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Sotto il segno della fraternità

“Rimini città della fraternità”. Questo è l’auspicio dei partecipanti al Convegno “La città che ti assomiglia” che si è svolto, sabato 18 ottobre, nella Sala Manzoni.
Un’iniziativa ricca di testimonianze, musiche e immagini in occasione del decennale della cittadinanza onoraria conferita dalla municipalità a Chiara Lubich.
La fondatrice del Movimento dei Focolari, scrivendo sul Libro d’Oro della Città, augurava “Che i cittadini conoscano la gioia di una fraternità perfetta che irradi luce e amore tutto intorno”. Sulla scia di queste parole l’Associazione culturale La ginestra ha organizzato, con la partecipazione del Movimento dei focolari, l’evento per far riflettere sulle vie offerte dalla fraternità allo sviluppo della città riminese.

Giorgio Tonelli:“La città è ciò che noi siamo”
“Ciò che oggi è la città e ciò che noi siamo nella città – premette il giornalista RAI Giorgio Tonelli, moderatore dell’incontro -. Tutti, quindi, siamo corresponsabili del futuro della nostra città”.
“Rimini è migliore dell’immagine che ha”. Scriveva qualche tempo fa il giornalista e cittadino onorario Sergio Zavoli.
La città caotica e frivola dove s’incontrano genio e sregolatezza è anche patria di santi.

Mons. Lambiasi: “Terra feconda di profeti e santi”
“Rimini, se la conosci la ami – testimonia monsignor Francesco Lambiasi, Vescovo della Diocesi riminese -. L’esperienza mi ha fatto superare l’immagine di Rimini come capitale del divertimentificio, dell’effimero… È una città viva, aperta ad un’accoglienza che può divenire via di fraternità.
Rimini deve scegliere, ora ed ogni giorno, se muovere verso la potenza del denaro che in lei scorre abbondante in quanto capitale del divertimento oppure accogliere il sole come simbolo di Dio. Rimini può abbracciare nel sorriso quanti vengono dal grigiore di occupazioni che stancano l’anima e aprire a nuove speranze.
La nostra è una terra feconda di profeti e di santi. Ricordiamo Piero Pasolini per cui la scienza era canto di lode e il suo impegno per l’Africa era già desiderio di dialogo tra culture diverse. Alberto Marvelli, un cristiano che era tale in piazza, per la strada, nel suo assessorato, testimone di un impegno sociale e politico vissuto da cristiano con competenza e coscienza, per un servizio senza interessi che nasceva da un’intensa vita contemplativa. La vita e l’esempio di don Oreste Benzi con il suo messaggio “siate santi”, un invito per tutti noi a contemplare il volto di Cristo nei poveri.
La città che ci assomiglia, riprendendo la tematica del Convegno, non è Babele, ma Gerusalemme, dove Dio è di casa, e le persone non sono le une contro o senza, ma per e con le altre”.

Andrea Riccardi: Ascolto, compassione e condivisione
L’unità dei movimenti cristiani, un impegno sentito fortissimamente da Chiara Lubich nella sua vita, è stato testimoniato durante l’incontro da alcuni rappresentanti locali, così pure Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, impegnato in questi giorni come uditore invitato al Sinodo dei Vescovi, ha inviato un suo messaggio.
“Il patrimonio di Chiara Lubich ci spinge a ripensare, nella chiave dell’unità e della fraternità, la convivenza nelle nostre città europee – scrive Riccardi -. Rimini è una bella città, crocevia di mondi e culture, aperta a flussi e scambi; è molto significativo che nella motivazione del conferimento a Chiara della cittadinanza onoraria fosse menzionata la sua opera di costruzione di una civiltà dell’amore, della tolleranza e della solidarietà tra i popoli. È la sfida di vivere oggi questi valori all’interno di città che diventano sempre più microcosmi dove tutto il mondo è rappresentato. Quando prevale la paura le nostre città si chiudono, si blindano e la convivenza si inasprisce, il prezzo dell’insicurezza ricade spesso sui poveri e sugli stranieri. I cristiani hanno un grande compito: essere anima e lievito di una visione condivisa del futuro. Il carisma dell’unità di Chiara sostiene questo lavoro paziente e prezioso e l’ambizione di costruire città che assomigliano non all’uomo dominato dal pregiudizio e dalla paura, ma all’uomo che si lascia abitare dall’altro nell’ascolto, nella compassione e nella condivisione”.

Stefano Zamagni: Il principio di fraternità nell’economia
L’eredità di Chiara Lubich si ritrova anche nell’economia di comunione, una nuova via per una diversa distribuzione degli utili: un terzo per lo sviluppo dell’azienda, un terzo ai poveri, un terzo per la formazione dei membri del movimento. Un progetto che ha portato al proliferare di migliaia di aziende in Brasile.
“Parlare di fraternità in ambito culturale-filosofico, religioso o sociale è abbastanza facile, ma quando arriviamo alla sfera economica tutto cambia – evidenzia Stefano Zamagni, docente ricercatore di Scienze Economiche -. Il merito di Chiara e del Movimento da lei fondato dei Focolari è di aver portato il principio di fraternità nell’economia. Qui è la vera sfida perché la nostra economia di mercato ha come fondamento la legge: ogni uomo è un lupo nei confronti degli altri uomini da cui l’implicazione la tua morte è la mia vita.
Lo strumento base dell’economia di mercato è il contratto e lì non c’è l’applicazione del principio di fraternità perché esso postula la contrapposizione, il conflitto d’interessi e il tentativo dell’uno e dell’altro di ottenere il risultato migliore per sè. L’economia di comunione, quindi, rappresenta un’autentica sfida nell’epoca contemporanea. Essa ha il suo fondamento nel principio di reciprocità che nasce da un atto di gratuità dove il cambio non è equivalente, ma proporzionale alle possibilità e alle capacità. Nella relazione di reciprocità il dono è offerto, ma non possiamo esimerci dal ‘reciprocare’ in proporzione: potrebbe mai l’uomo dare a Dio l’equivalente del dono della salvezza?
È possibile realizzare il principo di reciprocità e le imprese di comunione lo testimoniano. Esse sono un migliaio è operano dentro il mercato, rispettano le regole e pagano le tasse, fanno tutto quello che gli altri fanno, ma il loro principio organizzativo è quello della reciprocità. Ora è evidente che questa esperienza va estesa e questa è una sfida che interpella tutti, non solo i Focolarini”.
Un documento è stato sottoscritto dai partecipanti al convegno per un “Sì” alla fraternità che possa interpellare le scelte future della città di Rimini nei diversi ambiti.

Francesco Perez