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Un lunedì da pazzi

Ad un certo punto la cosa è parsa comica: il Viminale era ormai vicino ai dati definitivi e i sondaggisti continuavano a variare le loro… proiezioni. Ma è solo un particolare di un pazzo pomeriggio, il 25 febbraio 2013, che certo passerà alla storia, poiché ha segnato la fine della prima, della seconda e forse anche della terza Repubblica. Bersani entra papa al conclave dei seggi e ne esce cardinale; Monti sorride (beato lui) ad un inutile 10%; Ingroia saluta la compagnia e torna in Guatemala; la Lega Nord è dimezzata dai suoi scandali e da un’alleanza non gradita alla base; Berlusconi resuscita il Pdl con un 21% fatto tutto di pancia, ma perde il 16% dei seguaci per strada e diventa il terzo partito. Alla fine l’unico che vince è il Movimento 5 Stelle. Perché davvero nessuno si attendeva che diventasse il primo partito alla Camera, con un 25,53% che ha dato voce a tutto quel Paese reale, arrabbiato e stanco, pieno di persone che non arrivano alla fine del mese, che hanno perduto il lavoro o che hanno paura che ciò potrebbe accadere presto, incavolati neri perché alla gente vengono richiesti sacrifici nel momento in cui molti politici sono scoperti con le mani nella nutella (e molto peggio). Grillo ha saputo dar voce alla protesta.
Ma ora cosa accadrà con un Parlamento bloccato, senza maggioranze, praticamente un incubo per il Paese e per l’Europa intera?
Al momento di scrivere queste righe solo una persona col dono della chiaroveggenza (alla quale del resto non credo) potrebbe prevedere se si andrà al governassimo Pd-Pdl-Monti, ad una maggioranza Pd-5 Stelle, oppure addirittura a nuove elezioni…
Quel che è certo è che qualcosa occorre fare, ma va fatto in maniera trasparente, comprensibile, senza trucchetti nascosti. Questo i politici di stagione dovrebbero ormai averlo capito. Altrimenti alle prossime elezioni il Grillo parlante, o qualunque altro “insetto” in carriera, potrebbe davvero arrivare alla maggioranza assoluta, con conseguenze non prevedibili e forse non augurabili.
Occorrono verità, spirito di sacrificio, saggezza e tanto coraggio, doti che putroppo sembrano scarseggiare. Ma queste elezioni hanno portato in Parlamento tanta gente nuova, non solo fra i grillini, ma in tutti i partiti, preoccupati – questo sì – di fare qualche restyling. L’augurio è che queste persone diano alla politica italiana quella novità di intenti che la gente, gli elettori hanno invocato. Allora davvero il 25 febbraio sarebbe stato il giorno di una vera rivoluzione.

Giovanni Tonelli