradisce la libera scelta dei contribuenti.”
    E cosa troveranno nel portafogli associazioni come Volontariato sociale di Pennabilli, Tana Libera Tutti di Novafeltria (si occupa di aiuto e sostegno all’handicap) e La Roverella (impegnata in azioni di ambiente ed ecologia), tre realtà dell’alta Valmarecchia che insieme percepivano circa 53mila euro? Gli esempi si sprecano, ma non per questo sono meno dolorosi. Andatelo a dire, ad esempio, agli Amici di Isal, associazione che si occupa del dolore cronico. I 7.173 euro ricevuti dall’ultimo 5 per mille sono stati distribuiti – fa notare il consigliere dell’associazione Alberto Vignali – “tra borse di studio e attrezzature destinate a pazienti sofferenti.” A “Rompi il silenzio” in aiuto delle donne che subiscono violenza, erano stati assegnati 3.000 euro, una cifra tutto sommato esigua ma fondamentale per l’attività dell’associazione. Privarla di quel contributo, equivale a toglierle l’ossigeno.
    Piove sul bagnato. Sì perché Rimini è già ultima, nella distribuzione del 5 per mille. Proprio così: la città del Meeting per l’Amicizia fra i Popoli e delle mense dei poveri, della Papa Giovanni e di SanPa, in Regione è fanalino di coda per numero di beneficiari del 5 per mille. I 232 odv registrati sono una bazzeccola in confronto agli 881 di Bologna, ma perdono impietosamente anche nel confronto con Modena (484), Reggio Emilia (478) e Parma (454). Rimini è battuta nettamente anche dai cugini di Forlì-Cesena, che vantano 394 soggetti che possono usufruire del 5 per mille. Ravenna è a quota 349, Piacenza si attesta a 306, mentre la più vicina a Rimini è Ferrara che comunque ci sopravanza con 251 soggetti. Il 5 per mille non viene erogato solo ad associazioni di volontariato ma anche ad enti della ricerca scientifica ed universitaria, della salute e dello sport dilettantistico.
    “Il 5 per mille è una idea della quale sono orgoglioso e voterò per reintegrarlo” è l’ultima assicurazione del ministro delle Finanze Giulio Tremonti. Ma la coperta corta che si trova a tirare non autorizza orizzonti sereni. L’UdC lancia la sua proposta: l’ammontare del 5 per mille per le associazioni onlus venga portato a 560 milioni. Come rimpinguare le casse? Tassare le rendite finanziarie. Tagliare i fondi del 5 per mille significa limitare drasticamente la libertà dei cittadini di decidere come destinare la propria quota dell’imposta sui redditi a sostegno degli operatori del terzo settore, organizzazioni che hanno dimostrato una professionalità elevata, apprezzata e motivo di orgoglio a Rimini, in Italia e all’estero.

    Paolo Guiducci