Home Ponte Giovani Santiago, molto più di un Cammino

Santiago, molto più di un Cammino

 

Capita spesso che alcune delle esperienze più entusiasmanti e memorabili della nostra vita nascano per caso, frutto di qualche idea che balena in mente all’improvviso e, nonostante possa sembrare inattuabile, piano piano prende forma. È proprio ciò che è successo al Clan Ymmanu’el del gruppo scout Rimini 7 di Viserba, di cui fa parte anche il sottoscritto, che, durante il tradizionale ‘brainstorming’ di inizio ottobre per decidere quali attività e quali temi affrontare durante l’anno a venire, ha dovuto fronteggiare l’ambiziosa proposta di Giacomo, che nel gruppo è sicuramente il più capace a sognare in grande: perché non cimentarsi nel Cammino di Santiago de Compostela? L’idea era sicuramente fantastica, ma tutti in cuor proprio credevano che si trattasse di un progetto quasi irrealizzabile, consci anche di tutte le difficoltà riscontrate nell’organizzarsi durante l’anno precedente. Eppure non per questo la proposta venne accantonata, anzi, se ne continuò a parlare fino a gennaio, quando arrivò il momento di prendere una decisione: la validità dell’esperienza non era in discussione e riflettendoci su avrebbe potuto essere esattamente ciò che serviva al Clan per crescere e tornare a essere una comunità coesa dopo le difficoltà degli ultimi tempi. Nulla, infatti, unisce di più che camminare fianco a fianco con lo zaino sulle spalle, condividendo la fatica, le gioie e l’entusiasmo. E, ancor di più, nell’itinerario di un pellegrinaggio, dove la strada si lastrica anche di spiritualità. Certo, si trattava di una grande sfida, ma come lo scoutismo insegna costantemente: sempre mettersi in gioco!

La preparazione

Il gruppo è costituito da 19 persone, di cui 2 capi adulti (Andrea ed Elisa) e 17 ragazzi (Elena, Nicole, Giacomo, Giulia, Mattia, Nicola, Gaia, Leonardo, Francesca, Samuele, Dawit, due Andrea, due Simone e due Alessandro). L’obiettivo era quello di intraprendere la via di Santiago durante le vacanze di Pasqua, quindi avevamo qualche mese per organizzare le tappe: l’itinerario che faceva al caso nostro, visto il tempo che avevamo a disposizione (poco più di una settimana), era il Cammino Inglese, ovvero la via che si snoda per circa 110 km all’interno della Galizia. La preoccupazione seguente è stata procurarsi i biglietti aerei e, come già ci era stato chiaro dall’inizio, abbiamo constatato che quest’esperienza avrebbe avuto un costo elevato: per non rischiare di pesare troppo sulle famiglie e anche per sentire di esserci guadagnati la nostra avventura, abbiamo organizzato, per due domeniche, un’attività di vendita di torte da noi preparate tra le parrocchie di Rimini e una cena nel salone della parrocchia di Viserba Monte come imprese di autofinanziamento. Il risultato è stato davvero inatteso: il ricavato è stato molto più cospicuo delle aspettative e ci ha permesso di ricoprire una fetta di spese davvero importante.

Il viaggio

La sera del 4 aprile ci siamo ritrovati alla stazione di Rimini e ha avuto inizio la nostra avventura: dopo svariati treni, pullman e qualche ora di aereo, il giorno seguente siamo giunti a Ferrol, la città da cui il Cammino Inglese ha inizio, dove abbiamo ritirato le nostre ‘credenziali del pellegrino’, un libretto sul quale ogni giorno, per rendere valido il pellegrinaggio, è necessario imprimere almeno due timbri, reperibili nella maggior parte dei monasteri e delle chiese (ma anche delle attività di ristoro) disposti lungo il tragitto. Il mattino seguente ha avuto finalmente inizio il vero e proprio viaggio a piedi: il tragitto era articolato in 5 tappe, mediamente di 25 km l’una, dal paesaggio vario che ai boschi e piccoli paesini alternava anche percorsi di strada asfaltata e di città, dove potevamo rifornirci per i pasti. Il pernottamento era previsto nei vari ostelli lungo la via, da cui ripartivamo ancor prima dell’alba, nel buio del primo mattino. La caratteristica di questi alloggi per pellegrini è che non sono prenotabili e quindi c’è sempre il rischio di trovarli già pieni: ci è capitato più di una volta di dover rivedere i nostri piani per questo motivo, e nel peggiore dei casi abbiamo dovuto allungare ulteriormente il tragitto del giorno camminando ben 37 km! Questo imprevisto, seppur faticoso, ha però alleggerito le tappe degli ultimi giorni, garantendoci un arrivo a Santiago ‘in discesa’: lunedì 10 aprile siamo finalmente giunti alla meta tanto agognata e nella piazza della cattedrale di San Giacomo abbiamo potuto appoggiare gli zaini a terra con la consapevolezza di essere giunti a destinazione, dando sfogo a tutta la nostra soddisfazione per essere riusciti in un’impresa che all’inizio ci era sembrata quasi impossibile. Al rientro a Rimini, nelle primissime ore del mattino del mercoledì, i genitori ci hanno riservato una calorosissima accoglienza offrendoci una colazione a base di paste: quale miglior modo per concludere il nostro viaggio?

La condivisione della fatica nelle salite, della soddisfazione ad ogni chilometro lasciato alle spalle, delle risate e dei momenti di gioia: ecco ciò che ci ha unito, fatto conoscere e crescere, in un cammino che è stato anche simbolico, e che ci ha condotto a una tappa importante della crescita nostra e del gruppo. Questo è stato per noi il vero significato di un’esperienza che consigliamo vivamente: a tutti coloro che sono in viaggio per costruire una comunità, rivolgiamo l’augurio che i pellegrini si scambiano sulle strade verso Santiago quando si incontrano: Buen Camino!

Andrea Pasini