Home Cultura Storia di un amicizia: il “Tu” di Gioele Dix

Storia di un amicizia: il “Tu” di Gioele Dix

Gioele-Dix-RiminiUno spettacolo originale e molto particolare. Così audace che solo il “Meeting poteva ospitarlo, e non perché io sia di Comunione e Liberazione ma per quello che porta con sé. Sarà una sorpresa”. Gioele Dix (alias David Ottolenghi) lo confessa con il cuore in mano al teatro Galli durante la presentazione della XXXII edizione della kermesse. Diversi come due gocce d’acqua è il nuovo monologo che l’attore piemontese – noto al pubblico per Zelig ma anche profondo interprete teatrale e regista, allievo di Franco Parenti, nonché appassionato divulgatore della Bibbia – porterà in scena mercoledì 24 agosto (prevendita biglietti www.meetingrimini.org) in occasione del Meeting del “Tu”. E non è un caso: la consapevolezza di essere un bene l’uno per l’altro sale con affetto anche sul palcoscenico.

Gioele Dix, Lei allestirà a Rimini uno spettacolo cucito appositamente per il Meeting. Da dove nasce questa scelta?
“Da una pizza con birra mangiata insieme ad Otello Cenci (direttore artistico del Meeting, ndr), e una dissertazione sul meraviglioso titolo del Meeting. Dopo la collaborazione per lo spettacolo inaugurale del 2015 (al quale Dix ha prestato la voce insieme ad altri attori, ndr), Otello mi ha invitato a verificare se la mia storia d’amicizia con Renzo non potesse diventare oggetto di uno spettacolo. Mi sono lanciato a cuore aperto. Poi, come spesso mi accade, ci ho ripensato e dopo una notte di travaglio, avevo cambiato idea.
Temevo di speculare per mestiere su un’amicizia determinante per la mia vita. è stato determinante l’intervento di mia moglie: «non c’è altro posto in cui potresti allestire questo spettacolo se non il Meeting. E così ad agosto sarò a Rimini. Spero proprio che a Renzo Marotta non dispiaccia”.

Un’amicizia fraterna, la vostra.
“Io ebreo, lui di Comunione e Liberazione uniti sin da bambini – all’epoca avevo 11 anni – da una grande amicizia e dall’interesse per i temi della fede.
Ci siamo scelti, e – seppur tanto diversi – siamo cresciuti insieme. Ci univano tre passioni: la musica, il mare e la fede. Lo stesso impulso vitale a cercare il perché delle cose. Renzo poi ha abbracciato il movimento di Cl; questa parola – movimento – è incisiva. Io mi muovo molto ma con poca direzione. Dietro un suo invito vado persino ad ascoltare don Giussani ad una Via Crucis, un prete che inventa parole e avverbi assurdi come «tentativamente».
Cresciamo ancora, io e Renzo, e diventiamo padri. Le scelte della vita ci allontanano ma restiamo sempre amici e vicini, e continuiamo a cercarci, con i nostri discorsi che riprendono sempre dallo stesso punto in cui li avevamo lasciati la volta precedente. Renzo muore a 30 anni in un incidente stradale. E la mia vita si divide tra un prima e dopo Renzo”.

Diversi come due gocce d’acqua è dunque la storia che avrebbe voluto raccontare da anni, ma si è sempre trattenuto per pudore?
“Anche della morte del tuo migliore amico devi fartene una ragione: la vita non finisce e continui a portare nel cuore la ricchezza di un’amicizia che ha segnato per sempre l’esistenza. I migliori li prende Dio, si dice: ma con il Padreterno spesso discuto e litigo su questo punto: con un amico tu hai perso una parte di te stesso, sei devastato e gli altri non possono capire”.

Sarà una confessione?
“Non intendo assolutamente raccontare i fatti miei al pubblico di Rimini, non saprebbe che farsene; cercherò piuttosto di portare in scena le pieghe più interessanti di questa consapevole amicizia per fornire anche alcune chiavi di lettura.
Sono grato al Meeting per l’occasione che mi offre: cercherò di conservare sul palco l’amplomb dell’attore ma non sarà facile, sapendo che Renzo Marotta sarà un po’ più presente”.

Paolo Guiducci