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Se un pero facesse un melo!

Da un pero può nascere un melo? Solo se succede un miracolo. Ma a Rimini i miracoli non succedono quasi mai. Dunque perché stupirsi se anche la cronaca di questi giorni conferma la nostra innata vocazione all’individualismo, moderato a volte da un improvviso spirito solidaristico, ma ingigantito in questi tempi di liberalismo selvaggio, in cui il proprio tornaconto diventa il criterio assoluto, alla faccia del tanto proclamato bene comune?
Come riminesi riusciamo così a litigare su tutto. Sull’arredo di un ponte, tirando in ballo santi ed eroi; sulla ricostruzione di un teatro, che più passa il tempo più sembra inutile; sulla rinascita del calcio riminese, che affronta la serie D con due compagini, dopo non essere riusciti a tenerne in vita una; sul Palacongressi (ma qui ci ha dato una mano qualcuno che con Rimini non c’entra nulla, ma che i riminesi hanno pur votato) con accuse pesantissime, quasi che la sicurezza di chi userà quella struttura non fosse il primo interesse, anche solo economico, di chi l’ha costruita. A Rimini tutti litigano, nel centrodestra e non da meno nel centrosinistra. È vero, qui lo si fa da sempre, e così continuamente si avvera la profezia del cardinal Tonini. Disse il porporato Tonini che ha appena compiuto 95 anni: quel che accade a Rimini, poi dieci anni dopo accade in tutt’Italia. In quest’ottica le cronache della politica nazionale ci consolano un po’. Ma a guardarsi bene intorno anche a Riccione litigano, ma sulle cose importanti poi si trovano tutti d’accordo; lo stesso accade a Misano o a Cattolica, o a Sant’Arcangelo. E sono città in crescita. Solo a Rimini non si trova mai un punto di accordo. Intanto, giustamente, tutti denunciano che così la città, la sua vivibilità, la sua capacità di accoglienza ne soffre e il degrado, anche umano, cresce. Oggi la nostra apertura al dialogo e all’ascolto è paragonabile a quella di un mulo sordastro. Si troveranno venti uomini di buona volontà capaci di trovare qualche punto d’accordo per ripartire? Fossero anche solo dieci, magari cinque… dopo ci resta solo la fine di Sodoma.

Giovanni Tonelli