A 250 anni dalla elezione a Papa, Santarcangelo celebra il suo concittadino più illustre: Lorenzo Ganganelli, designato sommo pontefice col nome di Clemente XIV. La giornata di studi è programmata per sabato 16 marzo e si terrà presso la sala convegni della Rocca Malatestiana, sede dell’Associazione Sigismondo Malatesta, istituzione che da oltre 30 anni promuove incontri e iniziative in vari ambiti culturali in diverse città del nostro Paese. Promotori della manifestazione sono l’Associazione stessa, l’Amministrazione comunale, la Compagnia della Disciplina della Santa Croce di Napoli (di cui Papa Ganganelli ha fatto parte) e l’Istituto di Scienze Religiose Marvelli di Rimini, in collaborazione con la Pro Loco della città. I lavori sono la prosecuzione di un’analoga iniziativa tenutasi nello stesso luogo nel 2005, in occasione della ricorrenza dei 300 anni dalla nascita del Papa.
Clemente XIV. Un pontificato chiave nel Secolo Riformatore (1769-1774) è il titolo del convegno, che ha lo scopo di illustrare l’azione di Papa Ganganelli sia nell’ambito dei rapporti con la Compagnia di Gesù sia in campo artistico, in particolare per l’impulso dato ai lavori dei Musei pio-clementini.
Il convegno
La città lo ricorda, a 250 anni dalla sua ascesa al soglio pontificio, con una giornata di studio che – per l’importanza dei relatori che prenderanno la parola – risulterà ampiamente celebrativa. L’apertura dei lavori (per informazioni: associazione@sigismondomalatesta.it o chiamare il numero 0541/620832, attivo presso la Rocca Malatestiana da giovedì 14 marzo) è prevista alle ore 10 con i saluti del sindaco Alice Parma, del Presidente dell’Associazione Sigismondo Malatesta Paolo Amalfitano, di Michelangelo Pisani Massamormile in rappresentanza della Compagnia della Disciplina della Santa Croce e di Carlo Knight dell’Accademia Pontaniana. A seguire, una tavola rotonda presieduta da Mario Rosa della Scuola Normale Superiore di Pisa incentrata sul ruolo ecclesiale di Clemente XIV.
Le relazioni saranno di don Gabriele Gozzi dell’Istituto Scienze Religiose Marvelli, Francesca Cantù e Maria Lupi dell’Università Roma Tre.
Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15.30, il convegno sarà presieduto da Silvia Carandini dell’Università La Sapienza di Roma e verterà principalmente sulla figura del Papa nella sua veste di mecenate dell’arte. I relatori che interverranno sono Alessandro Giovanardi (Istituto Scienze Religiose Marvelli), Massimo Moretti (Università La Sapienza di Roma), Giulio Zavatta (Università Cà Foscari di Venezia), Liliana Barroero (Università Roma Tre) e Giandomenico Spinola (Dipartimento di Archeologia dei Musei Vaticani).
Storia di un Papa clementino
Si può dire che Giovanni Vincenzo Antonio Ganganelli (il nome Lorenzo lo sceglierà nel 1724, in memoria del padre) ci nacque per caso a Santarcangelo. Figlio di una nobile pesarese e di un medico anch’esso marchigiano, venne infatti alla luce il 31 ottobre 1705, nel paese in cui il padre era stato mandato a praticare il mestiere. Sulla facciata della casa dove nacque, l’odierna via Massani, c’è una lapide di marmo che ricorda l’evento. Rimasto orfano in tenera età, fu indirizzato alla vita monastica ed entrò nel noviziato del convento di Urbino dei Francescani conventuali. Ricevette gli Ordini sacri nel 1731, insegnò filosofia e teologia nei seminari di varie città italiane e – a soli 35 anni – fu chiamato a dirigere il collegio di S. Bonaventura a Roma.
Il suo predecessore, Papa Clemente XIII, lo nominò Cardinale nel 1759. Dieci anni più tardi, il 19 maggio, dopo un conclave discusso e turbolento durato oltre tre mesi, Lorenzo Ganganelli fu eletto Papa. In suo onore, venne edificato a Santarcangelo l’imponente Arco trionfale progettato dall’imolese Cosimo Morelli e situato nell’attuale Piazza che prende il suo nome.
Fu l’ultimo pontefice proveniente dall’Ordine francescano e anche l’ultimo a chiamarsi Clemente. Pontificò per soli cinque anni, ma furono anni molto intensi. La soppressione dell’Ordine dei Gesuiti è, ancora oggi, l’azione più significativa del papato di Ganganelli. Dopo che per vario tempo Clemente XIV aveva cercato di pacificare i nemici della Compagnia di Gesù, le corti borboniche esercitarono pressioni talmente violente su di lui che si vide infatti costretto a firmare il decreto di soppressione dell’Ordine attraverso il Dominus ac Redemptor (una lettera apostolica in forma breve). “… nostro Signore è venuto sulla terra come Principe di pace. Il Papa deve mantenerla anche incoraggiando le Istituzioni a rimuovere, se necessario, gli impedimenti alla pace stessa”, queste le motivazioni scritte da Papa Ganganelli sulla bolla, datata 21 luglio 1773.
Non solo per questo, però, Clemente XIV resta vivo nella storia. La sua speciale inclinazione alle arti lo portò, infatti, a fondare nel 1771 i Musei Clementini, quelli che oggi rappresentano il complesso più ampio dei Musei Vaticani, dove sistemò le numerose opere dell’antichità trascurate e sparse per Roma o, addirittura, destinate alle corti straniere. Inoltre proibì l’evirazione, pratica usata per ottenere voci bianche per le Scholae Cantorum e fu grazie al suo interesse per l’arte teatrale se la Chiesa tolse il divieto alle donne di recitare a teatro.
Morì in Vaticano il 22 settembre 1774 e la rapida decomposizione della salma generò il sospetto di un avvelenamento, dubbio dissipato poi dal suo medico personale. Venne sepolto in San Pietro, ma nel 1802 i suoi resti vennero traslati nella Chiesa francescana dei Santi XII Apostoli dove fu collocato il celebre monumento funerario scolpito dal Canova rappresentante il pontefice sul trono col braccio destro proteso in avanti, simbolo della sua caparbietà e risolutezza.
Roberta Tamburini