Sono passati ormai più di dieci anni da quando su Facebook hanno cominciato a proliferare i vari gruppi cittadini o di quartiere sul modello “Sei di xxxx se”. D’improvviso l’amministratore di gruppo divenne una figura di primo piano nella vita cittadina: quei gruppi erano riferimento per ricordi e per l’attualità della propria realtà di vita più vicina, e l’amministratore (admin, per fare i fighi) era appunto quello che aveva in mano il tutto. Tra tentazioni di sconfinare nel business e nella politica, quei gruppi hanno vissuto il loro momento d’oro e poi hanno avuto fortune alterne. Oggi ne sopravvivono diversi ma molti si sono invece persi per strada.
Soprattutto a causa di utenti intemperanti che ne hanno fatto campi di battaglia, rischiando pure di far finire nei guai i gestori perché sul web la diffamazione esiste e qualcuno non lo capisce finché non arriva la convocazione in tribunale. Ci sono amministratori che fustigandosi continuano a cercare di tenere sotto controllo le loro pagine ma ci sono anche gruppi che ormai sembrano relitti alla deriva, ostaggio di complottisti e facinorosi della politica che pubblicano cose ovviamente aliene alla natura della pagina. Altro che prestigio, oggi fare l’amministratore è diventato un compito ingrato. Massimo rispetto quindi per quei pochi che cercano ancora di farlo seriamente, capitani coraggiosi in un mare in tempesta. Sic transit gloria admini.

