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Tersicore, la regina danza!

Gli applausi alla fine di Terpsicore © Thomas Ziegler

Al Goethe-Theater lo spettacolo di danza con musiche di Händel Terpsicore, inserito nel cartellone del festival di Halle 

BAD LAUCHSTAEDT, 25  maggio 2024 – Merita il viaggio, anche senza avere la possibilità di assistere a uno spettacolo. Perché la sala teatrale che sembra uscita da un libro di favole, interamente lignea e dalle tenui tonalità rosa salmone, è semplicemente incantevole. A rendere più suggestivo l’edificio che l’accoglie, poi, contribuisce la cornice verde in cui l’antico teatrino – fu inaugurato nel 1802 – si trova immerso: a Bad Lauchstädt, una località termale a pochi chilometri da Halle. In passato la sua attività era stata guidata addirittura da Goethe, tanto che ancor oggi è conosciuto semplicemente con il suo nome. Del resto è nota la passione teatrale del genio tedesco, che spaziava dalla letteratura alle scienze (la sua teoria sui colori è ricordata ancor oggi) e che per alcuni decenni ha legato indissolubilmente il proprio nome alla vita culturale di Weimar, in particolar modo a quella del suo teatro.

La danzatrice Lisa Kirsch (Terpsicore) © Thomas Ziegler

Proseguendo lungo il filone francese, il secondo appuntamento del Festival Händel – ospitato in questo delizioso spazio – era con Terpsicore. Die Königin Tanz!, spettacolo suddiviso in due parti. La prima aveva come titolo Tersicore, mentre la seconda, che alternava brani dello stesso Händel e del suo contemporaneo Rameau, era un pastiche costruito su una drammaturgia ideata da Emanuele Soavi: coreografo formatosi in Italia, ma che ha sviluppato la sua carriera soprattutto in area tedesca, fondando una propria compagnia assai nota in campo internazionale.

Terpsicore è un prologo, su libretto di Giacomo Rossi, in forma di opéra-ballet (genere squisitamente francese), che il compositore musicò  a Londra per utilizzarla come premessa al suo Pastor fido: un’opera scritta oltre vent’anni prima, cui peraltro non è legata da alcun rapporto. Solo tre i personaggi, poiché ai due interpreti vocali – il dio Apollo e la musa della poesia lirica Erato – si aggiunge un’altra musa, quella della danza: appunto Tersicore. Nel 1734 Händel ne aveva concepito la musica espressamente per la celeberrima Maria Sallé (interprete del ruolo alla première londinese): ammiratissima danzatrice parigina e prima donna coreografa nella storia del balletto.

Sul palcoscenico del Goethe Theater, e talvolta in altre postazioni della sala, si sono alternate le due cantanti. Nei panni di Erato il bravissimo soprano Hanna Herfurtner, oltre a sfoggiare notevoli mezzi, voce piena e corposa, si è trovata sempre perfettamente a suo agio in una scrittura che richiede un notevole dominio delle agilità. Ad affiancarla, il mezzosoprano (ma con un’estensione in gran parte anche sopranile) Coline Dutilleul, solida artista che ha disegnato un Apollo debitamente peroratorio. La danzatrice Lisa Kirsch, avvolta in un abito arancione, ha dato invece forma al personaggio eponimo di Tersicore, imponendosi per la fluidità dei gesti, concepiti per destrutturare le forme più tradizionali del balletto e aggiornarle a un’originalissima forma di teatro-danza. Per coadiuvare il suo intervento sono intervenuti altri tre danzatori della compagnia: Federico Casadei e Lorenzo Molinaro, insieme alla coreana Taeyeon Kim.

L’esecuzione musicale era affidata alla Lautten Compagney Berlin, insieme di ottimi specialisti che utilizzano strumenti antichi, guidato con piglio deciso e scioltezza da Wolfgang Katschner, che ha saputo trarre dall’ensemble sonorità sempre ben amalgamate e scorrevoli. Se tali caratteristiche erano già emerse in Händel, sono apparse ancor più evidenti nella seconda parte: difficile ascoltare in Rameau un suono altrettanto corposo e, al tempo stesso, ritmicamente così ben scandito. Ne hanno beneficiato in primo luogo i quattro danzatori (in questo caso alla Kirsch è subentrato lo ieratico australiano Joel Small), impegnati in un ruolo inevitabilmente più significativo rispetto alla prima metà del programma. Ma pure le due interpreti vocali non hanno mancato ancora una volta di far emergere, confermandole, le loro qualità.

Giulia  Vannoni