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Simbolo della carità, ora Padre Marella è un film

Molti lo ricordano sostare negli angoli della città a chiedere l’aiuto per i suoi ragazzi. Questa volta sono invece gli amici e i passanti a fargli una sorpresa, raccogliendo un po’ di aiuti per far conoscere la sua eccezionale storia. Simbolo della carità, definito anche “la coscienza di Bologna”, padre Olinto Marella è stato proclamato beato il 4 ottobre scorso. Il docufilm del regista riminese Otello Cenci dal titolo La sorpresa. L’eccezionale storia di padre Marella, racconta in maniera originale la sua figura di educatore, teologo, uomo della misericordia di Dio a partire da episodi realmente accaduti. Il film, commissionato a Cenci dall’arcidiocesi di Bologna, sarà proiettato al multiplex Le Befane, con ingresso gratuito.

Ivo è un giovane povero e orfano che campa di espedienti. I suoi occhi incontrano quelli di padre Marella che prontamente lo accoglie in casa. Nello stesso rifugio dopo poco tempo arriva la giovane Anna. Tra loro nasce un rapporto che non rispamierà sorprese, né a loro, né a colui che ha fatto loro da padre.

Sarà attraverso gli occhi dei due piccoli co-protagonisti e delle loro alterne vicende che, con uno schema narrativo efficace, lo spettatore vivrà la storia umana ma tutta santa di Olinto Marella. La sceneggiatura, realizzata a quattro mani da Cenci e da Giampiero Pizzol, tratteggia a tutto tondo la figura del sacerdote nella cui casa vennero ospitati migliaia di giovani senza famiglia o sbandati, fino alla sua morte, avvenuta nel 1969.

A Sant’Agata Feltria lo ricordano ancora bene mentre camminava per piazza Garibaldi intabarrato alla ricerca di aiuti per i ragazzi che accoglieva. Padre Olinto ha aperto negli anni Cinquanta una sede nel convento di San Girolamo. Mario Nalin, attuale presidente del Comitato teatrale santagatese, è stato uno dei ragazzi di padre Marella. L’immagine di questo “santo della
carità” è viva. Viva come il bene che ha lasciato in eredità, anche ai tanti che non lo hanno mai conosciuto personalmente ma sono venuti a contatto con le opere da lui realizzate a favore di chi era nel bisogno.

Originario di Pellestrina (Venezia, 1882), dopo essere diventato terziario francescano entra in Seminario a Roma dove ha come compagno di classe Angelo Giuseppe Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII. Dopo una sospensione a divinis che durerà 16 anni, si dedica all’insegnamento della filosofia. Tra i suoi allievi figura anche Indro Montanelli. Dalla cattedra della filosofia a quella della carità il passo è brevissimo: dal 1939 apre la sua casa in via San Mamolo a molti sbandati e a fuggiaschi ebrei. Il vecchio magazzino ottenuto dalla nettezza urbana che diventerà nel 1948 la Città dei Ragazzi.

Padre Olinto si fa mendicante per condividere la condizione dei poveri e per lanciare un silenzioso monito a quanti lo vedono chiedere l’elemosina agli angoli delle strade. Nel dopoguerra promuove tante iniziative a favore dell’infanzia abbandonata, di sbandati, senza dimora e poveri d’ogni specie, opere che ancora oggi sostengono l’esistenza materiale e spirituale di migliaia di persone. Il progetto de La sorpresa è stato affidato a Otello Cenci, direttore artistico di Made Officina Creativa, e direttore artistico del Meeting per l’amicizia fra i popoli dal 1998.

Chi è padre Marella?

“Un grande esempio di santità cristiana declinato attraverso un impegno umano, sociale ed educativo”.

Protagonisti della pellicola sono i giovani.

“Esattamente come è avvenuto per il film su Fanin. Si è lavoratro con una sorta di nel laboratorio cinematografico che ha portato alla realizzazione del film, un’autentica fucina nella quale sono i giovani a fare la parte del leone.

Il loro talento fresco di studi viene così messo al servizio del ricordo, permettendo a loro stessi di venire in contatto postumo con la figura e la biografia di don Marella”.

Chi è padre Olinto per Otello Cenci?

“Questo film mi ha consentito di conoscere da vicino la figura di questo frate e la sua grande fede da cui sgorgava la carità e l’amore verso il prossimo”.