Per qualcuno erano tremila, per altri cinquemila, per altri ancora genericamente alcune migliaia. In ogni caso, il corteo promosso in occasione della giornata mondiale contro la violenza alle donne aveva tutti i numeri per essere imponente.
Uomini e donne, bambini e famiglie con passeggini al seguito, giovani (un po’ meno) e immigrati, soprattutto donne, anche velate, a migliaia hanno manifestato insieme in silenzio contro ogni violenza. “Una giornata non banale” ha commentato l’assessore riminese alle politiche di genere e ai servizi sociali Nadia Rossi, che tanto si è spesa per questa manifestazione.
È vero, non è stata una domenica banale, anzi la definirei unica, se – contemporaneamente a questa mobilitazione – 21.640 persone nella provincia di Rimini, sono uscite di casa con l’obiettivo di andare a votare alle primarie del PD, per scegliere il candidato premier del Centrosinistra.
In un momento in cui tutti gridano all’antipolitica, alla fine di ogni impegno, al trionfo del menefreghismo o della rabbia, certamente causata da tanta cattiva politica, tutta questa gente ci dice invece che forte è il desiderio di uscire, di metterci la faccia, di tornare ad essere protagonisti di una storia.
Gli italiani non sono stanchi della politica, ma, di fronte alla crisi, di fronte alla fine del Bengodi, sono giustamente diventati esigenti e chiedono ai partiti e ai loro leader, di fare bene il loro mestiere, di ripulire gli armadi, di essere trasparenti, quanto non lo sono stati per tanto tempo.
Così come il consenso, infatti, la protesta e la sanzione sono forme di partecipazione, altro che antipolitica.
Violenza alle donne, partecipazione, scuola, crisi economica: temi caldi, addirittura bollenti, come pure quello della pace. Il conflitto in Siria, il rischio di una guerra che va ben oltre la Striscia di Gaza, le proteste di piazza Tahrir al Cairo, le stragi di cristiani in Nigeria… ci riportano con urgenza al tema della pace.
E proprio il 1° gennaio ci sarà una nuova convocazione all’impegno, per la marcia proposta in occasione della giornata per la pace.
Anche la comunità cristiana questa volta sarà direttamente chiamata a mobilitarsi.
Ce ne staremo in casa al caldo, con la pancia piena e i pensieri annebbiati dal frizzantino, o sapremo metterci in strada, come del resto molti hanno già fatto domenica?
Giovanni Tonelli