Home Sviluppo locale Un piano di sviluppo locale con particolare attenzione ai servizi

Un piano di sviluppo locale con particolare attenzione ai servizi

In questi mesi si sta discutendo l’impostazione futura del Piano di Sviluppo Locale per il periodo 2023-2027. In ottobre si sono svolti incontri con i cittadini e con le associazioni per definire insieme le priorità e le azioni necessarie per la nuova Strategia Locale Leader, dedicata alle aree interne. A breve si dovrebbero aprire i bandi per l’assegnazione delle risorse per le azioni da attuare nei prossimi anni. Saranno interventi importanti che oscilleranno tra i 10 e i 15 milioni di euro dedicati allo sviluppo e alla promozione del territorio in Valmarecchia e in Valconca. Di questi tempi non è cosa di poco conto.

Il bando per i fiumi Marecchia e Conca
È però opportuno fare il punto su quanto avvenuto nel bando precedente che ha caratterizzato il periodo dal 2016 al 2023. Un periodo importante perché per la prima volta il territorio della provincia di Rimini si è potuto candidare alla gestione dei fondi, presentando il proprio piano di sviluppo e conquistando un ottimo piazzamento nella graduatoria regionale. L’obiettivo del progetto era centrato su ‘Paesaggio, Identità e Sviluppo’ ed era finalizzato a stimolare e sostenere il cambiamento nei territori dei fiumi Marecchia e del Conca con azioni innovative tese a curare, tutelare e valorizzare il paesaggio per difendere il suolo e la biodiversità. Per realizzare questo obiettivo generale si è costituito, attraverso il Gruppo Azione Locale, un ampio partenariato pubblico-privato, costituito dai soci pubblici dell’Unione della Valconca, Unione di Comuni Montani ‘Valmarecchia’, Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello, Camera di Commercio della Romagna e da soci privati costituiti dalle associazioni di categoria, da Federalberghi a Confcommercio, dalla Lega delle Cooperative a Confcooperative, insieme alle principali banche locali. Dal 2016 al 2023 si è puntato su due elementi fondamentali quali leve per sostenere l’implementazione di azioni innovative: sviluppo di un autentico marchio territoriale e sfruttamento delle possibilità offerte dalla economia collaborativa o sharing economy, se vogliamo dir così. Più concretamente si è puntato sull’ambito tematico ‘Paesaggio’; sulle Filiere e sistemi produttivi locali; su Innovazione, ricerca e sviluppo; su Start up con nuove imprese in aree rurali ed infine sul turismo sostenibile.

Più di 13.000 euro a disposizione
Per realizzare concretamente queste azioni complessivamente il GAL ha avuto a diposizione 13.328.583 euro. Di questi circa 9.5 milioni, quindi la grande parte, sono stati impegnati nei vari e diversi bandi rivolti a imprese e cittadini. Al funzionamento della macchina organizzativa e amministrativa sono andati circa 2.5 milioni di euro e poco più di un milione di euro ad azioni dirette e gestione di convenzioni varie. La direzione del GAL fa giustamente notare che queste risorse hanno generato investimenti per 22.327.868 euro. Insomma, si può dire che questi strumenti politici ed economici hanno certamente contribuito a dare un impulso significativo alle aree interne e quindi sicuramente occorre dedicare un importante impegno per assicurarsi nuove risorse nella prossima programmazione pluriennale. Nel periodo appena trascorso si è dedicata molta attenzione a “sostenere l’incremento della competitività del sistema economico, incluso quello turistico, favorendo la nascita di nuove realtà imprenditoriali, l’innovazione e supportando la (inter)nazionalizzazione delle imprese esistenti”. Forse, come si scriveva nel documento di programmazione, si dovrebbe dedicare maggiore attenzione a sostenere le politiche legate ai servizi territoriali, che ovviamente sono soprattutto di competenza del pubblico, ma non solo. Per favorire lo sviluppo delle aree interne occorre avere una visione d’insieme che consenta ai residenti che vivono in quelle aree di avere il lavoro lì dove vivono, e quindi bene i bandi per il sostegno all’imprenditoria locale e ai più giovani, ma poi sono necessari i servizi e quindi scuole, dalle elementari alle medie inferiori; biblioteche, luoghi di aggregazione; servizi socio sanitari e politiche dei trasporti e strumenti digitali, dalle reti ai servizi telematici diffusi. Speriamo che il futuro vada in questa direzione.

Alberto Rossini