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Scia quel che scia

Sono diventate l’emblema del “gomblottismo” (la pronuncia risale alla celebre espressione biscardiana), ovvero quella corrente di pensiero diffusa in particolare sui social network secondo la quale chiunque abbia un minimo di autorità – l’amministratore di condominio come Obama, passando per arbitri di qualsiasi sport e con la complicità dei giornalisti – sia dedito a ordire trame oscure ai danni del cittadino. Le scie chimiche, ovvero le scie degli aerei usate per oscuri scopi come modificare il clima, hanno un loro zoccolo duro che non si fida delle ripetute smentite comunità scientifica – ovviamente gomblottista – e di recente hanno pure manifestato in piazza, a Bologna, per chiedere la verità. Personalmente non ci ho mai creduto anche se nelle ultime settimane, vedendo tutti quegli aerei disseminare scie sui nostri cieli, qualche dubbio inevitabilmente mi è venuto. Poi ho pensato: quale “gomblottista” agirebbe mai alla luce del sole e persino con ardite coreografie di più aerei alla volta? Il “gomblotto” per sua natura non deve dare nell’occhio. Mica come quella gag su Topolino con la Banda Bassotti che sul suo quartier generale segreto aveva l’insegna “quartier generale segreto”. Ma poi ho pensato: e se far apparire il “gomblotto” inverosimile come “gomblotto” facesse parte del “gomblotto”? E se il “gomblottismo” sulle scie chimiche fosse creato ad arte dai governi per distogliere l’attenzione dei cittadini dai veri “gomblotti”? Non devo più guardare in alto. Non devo più guardare in alto. Non devo più guardare in alto…