Un’amicizia “tessuta” fin da bimbi

    Quando un ago e un filo tessono relazioni di amicizia vicine e lontane. In provincia di Rimini sono circa 50 le associazioni che portano avanti le antiche arti del macramè, chiacchierino, merletto, tombolo, sfilature e gli altri mille punti del ricamo classico. Soprattutto nelle parrocchie e in special modo dopo la pensione, quando la vita frenetica allenta la presa, le donne si riavvicinano ad una attività che aggrega, diverte e serve al prossimo. Ma non mancano esperienze di teen ager: 80 bambine ogni anno alla parrocchia del Crocifisso seguono i corsi di ricamo e cucito. Dagli 8 ai 90 anni con ago o fusello riannodano i fili dell’amicizia e della solidarietà, divertendosi e tramandando una preziosa tradizione.
    Ma quando un pezzo di stoffa, un bavaglino, una tovaglia, delle scarpe fatte a macramè diventano poesia? Quando dentro c’è l’amore di chi le crea con passione ed entusiasmo e magari con quella nostalgia di tempi lontani, che sanno di fatica e povertà, ma anche di tanta amicizia. Dietro ad ogni lavoro, ad ogni filo annodato, ad ogni ferro incrociato, ad ogni uncinetto infilato, dentro la trama che a poco a poco prende forma, dietro ad ogni fusello, c’è una storia.

    L’eredità di Emma
    Come quella di Emma Angeli, parrocchiana del Crocifisso che si preoccupava di ricamare tovaglie e centrini per gli altari dei missionari. Ha lasciato in eredità alle giovani generazioni la scuola di cucito parrocchiale da lei iniziata oltre 50 anni fa. Ora che non c’è più, Carla e altre 25 signore hanno raccolto il testimone, insegnando ad oltre 80 bambine dagli 8 ai 16 anni a ricamare. Ma c’è anche nonna Iole, 90 primavere, che con invidiabile precisione prepara ancora tanto lavoro da vendere per beneficienza. Si ritrovano da giugno ad agosto nei pomeriggi assolati a fare le prime esperienze delle varie tecniche di ricamo, a ridere, pregare, far merenda, stare insieme, ma con ago e filo in mano. Creano capolavori, da presentare ai propri genitori o amici il giorno della mostra annuale della Parrocchia.
    “Le bambine hanno una buona manualità e si appassionano quasi tutte alle loro produzioni, tanto che non vedono l’ora di poterle ricomprare. – racconta Carla Bianchi, che da anni le segue in questa avventura – Quando è ora di andare via bisogna insistere… Abbiamo anche il gruppo adulto che si ritrova durante tutto l’inverno per preparare quello che sarà venduto, in un paio di giorni. In tanti, infatti, aspettano le nostre creazioni. Il 24 e 25 ottobre, alle 15.30, apriremo la Mostra. Ogni anno c’è la fila di fuori ad aspettare. Va tutto in beneficienza per i nostri missionari che in estate vengono a conoscere e a farsi conoscere dalle nostre ragazzine. Padre Corrado Masini, Maria Negretto, Marilena Pesaresi, hanno così potuto dare un senso e un volto a quell’Africa di cui noi educatori parliamo spesso ai nostri giovani”.

    La storia di Silvia
    Altra storia che merita di essere raccontata è quella di Silvia Carlini e della sala del cucito.
    “Ero una bimba quando 25 anni fa trascorrevo i pomeriggi estivi in compagnia delle mie amiche, con un semplice pezzo di stoffa in mano che, lentamente, si trasformava in un oggetto colorato: presina, strofinaccio, cuscino o preziosa tovaglia. Le nostre maestre facevano sempre diventare splendidi capolavori quello che le nostre mani avevano creato. Quest’estate mia figlia ha chiesto di essere accompagnata nella sala del cucito per frequentare insieme ad alcune sue amiche il corso di ricamo. Ho provato gioia e con emozione l’ho accompagnata, ma anche stupore e meraviglia quando ho rivisto quella stanza piena di bimbe, ragazze, mamme e nonne sedute attorno ai tavoli. Un filo del ricordo mai spezzato, una passione ancora viva, tanto che ho voluto trascorrere i miei lunedì e mercoledì di ferie del mese di agosto insieme a loro, per creare ancora qualcosa di semplice ma prezioso. Tutto questo con un ritmo dolcemente lento, così diverso da quello al quale spesso siamo abituati per la fretta di fare. Mi sento di ringraziare di cuore tutte le persone che dedicano tantissimo del loro tempo per fare in modo che tutto questo sia ancora possibile. Il miracolo speciale che sta dietro, dentro ed oltre la magica sala del cucito, è che un semplice ago ed un sottile filo sono capaci di tessere vere e forti relazioni di amicizia vicine e lontane”.

    Farsi Prossimo
    Insomma, nelle nostre parrocchie il cuore “cuce” ancora. Anzi, a volte ricama nuove associazioni come “Farsi Prossimo”, nata da quattro realtà: Riconciliazione, San Gaudenzo, San Raffaele e Sant’Andrea dell’Ausa. In via della Fiera, don Domenico ha messo a disposizione di un gruppetto di 25 persone ben due stanze per il ricamo.
    “Lo facciamo soprattutto per finanziare la caritas interparrocchiale e le adozioni con un centro missionario in Brasile – spiega Maria Pia Barbanti – ci vediamo due volte a settimana, il martedì e il venerdì, dalle 15 alle 18.30. È un modo per dare un calcio alla solitudine e condividere con gli altri la propria esistenza rendendoci utili al prossimo. Ci sono anche due persone con disabilità, anche il loro operato è prezioso. È un discorso di amicizia e solidarietà, di relazioni umane che si stringono attorno ad un tavolo pieno di pizzi e merletti. I nostri centrini ai ferri, grazie a Luciana ormai vicina all’ottantina, ma ancora in gambissima, sono stati pubblicati sulla rivista Ricamo Italiano. Lei lavora con un filo finissimo, fa dei capolavori. Tutte poi, esponiamo tre volte l’anno, per la festa parrocchiale, l’8 dicembre e per la festa della mamma”.

    Quante Stanze!
    Anche la parrocchia della Colonnella dal 2000 ha la sua stanza del cucito. Una decina di persone che si ritrovano attorno a Monica Leardini anima della compagnia.
    “Facciamo hardanger, sfilature, uncinetto e altri punti semplici, tutto a favore della missione di Tambacunda dove stiamo finanziando pozzi d’acqua, e per le necessità parrocchiali”.
    Altre realtà vive e attive sono quelle di San Giuliano Borgo e delle Celle. Producono pezzi unici da vendere ai mercatini parrocchiali a favore di progetti missionari.
    A Savignano, invece, “Mani come farfalle”, nel 2001, è partita con l’iniziativa “L’arte del tombolo per principianti” che ha subito raccolte decine di adesioni. Tanto che grazie a Irene e Morena, l’arte del ricamo si sta avviando con grande successo.
    “Il punto croce è la vera specialità, che portiamo nelle scuole elementari del comune”.
    Ma c’è anche chi di quest’arte ne ha fatto un vero e proprio mestiere, come il laboratorio Tessile Talea che si occupa, tra le altre cose, di organizzare corsi e mostre, come quella che in questi giorni si sta tenendo a Santarcangelo, o pubblicazioni su merletto e ricamo.

    Cinzia Sartini