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Trasporto pubblico locale, i biglietti saranno più cari

Se siete tra quelli che utilizzano spesso i mezzi pubblici a quattro ruote, allora sedetevi comodi in poltrona perché per voi ci sono novità. Pessime, naturalmente. O almeno questo è quanto emerso dalla tavola rotonda «Manovra finanziaria: effetti e ripercussioni sul trasporto pubblico locale» promossa da Start Romagna alla sede SGR di Rimini. In soldoni, il futuro più prossimo è nero, per i dipendenti ma anche per i passeggeri che si ritroveranno meno corse con biglietti che, invece, saranno più costosi. Tutta colpa dei nove milioni e mezzo di euro “tagliati” dal Governo che dovevano servire alla nuova spa che aggrega, ricordiamolo, le aziende romagnole del Trasporto Pubblico Locale. A gettare le prime ombre sul Tpl ci ha pensato Sergio Amadori, presidente della Start Romagna.
“Per un servizio pubblico – ha detto – sarebbe controproducente andare a incidere sugli abbonamenti come quelli degli studenti o quelli annuali, quindi se vogliamo aumentare gli introiti bisogna farlo attraverso un rincaro del ticket”.
Ma non di tutti, solo di quelli che vengono usati in maniera occasionale. Il “più” sarebbe di venti centesimi, con il biglietto che passerebbe dall’attuale euro di costo, all’euro e venti. Che in un primo momento potrebbe sembrare un’inezia, ma che se viene pensato al periodo estivo e alle migliaia di turisti in giro per le città della provincia, fanno una bella cifra.
“Questo – continua Amadori – partendo dal fatto, ed è giusto rimarcarlo, che il Trasporto Pubblico Locale in Romagna è tra i più bassi d’Europa”.
Le brutte notizie non arrivano solo per i fruitori dei mezzi, ma anche per chi li guida e per chi sta dietro le scrivanie. Il costo del lavoro, infatti, pesa sul bilancio della holding per oltre il 60 per cento, quindi è logico pensare che la neonata spa intervenga proprio su questo. In totale i dipendenti della Start Romagna sono circa 900 con un parco di 700 veicoli che servono oltre un milione di cittadini. Quindi i primi a finire con le spalle al muro saranno tutti quei dipendenti che si ritrovano con un contratto a tempo determinato. Una scure che per Rimini significa mettere in allarme una trentina di lavoratori.
Altra brutta notizia arriva dall’assessore regionale ai Trasporti, Alfredo Peri. Se tutto verrà confermato, se il Governo davvero stringerà i cordoni, una soluzione per risparmiare sarebbe quella di diminuire le linee perché “chi pensa che agire sulla frequenza delle corse potrebbe portare frutti, si sbaglia. O meglio, si risparmierebbe certamente gasolio ma mezzi e personale dovrebbero comunque essere impiegati”.
Insomma, la situazione non è molto rosea. E a gettare ancora più benzina sul fuoco ci pensa la Cisl. “Non si può scaricare la croce semplicemente sul Governo che taglia, dimenticando le responsabilità che in questi anni erano in capo alle Amministrazioni locali e a chi ha gestito queste aziende generando sprechi e buchi economici, senza mai risponderne. Anche loro è la responsabilità di questa situazione, non certo dei lavoratori. Cosa si è fatto in questi anni per aumentare la velocità commerciale, mettere le aziende nella condizione di essere efficienti e competitive, ridurre i costi dei Consigli di Amministrazione, realizzare sinergie, “fare impresa”, aumentare il dimensionamento di queste imprese, favorire l’intermodalità? La Start per ora è una scatola vuota, non gestisce alcun servizio e le difficoltà, se esistono, stanno in capo alle attuali aziende fino alla prossima fusione che è ancora da venire. Nessuno nasconde le criticità che dovremo affrontare, ma anche senza questo quadro poco incoraggiante un nuovo progetto di aggregazione delle aziende di trasporto romagnole andava fatto, a meno che qualcuno pensi di procedere alla privatizzazione strisciante di questo importante servizio pubblico”.
Sulla stessa linea anche la Cgil.
“Lo scenario è complicato, sia per le scelte del Governo che taglia 750 milioni di euro alla Regione per gli anni 2011 e 2012 che per le difficoltà a fare scelte e realizzare azioni capaci di aumentare la velocità commerciale dei mezzi pubblici e di organizzare le diverse modalità di trasporto dando la priorità a quello collettivo (parcheggi scambiatori e zone a traffico limitato). Con l’apertura di un urgente confronto sul piano industriale chiediamo che i gestori e gli amministratori proprietari si assumano le proprie responsabilità evitando di scaricare i loro insuccessi sul personale con atteggiamenti sbagliati e ricattatori”.
A cercare di riportare un po’ di calma, pensando soprattutto al futuro è il presidente della Provincia, Stefano Vitali che sottolinea come questo “sia il momento di guardare tutti in una stessa direzione, creando una sinergia che ponga fine ai viaggi della speranza verso Bologna”.
Servirà per rendere meno amaro il futuro su quattro ruote dei Riminesi?

Francesco Barone