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In trincea senza orari

Da tre settimane lavora almeno dodici ore al giorno, senza conoscere né sabato né domenica. Con una vita familiare perlomeno “rimandata”. È in prima linea, dove il “nemico” è più aggressivo, e deve chiamare a raccolta medici e infermieri. Ma non chiamatelo eroe. Preferisce essere citato come medico che esercita le sue funzioni, insieme a tanti colleghi e infermieri esempio di abnegazione.

Giuseppe Nardi (in basso a sx), primario delle Unità operative Anestesia e Rianimazione degli ospedali di Rimini e Riccione, e direttore del Dipartimento di Chirugia di Rimini, racconta la sua battaglia con il Coronavirus.

Dopo un lieve arretramento dei contagi, sono purtroppo tornati a salire in maniera importante. Cosa dobbiamo aspettarci? Quanti giorni dovrà durare il picco?
“Non è facile, di fronte ad una patologia inedita come questa, fare simili previsioni. Quello che possiamo dire è che teniamo costantemente monitorata la situazione e che una ricerca delle positività molto proattiva aiuta a cercare di contenere la diffusione della malattia”.

Quante persone sono ricoverate al momento? E in quali condizioni?
“Le persone ricoverate con diagnosi di covid 19 sono 120, di cui in Terapia intensiva 20. Il numero tende a variare poiché a seconda dell’evoluzione del suo quadro clinico un paziente può essere ad esempio dimesso per essere seguito in isolamento domiciliare e altri pazienti entrano, e a seconda del mutare della loro situazione possono passare dal reparto di degenza alla Terapia intensiva.

Quanti posti letto sono disponibili in terapia intensiva?
“Attualmente a Rimini 26, ma li implementeremo ulteriormente a 32. A Riccione abbiamo altri 10 posti letto utilizzabili”.

Colleghi medici e infermieri: come state affrontando il Coronavirus? Deve sostenere psicologicamente qualche collega?
“La situazione non è semplice. Tutti siamo chiamati a lavorare tanto e devo dire che sia i medici sia gli infermieri stanno dando il massimo senza risparmiarsi. È un’abnegazione davvero lodevole. Capita anche che vi siano dei momenti di stanchezza. Ci si aiuta a vicenda e la Direzione ha messo in campo anche un aiuto psicologico. E anzi colgo l’occasione per ringraziare di cuore le psicologhe che ci stanno seguendo.

Un supporto psicologico viene offerto anche alle famiglie dei ricoverati che vivono un duplice dramma: la malattia del loro caro e il dolore della separazione. Noi abbiamo fortemente voluto una Terapia Intensiva ’aperta’. Abitualmente i familiari possono stare al capezzale del loro caro molte ore al giorno e questo è importantissimo per gli uni e per gli altri. Questa malattia, con la sua grande capacità diffusiva, impone la separazione e ci costringe ad impedire l’accesso ai famigliari dei pazienti. Un dramma anche per noi”.

C’è chi ha paventato, nel caso di collasso della sanità, che medici anestesisti debbano scegliere tra chi assistere e chi no. Lei che ne pensa?
“Come ho detto prima, fare previsioni è impossibile. Noi lavoriamo seguendo protocolli nazionali e internazionali”.

Come contrastare oggi il Covid-19?
“Serve il massimo impegno di tutti, nel rispettare le disposizioni che sono state date, e cioè la permanenza a domicilio per tutti, la limitazione dei contatti ed il rispetto rigoroso della quarantena per chi si trova in quella situazione”.

Arriveranno nuovi medici?
“La Direzione Aziendale è al lavoro costante per trovare rinforzi, ne dovrebbero arrivare alcuni a breve.
La ’squadra’ attuale conta 55 medici tra Rimini e Riccione, e 55 infermieri all’Infermi e 26 al Ceccarini”

Gli attuali quante ore lavorano al giorno e in settimana?
“Da tre settimane, da quando è iniziata la nostra battaglia, ho sempre lavorato almeno 12 ore al giorno, compresi sabato e domenica. Ma non sono certo il solo: molti miei collaboratori, anche dottoresse con bimbi piccoli, fanno turni massacranti che impediscono loro di avere una vita familiare normale”.

Cosa può dire ad un paziente ricoverato oggi nei suoi reparti?
“Che hanno al loro fianco un’equipe che lotta con ogni forza per farli guarire e sopratutto, che ci mette davvero l’anima”.