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Un regalo chiamato Fondo Campana

Che senso ha andare a caccia di preziosi pezzi d’arte se poi non si possono mettere a disposizione degli occhi e del “sentire” di tutti. L’arte va fruita, non è fatta per stare dentro archivi polverosi o dietro le scrivanie degli uffici. Alla base di gran parte del lavoro della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini c’è questa idea, piccola, grande e rivoluzionaria nella sua banale semplicità.
Prendere arte e regalarla a tutti. Succede da tempo: “È con la stessa logica che i dipinti del Baronzio si trovano nel Museo della Città, di fianco a tante altre opere importanti” spiega Massimo Pasquinelli, presidente della Fondazione.
L’ultimo regalo alla città, agli studiosi, ai curiosi e agli appassionati è il Fondo Campana. Si tratta di un numero di scritti e volumi che si aggira intorno ai 25mila pezzi – di cui molti antichi e pregiati; ai quali si aggiungono oltre 15mila opuscoli e un interessante e voluminoso carteggio – che verrà accolto dalla Biblioteca Gambalunga di Rimini.
Augusto Campana nacque a Santarcangelo nel 1906, scrittore, oltre che uno tra i più interessanti studiosi del XX secolo in Italia e in Europa. Conoscitore dell’erudizione romagnola ha lasciato notevoli e fondamentali contributi di Paleografia latina, Epigrafia medievale, Storia dell’Arte. Tra le tante cose nel 1949 fondò la Società di Studi romagnola: illustre eclettico.
Un intellettuale di tale portata non poteva che avere una “libreria” personale interessante, curiosa e ricca. Ma cosa ha reso possibile l’incontro tra Campana e la Fondazione? Non cosa, ma chi: Enzo Pruccoli, scomparso recentemente, al quale è stato dedicato il numero monografico di quest’anno della rivista L’Arco, realizzata dalla stessa Fondazione.
Lo storico volto e motore delle mosse culturali della Fondazione si definiva un discepolo irregolare di Campana oltre che amico.
“La biblioteca di Augusto Campana – ha dichiarato Massimo Pulini, assessore alla cultura del Comune di Rimini – è pervenuta a noi grazie alla cura paziente e all’amore di Enzo Pruccoli. Pruccoli seppe leggere da subito l’immensa statura dello studioso, lo definì Maestro fuori dell’Università”.
Il fondo Campana, verrà accolto in tre stanze sotterranee della Biblioteca Gambalunga. Per poter sostenere (letteralmente) questa mole culturale sono stati ristrutturati i pavimenti (con un investimento del Comune di Rimini) e si è proceduto con la spolverazione e altra manutenzione preliminare, di cui si è fatta carico la Fondazione.
“Adesso cominceremo con la catalogazione. – continua Alessandro Giovanardi, storico dell’arte e collaboratore della Fondazione – Un lavoro lungo e impegnativo. Per adesso abbiamo preventivato 5 anni di lavoro. Ma non è detto che si riesca a finire entro questo limite”.
Delle spese di catalogazione, che verrà realizzata da tre catalogatori che arriveranno da fuori, si farà carico proprio la Fondazione che acquistò “le carte” nel 1998 per la somma di 500 milioni di lire. Per tutto questo tempo è stato conservato negli uffici della sede della Fondazione, a disposizione di chi volesse consultarlo e studiarlo. Attualmente il Fondo è catalogato approssimativamente con un sistema abbastanza semplice, ossia lo stesso ordine che aveva sugli innumerevoli scaffali di Campana. Alla sua morte si scoprì che i suoi libri, i documenti e tutti gli scritti erano divisi tra le case di Roma e di Santarcangelo. Fu in questo momento, che per preservare l’integrità del fondo, è stato notificato un decreto ministeriale che ne ha riconosciuto il suo valore storico e culturale. Ora Campana è di tutti.

Angela De Rubeis