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Tutti “Insieme”, al servizio di chi ci è vicino

Cooperative nella nostra zona ce ne sono tante, ma una è abbastanza particolare e sta muovendo i suoi primi passi: è la Cooperativa sociale INSIEME e già la sua denominazione esprime le modalità del suo prossimo cammino.
“È nata nelle Parrocchie di San Gaudenzo, San Raffaele e Sant’Andrea dell’Ausa su suggerimento dei parroci. Il suo fine è gestire le opere parrocchiali già avviate e quelle che in futuro potranno nascere e che le Parrocchie, in quanto tali e per loro natura, non possono gestire. – risponde la neo presidente Anna Maria Annibali – È una grande novità il fatto che tre Parrocchie che costituiscono una Zona Pastorale promuovano una Cooperativa ovvero una entità laica votata alla gestione di opere pensate e sviluppate per porre attenzione e dare risposte ai bisogni delle persone con cui ogni giorno nelle nostre Comunità veniamo a contatto. È chiaro che una cooperativa non nasce e non vive da sola. Ha bisogno di braccia, di testa e di gambe e, soprattutto, di volontà e di condivisione”.

Ufficialmente nasce il 9 marzo 2012.
“Nella fase della costituzione è stato necessario trovare subito persone disposte a condividere questo progetto affinchè questa idea diventasse sempre più grande e si allargasse a tutti i parrocchiani e, perché no, col tempo anche oltre i confini parrocchiali.
Come soci Fondatori, oltre ai tre sacerdoti, si sono affiancate persone che hanno costituito il nucleo che ha avviato l’iter di costituzione della cooperativa, condividendo lo Statuto e procedendo poi con l’atto notarile.
Questo nucleo fondativo ha iniziato ad operare per tutti i passaggi burocratici per la vita della cooperativa”.

Quanti sono i Soci fondatori?
“Sono dodici. Alcuni di questi svolgono attività lavorativa all’interno della cooperativa, altri sono volontari, tutti hanno messo risorse economiche e personali affinché la cooperativa possa iniziare ad operare. È una Cooperativa Sociale di tipo A e di tipo B cioè per Statuto deve occupare una percentuale di personale rientrante fra i soggetti svantaggiati come previsto dalla normativa vigente”.

A che punto siete?
“Per il momento si è conclusa la prima parte del percorso per avviare l’attività di gestione della ristorazione del Campo Don Pippo, una delle due opere che la Cooperativa è chiamata a gestire. La ristorazione al Campo ha aperto ufficialmente il 3 giugno. La formula della ristorazione al Campo Don Pippo rimane sempre la stessa ovvero è possibile andare liberamente o, su prenotazione, tutte le sere, ma la domenica rimane disponibile alle parrocchie quindi i parrocchiani che vogliono cenare al Campo possono ordinare al ristorante oppure portarsi la cena da casa. Questo è lo spirito che è sempre stato alla base della fruibilità del Campo e noi abbiamo condiviso e accettato di continuare su questa strada”.

Un altro progetto è Casa Betania.
“Questa sarà utilizzata come Centro Diurno per Anziani Autosufficienti. Si trova in via Marecchiese 53, nel territorio della Parrocchia di San Raffaele. Stiamo mettendo a punto tutti i passaggi burocratici e molto presto entreremo a pieno titolo in questa attività. È chiaro che le pratiche sono complicate e delicate quindi dobbiamo fare le cose con precisione”.

Qual è l’obiettivo di Casa Betania?
“È quello di riuscire a dare risposte a persone anziane sole che rischiano di isolarsi e di non avere rapporti con nessuno. Il Centro vuole essere anche un aiuto per le famiglie che hanno persone anziane da seguire e che per impegni di lavoro rischiano di lasciarle sole. È un modo per rasserenare la vita di queste persone ma per le nostre comunità parrocchiali, in cui complessivamente si contano 20.000 abitanti, è una ricchezza che non va ignorata.
Oltre a dare risposte a chi ha questi bisogni ci sarà anche la possibilità di soddisfare qualche richiesta occupazionale di cui in questo momento c’è tanto bisogno.
Ciò che a noi preme è che si recepisca il messaggio che la Cooperativa è un patrimonio delle tre parrocchie e riuscirà a crescere e a dare risposte solo se i parrocchiani si lasceranno coinvolgere da questa nuova esperienza”.

Come?
“Innanzitutto diventando soci, quindi partecipando attivamente alla vita della Cooperativa e, siccome non tutti potranno essere soci lavoratori, lo Statuto prevede anche la possibilità di essere soci sovventori o volontari.
Questo sarà possibile acquistando una o più quote (ognuna ha il valore di euro 100) contribuendo ed aiutando così la Cooperativa a crescere.
Noi auspichiamo che questa diventi veramente una bella occasione per metterci in gioco come laici e come cristiani, per far crescere le nostre comunità su una nuova sfida pastorale e sull’impegno sociale”.

Francesco Perez