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Tormentini

Neanche metterci Rimini serve, con buona pace della decantata riminesità. I tormentoni estivi non esistono più e non è colpa degli artisti che non li sanno fare. Semplicemente, una volta le canzoni che si sentivano erano quel manipolo che girava in radio. Oggi l’ascolto è molto più frammentato: nel tempo in cui leggete queste righe si potrebbero scaricare da internet una decina di brani di epoche e generi disparati (se lo fate, mi raccomando legalmente). Questa estate il giovane duo bresciano “La crisi di luglio” ha lanciato il singolo “Vacanze a Rimini”. Il comunicato stampa recitava che il brano aveva tutte le carte in regola per diventare un tormentone e molte testate, un po’ per fiducia un po’ per quel brutto vizio del copia incolla di noi giornalisti, lo hanno scritto. Pur non convincendo al 100%, soprattutto per l’azzardo di metterci dentro impegno e disimpegno, il brano era accattivante. Ma un tormentone non lo è diventato: alzi la mano chi, nella stessa Rimini, ne era a conoscenza. Un portale rock recensendo il loro lavoro di esordio in uscita ora (“In netta ripresa”) definisce Vacanze a Rimini “un piccolo successo”: curioso ossimoro ma realistico. Storie di provincia dal Garda, che ricordano gli 883, con sonorità britpop per chi apprezza il genere. Vale la pena dare almeno un’ascoltata, giusto per l’onore delle armi al mancato tormentone dell’estate. Non so neanche se l’hanno dato alla Publiphono: purtroppo non ho potuto controllare tutti i giorni.