BASEBALL. Per i Titani sette Scudetti complessivi e altrettante finali consecutive
Doriano Bindi, come vincere un titolo e dire stop: “Dopo trent’anni è arrivata l’ora di lasciare spazio agli altri. È stata un’avventura magnifica”
I magnifici sette (e non è il film diretto da John Sturges). Una Italian Baseball Series ricca di colpi di scena e inopinati ribaltoni finisce nel modo più incredibile. Il San Marino di Bindi compie sul diamante ducale un’altra grande rimonta, la seconda in quattro gare, e vince il settimo titolo Tricolore della sua storia, chiudendo per tre vittorie a una la serie scudettata contro un irriducibile Parma, che l’aveva battuto nella scorsa stagione. Doverosa, adesso, un po’ di cronaca di questo match davvero imprevedibile. Nel 1° inning lo slugger parmense Concepcion finisce strike-out da Palumbo: contesta l’eliminazione e viene espulso per la successiva plateale protesta.
La vicenda innervosisce non poco i ducali, che già al 2° si ritrovano sotto 0-2. Al 3°, però, Mineo colpisce in pieno il palo di foul a destra per il suo primo homerun della stagione, un grande slam su Palumbo che riporta punteggio e inerzia della gara dalla parte dei ducali, che poi allungano sul 6-2. Da quel momento Parma pensa solo a bagnare le polveri alle cannoniere di San Marino, assunto eseguito senza intoppi fino al 9° inning, grazie soprattutto ai lanci di Scotti, che rileva Bocchi nel 6° e in tre riprese non concede valide, nè basi gratis. Ma come già successo in questa funambolica serie, quando il risultato sembra già scontato cambia tutto, perchè Parma perde la bussola a un miglio dal porto. Infatti a inizio 9° inning il manager Saccardi decide di sostituire Scotti con Santana, che viene subito “battezzato” dal fuoricampo di Proctor, e dopo la base regalata a Diaz viene a sua volta sostituito da Angioi. Ma Celli legge alla perfezione il quarto lancio del pitcher e spedisce la pallina oltre la recinzione.
A questo punto San Marino è in fiducia e accelera: i Titani riempiono le basi e Lino, già autore della valida-scudetto in gara 7 nel 2022, realizza il doppio che vale il sorpasso, reso ancora più pesante dalla successiva volata di sacrificio di Angulo per l’8-6 finale. Mvp della serie scudettata Ortwin Pieternella che, prima dell’infortunio in gara3, in 12 apparizioni nel box aveva frombolato 8 valide, tra cui un doppio, un grande slam e sette punti battuti a casa.
La cabala del sette
Il numero sette è considerato, soprattutto nell’antichità, un numero simbolico, probabilmente in connessione con alcune proprietà aritmetiche. E San Marino può ben pensare di elevarlo a suo numero emblematico. Sette gli Scudetti conquistati. Sette sono state per i Titani le finali consecutive, dal 2019 al 2025, con tre Scudetti (2021,2022 e 2025) e quattro secondi posti (2019 e 2020 dietro a Bologna, 2023 e 2024 rispettivamente dietro a Bologna e Parma). Ma prima di questo “filotto” San Marino si è trovato a disputare altre sette finali: nel 2005 battuto da Bologna, nel 2008 vincente su Nettuno, nel 2009 battuto ancora da Bologna, nel triennio 2011-2013 tris vincente rispettivamente su Nettuno e due volte Rimini, poi nel 2017 battuto da Rimini.
Last ball in play
Nelle ultime tre Coppe Campioni vinte e in tutti e sette i titoli Tricolore conquistati, al play ball sul ponte di comando del San Marino, c’è sempre stato Doriano Bindi.
“Non chiedetemi quale Scudetto preferisco (ride) sono tutti entusiasmanti, particolari e diversi: per la squadra che alleni al momento, per le diverse strategie, le situazioni di gioco, per le squadre avversarie che incontri, anche se il primo titolo vinto per un allenatore rappresenta un traguardo indimenticabile, un punto d’inizio emozionante nel proseguo della carriera”.
Quale è stato il segreto di questa serie finale contro i ducali?
“Sicuramente il carattere della squadra, la determinazione e il gran cuore dei ragazzi, bravi tutti a non lasciarsi intimidire dal punteggio negativo ma determinati fino all’ultimo inning a ribaltarlo, così come è successo in gara2 e poi nel quarto decisivo match, contro un Parma che nei pronostici partiva favorito. Inoltre, come in tutte le imprese, occorre anche un po’ di fortuna”.
È vero che, dopo tutti questi successi, vuole appendere casacca e cappellino al chiodo?
“Già, dopo aver iniziato più di trent’anni fa, è così… L’avevo detto prima che cominciasse il campionato: riporto lo Scudetto in Repubblica e poi mi fermo.
Non torno sulla mia decisione e quindi è proprio arrivato il momento di dire basta ma, credetemi, ritirarsi così, da allenatore vincente, è senza dubbio per me una ulteriore, grande soddisfazione che porterò sempre nel mio cuore”.
Non sarà certo impresa facile, dopo questa ultima pallina giocata da Bindi, per il “pres” Stefano Macina e il “giemme” Mauro Mazzotti trovare il sostituto.
Riccardo Leoni

