Da circa un anno le paritarie Sant’Onofrio (una scuola d’infanzia, un’elementare e un centro estivo in via Bonsi a Rimini) sono guidate da un nuovo ente, dopo la gestione storica delle Suore francescane missionarie di Cristo. “ Le difficoltà incontrate dall’ente religioso, legate soprattutto alla pandemia, al calo demografico e al calo delle vocazioni, hanno spinto la congregazione a concentrarsi maggiormente sulle missioni caratterizzanti, lasciando pian pianino il resto. È nata così la Fondazione Sant’Onofrio, costituita da un gruppo di persone legate alla realtà scolastica, in particolare genitori ed ex genitori, come me per esempio”, racconta la presidente Chiara Gemmani.
“ Dopo aver dato una mano dietro le quinte, la Congregazione, alla quale siamo rimasti affezionati, ci ha chiesto di fare un passo avanti. Abbiamo garantito personalità giuridica alla fondazione, permettendo alla scuola di andare avanti. Lo facciamo pro bono. Non siamo né dipendenti né operatori retribuiti: la Congregazione ci ha affidato la scuola come una vera e propria missione, un passaggio di testimone. Abbiamo ereditato un patrimonio umano prezioso: i nostri investimenti sono nell’anima stessa della scuola, ciò di cui noi genitori ci siamo innamorati. Personalmente lavoro in uno studio notarile; nel consiglio della fondazione ci sono anche un ingegnere, un educatore, un assicuratore e una professoressa di economia, competenze che mettiamo a disposizione”.
Il lavoro dell’ultimo anno ha già portato i suoi primi frutti. “ Dedicando tutto il tempo possibile, ognuno di noi continua a lavorare nel suo ambito, siamo riusciti a convenzionarci con il comune per il centro estivo. Attualmente contiamo circa un centinaio di iscritti, tra scuola dell’infanzia e primaria, con circa il 10% di bambini certificati.
Offriamo anche attività integrative come teatro, inglese e sport”, sottolinea con un pizzico di orgoglio Gemmani.
Un altro obiettivo della fondazione è stato “ garantire continuità ai 20 dipendenti, diversi dei quali lavorano nella scuola da oltre 20 anni con la congregazione, tutelando i loro posti di lavoro.
Nessuno di loro è andato via: hanno riconosciuto nella Fondazione uno spirito rinnovato e, nonostante le incertezze degli ultimi anni, hanno scelto di rimanere. Per noi è anche importante, nel rinnovo del personale, che alcune figure professionali inserite siano ex alunni: la scuola ha seminato bene in questi anni, e ora questi ragazzi sono rientrati come dipendenti o collaboratori. È molto commovente, e non è un caso che noi fossimo genitori e loro ex alunni: come una specie di debito morale che ora restituiamo insieme”.
Terzo obiettivo, fare sempre più rete con il territorio circostante, cioè il centro storico.
“ Stiamo costruendo legami con le attività del vicinato. Vogliamo valorizzare la nostra posizione in centro storico, che pure ci penalizza un po’ per la nuova viabilità. Cerchiamo di farne un valore aggiunto: ci muoviamo a piedi per andare in biblioteca, al teatro Galli, in libreria, e ci rivolgiamo come fornitori agli esercizi del centro storico.
In questo anno, questa attenzione reciproca ha funzionato: qualcuno ha anche iscritto i bambini al centro estivo. C’è fiducia reciproca, ed è molto bello vedere che è coerente con ciò che ci ha spinto a iniziare un anno fa”.
Un’ultima precisazione, importante. “ Siamo una scuola francescana: le rette sono calmierate e il contributo delle famiglie è indispensabile, ma senza i contributi ministeriali sarebbe molto difficile andare avanti. È ingiusto pensare alle scuole paritarie come imprese che fanno business: nessuno si è mai arricchito gestendo una scuola paritaria”.