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Un alfabeto per capire il Conclave

Sono mille le curiosità che accompagnano queste ore del Conclave, ma riguardano anche la Sede Vacante e tutte le figure che, a vario titolo, hanno un ruolo nella delicatissima fase del passaggio da un Pontificato all’altro. Ecco quindi un alfabeto che può aiutarci a meglio comprendere quanto sta accadendo.

Anello del Pescatore: si chiama così perché la figura dell’impronta rappresenta San Pietro mentre pesca. È il sigillo usato dal Papa. L’anello del pescatore viene distrutto o reso inservibile (come nel caso di quello di Benedetto XVI) in una delle congregazioni generali, cioè preparatorie.

Berretta Cardinalizia: berretto quadrangolare rosso porpora che identifica la dignità cardinalizia.

Camerlengo: nominato dal Pontefice sempre fra i membri del Sacro Collegio Cardinalizio, durante la Sede Apostolica Vacante svolge funzioni di tipo logistico-operative riguardanti il governo amministrativo provvisorio della Chiesa; cura l’amministrazione dei beni e diritti temporali della Santa Sede; appone i sigilli all’Appartamento privato del Romano Pontefice; prende possesso del palazzo Apostolico Vaticano, del Palazzo del Laterano e del palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.

Conclave: si intende in materia canonica sia il luogo chiuso dove i cardinali elettori si riuniscono per eleggere il Papa, sia l’assemblea fisica stessa dei cardinali riuniti e rinchiusi per l’elezione. Dalla fine della sua edificazione nel XV secolo la Cappella Sistina è il luogo deputato al Conclave.

Decano del Sacro Collegio: è il Cardinale primus inter pares del Sacro Collegio che presiede e rappresenta. Durante la Sede Apostolica Vacante, in cui il governo della Chiesa spetta al Collegio cardinalizio, svolge funzioni di coordinamento: convoca i cardinali per il Conclave, dirige gli atti per l’elezione papale, pone al neoeletto la domanda se voglia o no accettare l’elezione e quale nome assuma. Se il cardinale decano non dovesse prender parte al Conclave per aver compiuto 80 anni come previsto dalla Costituzione Apostolica di Paolo VI Ingravescentem aetatem, le sue funzioni durante le fasi elettorali nella Cappella Sistina saranno esercitate dal Sottodecano e giù via.

Eminenza: titolo onorifico che spetta soltanto ai Cardinali.

Fumata: bianca o nera, esce dal comignolo che viene montato sul bordo del tetto della Cappella Sistina in occasione del Conclave. La fumata bianca è il segnale per la gioia per l’elezione del nuovo Papa, quella nera della delusione per il mancato accordo tra i cardinali. Il colore bianco nasce bruciando le schede elettorali con l’aggiunta di paglia umida e/o di sostanze chimiche, o di un fumogeno. Il fumo nero nasce con la bruciatura delle schede, degli appunti e dei documenti delle votazioni, con l’aggiunta di una sostanza colorante. A partire dal Conclave del 2005, la fumata bianca è accompagnata dal suono delle campane a festa della Basilica di San Pietro in Vaticano e le stufe sono diventate due: a quella tradizionale, dove vengono bruciate le schede della votazione, ne è stata aggiunta una seconda, contenente fumogeni artificiali per migliorare la visibilità.

Giovanni: è il nome più ricorrente nella genealogia dei Papi. Ad oggi son 23 i sommi Pontefici che hanno portato il nome dell’Apostolo evangelista. Giovanni XXIII, Papa Roncalli, sanò con la sua scelta l’interruzione causata con l’antipapa con lo stesso nome che si fece eleggere nel 1410. Passarono quindi ben 548 anni per giungere al 28 ottobre 1958 quando un nuovo Papa si sarebbe imposto di nuovo il nome giovanneo.

Giuramento: lo ha effettuato a nome di tutti i cardinali in Conclave il cardinal Re, primo dell’ordine dei Vescovi, in quanto il Decano e il protodecano hanno più di 80 anni: “Noi tutti e singoli Cardinali elettori presenti in questa elezione del Sommo Pontefice – si legge nella Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, emanata da Giovanni Paolo II il 22 febbraio del 1996 – promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo di osservare fedelmente e scrupolosamente tutte le prescrizioni contenute nella Costituzione apostolica del Sommo Pontefice. Parimenti, promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo che chiunque di noi, per divina disposizione, sia eletto Romano Pontefice, si impegnerà a svolgere fedelmente il munus Petrinum di Pastore della Chiesa universale e non mancherà di affermare e difendere strenuamente i diritti spirituali e temporali, nonché la libertà della Santa Sede. Soprattutto, promettiamo e giuriamo di osservare con la massima fedeltà e con tutti, sia chierici che laici, il segreto su tutto ciò che in qualsiasi modo riguarda l’elezione del Romano Pontefice e su ciò che avviene nel luogo dell’elezione, concernente direttamente o indirettamente lo scrutinio; di non violare in alcun modo questo segreto sia durante sia dopo l’elezione del nuovo Pontefice, a meno che non ne sia stata concessa esplicita autorizzazione dallo stesso Pontefice; di non prestare mai appoggio o favore a qualsiasi interferenza, opposizione o altra qualsiasi forma di intervento con cui autorità secolari di qualunque ordine e grado, o qualunque gruppo di persone o singoli volessero ingerirsi nell’elezione del Romano Pontefice”. A seguire, in processione, ciascun cardinale reciterà la seguente formula: “Ed io (nome) Cardinale (cognome) prometto, mi obbligo e giuro; così Dio mi aiuti e questi Santi Evangeli che tocco con la mia mano”.

Habemus Papam: è l’esclamazione solenne rivolta alla folla in attesa in Piazza San Pietro con la quale il cardinale protodiacono, dalla loggia della basilica di San Pietro, comunica l’avvenuta elezione del nuovo Papa. “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam! Eminentissimum ac reverendissimum dominum, dominum (il nome del cardinale eletto in accusativo latino), Sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalem (il cognome non tradotto in latino), qui sibi nomen imposuit (il nome pontificale in genitivo latino con l’eventuale progressione in numerica)”. La traduzione: “Vi annuncio una grande gioia: abbiamo il Papa! L’eminentissimo e reverendissimo Signore, Signor (nome), Cardinale (cognome) di Santa Romana Chiesa, il quale si è imposto il nome di (nome scelto)”.

Inizio del pontificato: Papa Benedetto XVI ha ripristinato in pubblico l’atto di obbedienza di tutti i cardinali presenti alla concelebrazione dell’Inizio del Ministero Petrino, così che il gesto che in Cappella Sistina, subito dopo l’elezione, è compiuto dai Cardinali Elettori, ha nuovamente una dimensione pubblica, aperta a tutto il Sacro Collegio, per assumere al tempo stesso un carattere di cattolicità.

Lacrime: è la Stanza delle Lacrime, che svolge funzione di sacrestia della Cappella Sistina, ad accogliere il neo eletto Papa, in un momento di raccoglimento, al quale fa seguito la vestizione con i paramenti pontifici, prima di affacciarsi dalla Loggia delle Benedizioni.

Motu Proprio: è un documento sovrano che certifica che le concessioni in esso contenute sono state fatte per iniziativa esclusiva del romano pontefice.

Nome del Papa: è una consuetudine millenaria quella della scelta da parte del Papa neo eletto di un nome liberamente scelto che lo identifichi nel Ministero Petrino. Gli viene rivolta la domanda di prammatica dal cardinale Decano o chi per lui “Quo nomine vos vocari?”, “Come vuoi essere chiamato?”. Non esiste una norma precisa che imponga la scelta del nome. È possibile anche che mantengano il loro nome.

Ospizio di Santa Marta: oggi casa Santa Marta, è il luogo dove risiedono, come nel 2005, i cardinali conclavisti.

Papa: dal greco papas o pappas, vuol dire padre. Titolo oggi riservato nella Chiesa Cattolica Romana solo al Sommo Pontefice, in quanto padre di tutti i credenti, nella Chiesa dei primordi (almeno fino al IV secolo) era un termine riferito a tutti i vescovi indistintamente.

Quorum: al n. 62 dell’Universi Dominici Gregis, Giovanni Paolo II ha abolito i modi di elezione per acclamazione e per compromesso, lasciando dunque la sola modalità a scrutinio segreto. Per l’elezione canonicamente valida del Papa, servono “almeno due terzi dei suffragi, computati sulla base degli elettori presenti e votanti”, si legge nel Motu Proprio Normas nonnullas di Benedetto XVI.

Rinuncia: il Codice di diritto canonico prevede esplicitamente che un Papa rinunci al suo mandato. Il comma 2 del canone 332 recita, infatti, così: “Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti”.

Servus Servorum Dei: si deve a San Gregorio I “Magno” il fatto di aver reso questa espressione uno dei titoli pontifici: indica una condizione di profonda umiltà nel ministero petrino. Questo appellativo venne usato dal Santo Papa come risposta all’uso pomposo del termine “patriarca ecumenico” che veniva fatto dal patriarca Giovanni di Costantinopoli.

Titoli Pontifici: gli altri titoli del Papa sono: Vescovo di Roma; Vicario di Gesù Cristo; Successore del Principe degli Apostoli; Sommo Pontefice della Chiesa Universale; Primate d’Italia; Arcivescovo e Metropolita della Provincia Romana.

Universi Dominici Gregis: è la Costituzione Apostolica promulgata il 22 febbraio 1996 “Festa della Cattedra di San Pietro”, con la quale il Beato Giovanni Paolo II aggiornava le norme regolanti la Sede Apostolica Vacante e l’elezione del successore di Pietro. Benedetto XVI l’11 giugno 2007 e il 18 febbraio 2013, attraverso due “Motu Proprio” ha precisato e variato alcuni aspetti delle norme woytjliane.

Vaticano: zona bonificata per la creazione di un maestoso circo ad opera di Caligola e Nerone, dove si tramanda, secondo gli Annales di Tacito, il martirio di un gran numero di cristiani per crocifissione, tra i quali poteva esserci anche San Pietro; quindi abbandonato il circo neroniano, iniziò a diventare luogo di sepolture sparse, e poi una grande necropoli mista, pagana e successivamente cristiana, anche con sepolcri sontuosi. Intorno alla basilica Costantiniana, iniziata verso il 319 si vennero a edificare i primi insediamenti che con la sovrapposizione nei secoli delle costruzioni, dei palazzi, delle chiese, degli orti, diedero origine al Vaticano di oggi.