Scuola, il taglio non paritario

    E’ORA di iscrizioni. La spada di Damocle penzola sulla testa delle scuole paritarie: in attesa di tagli e ripristini, quale sarà il loro destino per il prossimo anno scolastico?
    L’universo dell’istruzione pare ancora avvolto dalla nebbia. Tornato il voto in condotta, si boccia con l’insufficienza già alle medie, nella primaria arriva il maestro unico di riferimento (ma solo per le classi prime), nella secondaria di primo grado si parte con l’inglese “potenziato” (5 ore settimanali anzichè 3) ma c’è un esercito composito fatto di alunni e professori, studenti e insegnanti che ancora non sa quale sarà il futuro sui banchi.
    Lo slittamento del termine per le iscrizioni al 28 febbraio – sia per le scuole statali che per quelle paritarie – è stato accolto quasi con un sospiro di sollievo. Ma la battaglia è ben altra e lungi dall’essere stata risolta.
    Se i dati regionali parlano di 80mila bambini e ragazzi che frequentano 528 scuole dell’infanzia aderenti alla Federazione scuole materne d’ispirazione cristiana Fism (su 804 scuole dell’infanzia), a Rimini gli alunni delle materne ammontano a 2659, seguiti da 1089 “colleghi” delle elementari, e 449 studenti alle medie. Stando ai dati di Fidae e Fism sono 51 i centri educativi, con 4713 alunni, 345 personale docente e 116 non docente.
    Una situazione variegata, fatta di convenzioni stipulate direttamente con i Comuni che prevedono fondi in base alle sezioni ed ai bambini iscritti.
    In difesa dei soldi statali già stanziati per le paritarie, sono scese in campo le associazioni dei genitori Agesc, Agidae, Fidae, Foe, Ciofs scuola Fma e Movimenti studenti cattolici: protestano contro i tagli dell’attuale finanziaria, e proseguono la raccolta di firme fino al 31 gennaio, a sostegno della petizione al Consiglio dei Ministri, affinchè la parità scolastica diventi una conquista definitiva e completa di libertà e democrazia, che per molti genitori, che non possono sostenere oneri aggiuntivi per la frequenza nelle scuole paritarie, continua ad essere un diritto negato. Le entrate per queste scuole, derivano dalle rette sostenute dalle famiglie e dai contributi pubblici di Comune, Regione e Stato.
    Recentemente il Governo si è assunto l’impegno di ripristinare i 133,4 milioni di euro tagliati, sui 530 stanziati nel 2007. Ma il Ministero non ha ancora inviato circolari, e nessun decreto di ripristino fondi, è ancora arrivato sui tavoli dei direttori dei plessi scolastici paritari. “Il taglio però, sembra rientrato” spiega Carlo Gasperini, Direttore della Karis Foundation, che conta nella nostra provincia 8 plessi paritari e di ispirazione cattolica: 5 materne, 1 elementare, 1 media, 1 liceo scientifico e 1 classico, per un totale di circa 1800 alunni. “Anche se ancora non abbiamo ricevuto istruzioni in merito, – prosegue Gasperini – dovrebbero essere stati reintegrati 120 milioni di euro, con l’ultimo emendamento alla Finanziaria. Quindi il taglio sarà minimo e anche quello ci auguriamo rientri nelle casse delle scuole. Intanto abbiamo dovuto incrementare le rette. Aumenti intorno al 4%, per i costi di gestione e per adeguamento e rinnovo contratti del personale”.
    Dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali il portavoce della conferenza episcopale italiana, don Domenico Pompili, confida “negli impegni assunti pubblicamente dal Governo” il delegato per la scuola della Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna, monsignor Gianni Ambrosio afferma che “in gioco il futuro di queste scuole, che sono già al limite delle loro possibilità finanziarie”.
    Le paritarie sono diffuse capillarmente sul territorio, con parrocchie che ospitano sezioni per l’infanzia, elementari, medie inferiori e superiori anche in piccoli centri. Gli insegnanti sono motivati, sentono forte l’impegno educativo e formativo. Insegnare non è solo un mestiere, è pure una “missione”.
    Sono tantissimi e in aumento costante negli ultimi anni, infatti, gli alunni stranieri che si iscrivono alle scuole cattoliche riminesi, dalle Maestre Pie, ai Salesiani, alle Karis. Cattolico significa universale, apertura al sapere e a tutti. Contemporaneamente ciò che qualifica una scuola cattolica è la specificità della sua identità e l’attenzione alla persona.

    Cinzia Sartini