Home Attualita Se n’è andato Mauro Gardenghi, protagonista della vita imprenditoriale ed economica

Se n’è andato Mauro Gardenghi, protagonista della vita imprenditoriale ed economica

E’ stato uno dei protagonisti della vita economica, imprenditoriale e associativa della Rimini dal dopoguerra ad oggi. Mauro Gardenghi è morto all’età 74 anni, nato a Frascati l’11 dicembre 1946, ha cercato di resistere come un leone alle malattie che negli ultimi tempi non gli davano più tregua. Attualmente era Presidente Onorario della Confartigianato di Rimini, dove ha passato 47 anni della sua vita. Di questi, 40 anni li ha vissuti da Segretario e poi dal 2017 delegato alla Presidenza, fino all’attuale carica. Numerosissimi gli incarichi istituzionali, ma quelli che di più hanno segnato la sua vita professionale sono stati quelli in Camera di Commercio e a Rimini Fiera, di cui è stato a lungo Vicepresidente e per oltre vent’anni nel consiglio di amministrazione al fianco di Lorenzo Cagnoni nel far crescere il polo espositivo, fino alla realizzazione del nuovo quartiere fieristico.

“Di Mauro ricordiamo questo: – è il commento del sindaco di Rimini Andrea Gnassi e dell’assessore alle Attività economiche, Jamil Sadegholvaad – il suo incredibile attaccamento al lavoro, la sua passione per portare avanti le ragioni degli imprenditori non come forza cooperativa ma con l’esatta convinzione che il fare impresa contribuisse in maniera fondamentale al creare lavoro e benessere, alla crescita e alla coesione del tessuto sociale della comunità. Lo dimostrano anche i suoi anni di impegno in prima linea strutture come la Fiera di Rimini, nate per fare da volano al sistema territoriale intero, e non solo a una sua parte. Dal punto di vista personale, Mauro Gardenghi era una persona piena di interessi, curioso, aperto alle novità, capace di intuire prima di altri l’evoluzione di un settore economico o le potenzialità del protagonismo nel dibattito cittadino attraverso l’utilizzo dei media.
Crediamo che il miglior modo di ricordare e onorare Mauro Gardenghi sia portare avanti la sua idea e cioè che il fare impresa in maniera corretta e trasparente sia uno dei modi più alti e nobili di contribuire al benessere della società”.

“Mauro Gardenghi ha speso l’intera vita al servizio del ‘ceto medio produttivo’. – lo ricorda così la ‘sua’ Confartigianato – Gardenghi ha promosso e sostenuto battaglie storiche al fianco degli operatori balneari per rivendicare la centralità del turismo e della spiaggia; al fianco dei produttori di piadina, combattendo per il riconoscimento del marchio IGP ‘alla riminese’; portò in piazza le sfilate di moda con le produzioni degli artigiani del territorio, lanciando Mod’Art e termini come Bellessere e Rimin’essenza per identificare il dna riminese; portò in fiera gli artigiani con Art’Arte Fiera e ideò iniziative a sostegno dei panificatori perché venisse riconosciuto quello che definì ‘il pane fresco del tuo fornaio, buon gusto quotidiano’; combattè fino al 2008 per l’annessione dei Comuni dell’Alta Valmarecchia alla Provincia di Rimini.
Non c’è istituzione del territorio che non l’abbia visto protagonista in questi decenni. Ogni incarico, ogni azione l’ha svolta per promuovere e tutelare la piccola e media impresa e con un inossidabile amore per Rimini.
Amava ripetere; “Rimini e la sua storia, dal dopoguerra in qua, s’intrecciano con quella dell’artigianato, i cui valori economici, sociali e culturali rimangono una costante nel tempo. In particolare, la cultura del fare, dell’intraprendere e della responsabilità. Ma anche la genialità creativa ed il coraggio dell’innovazione, la vocazione imprenditiva e spesso solidale con la stessa sfera famigliare. Noi crediamo che l’artigianato sia stato e costituisca, ancora oggi, una grande, insostituibile e preziosa risorsa dell’intero sistema riminese. Dove c’è artigianato c’è qualità della vita e cultura del territorio”. E sul valore della funzione delle Associazioni, resta scolpita una sua risposta: “Ci han preso gusto a bypassare i corpi intermedi. Chi ha posizioni di vertice si pensa sia meglio avere un dialogo diretto con i cittadini. Io credo che ciò sia in realtà un grande impoverimento. Non mi piace questa presunzione, ma noi teniamo duro. Abbiamo migliaia di imprese associate, cerchiamo di sostenerle nel sopravvivere in trincea. Quando il fumo si diraderà, si tornerà a capire che è l’arrosto a contare, quello del lavoro e del sacrificio. Nel frattempo, resistiamo”.
Fra i successi di cui andava maggiormente fiero, dopo che la crisi economica nel 2008 attaccò le imprese e di conseguenza le associazioni di categoria, fu quella di aver sempre mantenuto in equilibrio la Confartigianato. “Sono tempi durissimi, ma il mio impegno resta quello di non far perdere il lavoro a nessuno dei nostri 90 dipendenti”.
Tutta la Confartigianato si stringe intorno alla famiglia, alla moglie Nadia alle figlie Valentina e Corinna, al fratello Francesco”.

“La scomparsa di Mauro Gardenghi priva la città di una persona dai grandi valori umani, protagonista nei passaggi che l’hanno fatta crescere in questi decenni. – ha detto Lorenzo Cagnoni, Presidente di Italian Exhibition Group (nella foto a sx con Gardenghi) – Mauro è stato sempre fonte di stimolo e di idee, ha vissuto con spirito di servizio oltre 20 anni di responsabilità all’interno della Fiera di Rimini, di cui è stato a lungo Vicepresidente. Ricordo un brano del suo intervento all’inaugurazione del nuovo quartiere, quando volle rimarcare come la Fiera fosse un patrimonio prezioso, figlia di sacrifici e grandi intuizioni, da proteggere e valorizzare perché avrebbe rappresentato benessere diffuso sul territorio, per imprese e famiglie.
Sono personalmente scosso dalla sua scomparsa. Perdo e perdiamo una figura che ha sempre creduto nel valore dell’agire insieme. Voglio anche ricordarne la passione per la pittura, per la quale aveva davvero talento”.

“Con te se ne va uno dei migliori di questa città – il commosso ricordo sulla pagina Facebook di Cesare Trevisani, addetto stampa della Confartigianato e collaboratore e amico di Gardenghi per lunghi anni – Ci saranno parole più adeguate delle mie per raccontare cosa e come lo hai fatto per amore degli artigiani e di Rimini. Sappi che non posso immaginare di fare a meno dei tuoi consigli, del tuo esempio. Quindi stai qui vicino, trova un modo per farti sentire ancora”.

Gardenghi, un uomo al servizio della comunità locale. “Con la scomparsa di Mauro Gardenghi, uomo infaticabile e generoso, la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini non piange solo un efficiente e competente dirigente di Confartigianato ma un amico insostituibile, un uomo di fine intelligenza e cultura e un lettore infaticabile e attento della situazione locale. – lo ricorda Mauro Ioli, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini –  In Mauro la Fondazione ha riconosciuto soprattutto una profonda identità di sentire e di pensiero nella sua missione di sostegno alla comunità. Infatti Gardenghi, in quasi mezzo secolo di attività, non si è mai attardato in difesa di categorie e privilegi, bensì si è messo al servizio di questa comunità, convinto che l’iniziativa privata corrispondesse alla creazione di un benessere collettivo non solo materiale e che quest’ultima dovesse sempre crescere in qualità, recuperando le sorgenti creative dell’artigianato antico per essere riconoscibile e significativa nel mondo moderno.
Il suo sguardo e le sue iniziative non solo esploravano con sicurezza il mondo della storia e della cultura, della moda e dell’enogastronomia, non giudicandole mai come un aspetto accessorio o decorativo della vita pratica, ma erano consapevoli che il lavoro in sé è sostanzialmente cultura, genio, spirito e innovazione. Una lacerante sofferenza, va detto, aveva prodotto in lui la vicenda e poi la scomparsa di Banca Carim, della quale egli era stato autorevole e competente amministratore, e per la quale si era personalmente speso con instancabile caparbietà e lodevole altruismo. Ma ha vissuto e attraversato anche quella fase con grande dignità e lucidità, con occhio sempre attento al bene comune. Senza Mauro Gardenghi anche la Fondazione è più povera, ma saprà trarre dal suo esempio rinnovata spinta per valorizzarne il pensiero e l’insegnamento”.