Sul palco s’improvvisano AttiMatti

    Attori nelle piazze, rappresentazioni nelle scuole, commedie durante cene di lavoro: il teatro assume nuove forme, come quella dell’improvvisazione. E torna in auge dopo esser stato confinato per anni in piccole nicchie di raffinati amanti del genere. Già, volgendo lo sguardo ai tanti spettacoli seguiti da appassionati spettatori di ogni età che negli ultimi tempi vanno in scena a Rimini e nella sua provincia, sembrerebbe proprio così.
    Ne parliamo con Marco Mussoni direttore artistico dell’Associazione AttiMatti che si occupa principalmente, ma non solo, d’improvvisazione teatrale (le commedie nascono grazie ad uno spunto e si sviluppano nel corso della serata grazie anche al coinvolgimento di spettatori-attori).
    A cosa si deve questo rinnovato interesse?
    “Diciamo che, grazie ad una preparazione e a un allenamento costante, si possono soddisfare varie esigenze, coprendo tempi scenici e argomenti di qualsiasi tipo e quindi i progetti hanno gestazioni più brevi rispetto ai tradizionali generi teatrali con esigenze economiche meno elevate. Tutto ciò non va a scapito della qualità artistica e anche per questo questi spettacoli sono sempre più richiesti”.
    Ma come si entra in questo campo? Come nasce un attore?
    “Sono attore professionista dal 2003, regista e direttore artistico di AttiMatti dal 2009, e autore di pièce e piccoli gialli utilizzati in www.cenecondelitto.com già dal 2006. Mi ha sempre stimolato l’idea di riprodurre la realtà, le emozioni, e poi riuscire a trovare l’aspetto grottesco di ciò che ci circonda. Dopo essermi divertito con amici in video e sketch, nel 1996 mentre studiavo Matematica a Bologna, ho partecipato ad un laboratorio teatrale che mi ha permesso di interpretare Tebaldo per 50 repliche nel «Giulietta e Romeo» con la Compagnia Stabile di Bologna”.
    Le compagnie nascono nei modi più svariati, da scuole, da attori con reciproca affinità. Come nasce quella che dirige?
    “L’associazione AttiMatti nasce nel 2001, grazie all’interessamento di una dozzina di ragazzi, me compreso, verso l’improvvisazione teatrale. Tutto è partito da un corso tenuto a Riccione dall’attore e regista fiorentino Daniele Marcori, che insieme ai componenti di quel corso ha fondato l’associazione con l’intento di sviluppare l’improvvisazione teatrale sul territorio riccionese. Con il passare degli anni, gli obiettivi sono aumentati e ora vengono incentivati percorsi che soddisfino le esigenze dei nostri attori amatori e professionisti, perché si possa crescere non solo nell’ambito dell’improvvisazione: è anche per questo che si stanno sempre più intrecciando rapporti con artisti d’importanti compagnie della provincia riminese”.
    Cosa significa improvvisazione? Si inventano scene partendo da una base?
    “Niente basi, abbiamo alcuni codici-regole per sviluppare le idee. Basta uno spunto, una parola e prendono forma 5 o 10 minuti di una storia di cui nessuno prima sapeva nulla. Ma l’improvvisazione teatrale non ha solo una formula (format) e da qualche anno, con attori specifici, realizziamo intere commedie che nascono e muoiono nell’arco di un’ora o poco più, grazie ad un solo spunto lanciato ad inizio serata. Ogni autunno, al Teatro del Mare di Riccione, salgono sul palco i migliori improvvisatori d’Italia (un 50% degli attori arrivano da altre città) ed anche in tali occasioni qualcuno del pubblico ha la piacevole sensazione di essere la scintilla che fa nascere una storia”.
    C’è un futuro per chi vuole intraprendere questa strada in maniera professionale e non solo come hobby?
    “Possibilità lavorative in questo campo ci sono, sicuramente, come del resto in ogni altro ramo del mondo dello spettacolo, non è l’aspetto economico il fattore più allettante”.
    Passione unita a dedizione e creatività. Ecco la chiave per entrare e restare nell’affascinante mondo dell’arte “recitata”. L’applauso è la conferma che dà ad ogni artista la carica per continuare il cammino.

    Silvia Ambrosini