SS 16, quella variante da… variare

    Terza corsia dell’A14 e variante della Statale 16 in affiancamento, lato mare. C’è chi considera queste due opere necessarie per lo sviluppo locale, per snellire il traffico turistico e commerciale e inserire una volta per tutte la provincia di Rimini nel Corridoio Adriatico, in collegamento, oltre i confini nazionali, anche con i paesi balcanici e il Nord Europa. C’è invece chi guarda loro come fumo negli occhi. Impatto sull’ambiente ed il territorio, smog e rumore dovuti ad un incremento dei flussi di traffico, oltre ai danni ai cittadini che dovranno lasciare casa e terra per fare spazio alla maxi-arteria: critiche innescate come micce dal Comitato riminese per il trasferimento dell’A14, sostenuto dal Movimento 5 Stelle-Beppe Grillo.
    I contestatori hanno portato la protesta, con tanto di cartelli, mascherina anti-smog e proposte alternative, anche di fronte al Consiglio comunale di Rimini.
    Fino a che punto queste rimostranze possono essere ascoltate? Con questa pagina cominciamo ad approfondire la questione “ricucendo”, pezzo per pezzo, il progetto predominante e quello alternativo, le obiezioni al primo e le risposte della “stanza dei bottoni”.

    Le obiezioni del Comitato
    Partiamo dalle posizioni del Comitato. La battaglia contro la realizzazione della nuova statale a fianco dell’autostrada, non è affatto recente. Parliamo di obiezioni che si tramandano da decenni se è vero che lo stesso Comitato è nato a Rimini nel gennaio 1991.

    “Una maxi-barriera vicina alla città”
    Questa la causa che il gruppo porta avanti da quindici anni: con il potenziamento della A14 si realizzeranno sei corsie più due di emergenza; otto corsie, dunque, cui si affiancheranno le quattro della nuova Ss16 che dal tratto autostradale disterà 15 metri così da lasciare spazio, in un futuro più o meno remoto, anche ad una quarta o quinta corsia. Il risultato, messo all’indice dal Comitato, sarà un’infrastruttura larga 70 metri, per un totale attuale di dodici corsie che – viene ipotizzato – in futuro potrebbe anche raggiungere una larghezza di 90-100 metri. Una vera barriera secondo le descrizioni e previsioni del Comitato, che per di più nel tratto riminese, sottolinea il coordinatore Carlo Baldantoni, “passerà a soli 1.200 metri dal centro”. Il tutto, aggiunge, con “centinaia di abitazioni da demolire, consumo di terreno agricolo e urbano pregiato e danni incalcolabili alla salute”.

    “Danni a salute e inquinamento”
    Il Comitato insiste sui rischi di inquinamento per un territorio “già fuori legge per gli sforamenti dei livelli di Pm10”. Rischi al centro dell’assemblea pubblica organizzata il mese scorso alla sala parrocchiale del Villaggio Primo Maggio, con ospiti l’oncologo Ruggero Rinaldi che ha spiegato come l’inquinamento atmosferico, di cui il traffico veicolare costituisce una parte rilevante, sia tra le principali cause dell’aumento di tumori, e Leonardo Marotta, esperto di valutazioni di impatto ambientale, che ha sottolineato invece come l’aumento di corsie di un’autostrada non porti ad una diminuzione del traffico. Poco tempo dopo, ha ribadito, la congestione torna agli stessi livelli.

    La proposta alternativa
    Allora? Non resta che presentare alternative concrete, semmai il Comitato fosse ancora in tempo. Ebbene, la proposta bis avanzata in tandem con la Circoscrizione 6 del comune di Rimini c’è. Con tanto di cartine. Si tratta di realizzare un nuovo tracciato autostradale più a monte mediante la creazione di due gallerie: una di 5 Km sotto il colle di Covignano e l’altra di 1,5 Km sotto il colle di San Martino Monte l’Abate e San Lorenzo in Correggiano. E la nuova Statale? Ci sarebbe già, in quel tratto diventerebbe infatti la vecchia A14 dismessa e declassata. In questo modo, spiega Baldantoni, “si allontanerebbero i flussi di traffico extraurbano e si abbatterebbero le emissioni inquinanti prodotte in galleria attraverso la realizzazione di due centrali, interrate, che filtrerebbero e depurerebbero gas e polveri sottili. Non solo, si abbatterebbero anche le emissioni acustiche”. Il Comitato guarda a Cesena che con la “Secante” ha realizzato 2 Km di galleria con filtri che depurano oltre l’85% dello smog.
    Insomma, se si sposta l’autostrada la nuova statale è pronta: basta fare gli svincoli. Ma quanto è concretizzabile questa idea che, ricordiamo, viene portata avanti da quasi vent’anni? C’è da tener conto che i lavori per la terza corsia dell’A14 sono iniziati all’altezza della galleria di Scacciano e sono stati anche consegnati (alla Pavimental Spa) per il lotto in corrispondenza di Covignano…
    Quanto costerebbe il progetto bis? Dal Comitato assicurano che se si considerano i costi della terza corsia (430 milioni di euro) e quelli della variante Ss16 (altri 400 milioni circa) più le spese che Autostrade per l’Italia e Anas dovranno sostenere per gli espropri, non costerebbe molto di più. Anzi…
    La causa il 27 maggio è approdata in consiglio comunale (dopo il sit-in di protesta) con un’interrogazione del consigliere Pdl Giuliana Moretti. Il sindaco Ravaioli si è detto disponibile a “disegnare un nuovo tracciato per la Ss 16” aggiungendo che per i cittadini che perderanno la casa con l’operazione espropri (un centinaio di case abbattute, molte altre troppo vicine all’infrastruttura) si introdurranno nel prossimo Piano Strutturale “facilitazioni per una ricollocazione”.

    La parola alla Provincia
    Proviamo a farci portavoce delle rimostranze del Comitato e chiediamo lumi alla parte tecnica e politica. Con l’aiuto del dirigente provinciale alla Mobilità, Alberto Rossini, ricostruiamo i progetti A14 e Ss16.

    Perché l’A14 non va spostata
    Partiamo dall’autostrada. Perché non è mai stata presa in considerazione l’ipotesi di spostarla a monte? Rossini sottolinea tre “buoni motivi” per lasciarla dov’è e affiancare ad essa, lato mare, la nuova Statale. “La prima ragione – spiega – riguarda la pianificazione urbanistica che l’ente fin dal primo Ptcp del 1999 (Piano territoriale di coordinamento provinciale) si è voluto dare: spostare il tratto autostradale più a monte vorrebbe dire anche allargare la parte edificata, creare una nuova linea di demarcazione per l’espansione urbanistica, cosa che si è voluto evitare e idea tra l’altro condivisa e recepita dai Comuni che hanno firmato il Ptcp e dalla Regione che l’ha fatta propria nel suo Piano delle infrastrutture e dei trasporti (Prit)”.
    Secondo: “Se oggi con la nuova Ss16 servono dieci svincoli, con lo spostamento ne servirebbero almeno altri dieci, con un’ulteriore occupazione di territorio e urbanizzazione”. Infine: “Società Autostrade ha avuto per la terza corsia una concessione da Anas di 29 anni rinnovabili di altri 29”. Dunque? “Se venisse rivisto il progetto bisognerebbe annullarla. Se ad Autostrade per l’Italia si è concesso di potenziare l’A14 secondo quel progetto, Anas non potrebbe automaticamente concedergliene un altro”. Verrebbero violate le normative europee in materia di anti-trust. “Cosa vogliamo fare? – sbotta Rossini – Ora che finalmente sono iniziati i lavori alla galleria di Scacciano, vogliamo interromperli, ripartire con la progettazione e aspettare ancora anni e anni?”.

    “Vietato tornare indietro”
    Troppo tardi per tornare indietro anche per l’assessore provinciale Vincenzo Mirra: “Ero anch’io un sostenitore dello spostamento dell’A14 – confessa – ma siccome il meglio a volte è contro il bene, il bene che oggi possiamo fare è portare a casa il progetto definitivo che Anas ha messo a bilancio per i prossimi due anni”.
    E le proteste dei cittadini? “Con queste opere si abbassano le concentrazioni di polveri sottili: c’è uno studio di impatto ambientale che dimostra che con la variante della Ss16 le emissioni di Pm10 scenderanno dalle 0,49 tonnellate per Km annue ad un valore pari a 0,09. Il traffico veloce è meno inquinante”.
    Resta l’impatto ambientale. “Nel Ptcp – chiarisce Mirra – abbiamo previsto un boulevard verde (piantumazioni di arbusti, ndr.) tra la prima linea di case e la fascia autostradale”. Il dirigente Rossini parla oltre che di “barriere fonoassorbenti di svariate decine di chilometri”, di “migliaia di ettari di nuove forestazioni, tra l’A14 e la Ss16 se anche il progetto della variante andasse in porto”.
    E le famiglie espropriate? “Saranno ricollocate in abitazioni più belle e in posizioni certamente migliori” chiosa Mirra. Insomma, solo vantaggi? “Sì – replica l’assessore – senza considerare che i lavori in corso per la terza corsia ci torneranno utili anche per la Ss16, dalla galleria che stanno realizzando a Scacciano a quella di Covignano”.
    Infine i costi. Il Comitato sostiene che tra le spese per le due opere e il prezzo da pagare per le centinaia di espropri (circa un terzo, spiega Rossini, del costo totale che è di quasi un miliardo di euro) sarebbe alla fine quasi meno costoso ripensare tutto. “E chi paga lo spostamento dell’autostrada? Nell’ipotesi immaginaria, bisognerebbe aggiungere al costo della nuova opera il rimborso ad Autostrade per l’Italia di 500 milioni di euro (terza corsia) più tutti i mancati guadagni per 29 anni, e forse anche per gli altri 29 rinnovabili, derivanti dall’annullamento della concessione. Le sembra poco?”.
    Sulla nuova Ss16 le stesse categorie economiche (ad eccezione degli agricoltori che hanno mostrato qualche perplessità per la perdita di terreni seminativi pregiati) chiedono “soluzioni in tempi brevi”. I problemi, come abbiamo visto, non mancano. Nelle prossime puntate vedremo meglio il tracciato della nuova Ss16, i nodi più critici (Bellaria, Villaggio Primo Maggio, a Rimini e Misano) e la questione espropri. Del resto se per l’A14 la partita sembra chiusa il discorso sulla Statale è ancora in divenire e le stesse amministrazioni si dicono aperte al confronto. Appuntamento alla prossima puntata.

    Alessandra Leardini