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Un incendio d’amore

“Bisogna mostrare la bellezza della famiglia naturale, perché oggi purtroppo la famiglia è diventata un’etichetta variabile”. Con queste parole il Vescovo di Rimini monsignor Francesco Lambiasi, ha salutato gli oltre 200 adulti con un centinaio di bambini al seguito, intrattenuti dall’animazione di alcuni gruppi scout, all’incontro diocesano dei gruppi famigliari al Campo di don Pippo.
Nonostante le tante feste parrocchiali, le famiglie sono arrivate un po’ da tutta la diocesi per ascoltare dal Vescovo il lancio del tema dell’anno: Di me sarete testimoni, 1000 voci un coro solo, passaggio dalla contemplazione alla comunione.
“Dio manda il fuoco dello Spirito Santo sulla terra e fa comunione, è un’incendio d’amore. La famiglia è il luogo originario e primario dove si ode l’armonia di questo coro e si sente il calore di questo fuoco d’amore che abbiamo ricevuto e che siamo chiamati ad andare a testimoniare”.
Impresa facile, secondo il vescovo Francesco, se si seguono le tre fiammelle chiave. Reciprocità, (amarsi e perdonarsi gli uni gli altri), cooperazione (fare in modo che non vinca ‘io o tu’, ma il vangelo) e gratuità, (di cui oggi nel mondo c’è fame). Tre fiamme per un sol fuoco, che poggia sul tripode: ‘Parola di Dio, Eucarestia e Carità’.
È stata anche occasione per l’Ufficio diocesano per presentare i suoi servizi alle famiglie. Quest’anno anche due corsi ad hoc per la formazione specifica degli operatori di pastorale familiare: Teologia della nuzialità e Bioetica e Famiglia in collaborazione con l’ISSR Marvelli.
Per le famiglie in difficoltà relazionali è sempre attivo il centro diocesano di ascolto NOI, mentre per fidanzati, sposi, persone separate che vivono l’esperienza delle ‘seconde nozze’, o conviventi, è offerta l’esperienza della Casa di spiritualità coniugale e familiare a Saludecio, presso l’antico Monastero gestito dalle suore di don Masi.
Intanto si pensa già a giugno 2010, data probabile per il Convegno o Assemblea diocesana sulla Famiglia, ad inaugurare il Decennio dedicato all’Educare.

Cinzia Sartini