Home Attualita RITORNO A SCUOLA, IN CERCA DI NORMALITÀ

RITORNO A SCUOLA, IN CERCA DI NORMALITÀ

Il 15 settembre è suonata la prima campanella per oltre 41mila alunni in provincia di Rimini, 25mila solo nel capoluogo. “Ottimismo” per il Covid, misure allentate. Ma non mancano alcune criticità

Suonata la prima campanella del nuovo anno scolastico. Un fatto che, in condizioni normali, non farebbe particolarmente notizia. Ma, lo sappiamo bene, gli ultimi anni sono stati ben lontani da quella normalità che eravamo soliti conoscere. E quindi, mentre ci si avvia verso il terzo anno dell’epoca post-Covid, anche il suono della prima campanella diventa un “evento”: l’inizio di un anno scolastico che, secondo l’auspicio di tutti (nonostante l’esperienza ci insegni ad usare la massima prudenza), non debba fare i conti con l’emergenza pandemica.

I numeri

Un anno scolastico che vede, in provincia di Rimini, sedersi tra i banchi oltre 41mila alunni e alunne (41.378), suddivisi in 3.433 nelle scuole d’infanzia, 13.095 alle elementari, 9.336 alle medie e 15.514 alle scuole superiori. Circa 25mila (24.996), in particolare, gli alunni (0-19 anni) tra i banchi di scuola nel Comune di Rimini, per la maggior parte iscritti ai licei e alle superiori (41%), seguiti da quelli delle scuole primarie (26%), delle medie (17%), delle materne e degli asili nido, rispettivamente al 12% e al 4%. Comune di Rimini che, anche quest’anno, sottolinea l’impegno per il sostegno scolastico agli studenti con disabilità. “Un fiore all’occhiello per cui il sistema educativo riminese investe circa 6 milioni e garantisce assistenza a un numero sempre crescente di studenti che, per l’anno in partenza, sfonderà per la prima volta quota 500 studenti, con un monte ore di 240mila ore. – evidenzia la stessa Amministrazione riminese – Con un programma particolarmente tarato sulla fascia di età 0-6 anni e che prevede continuità anche estiva. Di questi, allo stato attuale, saranno 285 quelli seguiti nelle scuole statali del primo ciclo di istruzione (infanzia, primaria, secondaria di primo grado), 122 nelle scuole del secondo ciclo (scuole secondarie di secondo grado), 65 nei nidi e materne a titolarità comunale e 62 bambini/alunni nelle scuole private paritarie”.

Le nuove regole anti-Covid

Come detto, però, il grande elefante nella stanza è la gestione dei servizi scolastici alla luce di una pandemia che appare completamente sotto controllo ma che, come l’esperienza insegna, crea situazioni più complesse in autunno e in inverno. L’approccio del Ministero è chiaro: allentare le misure più restrittive adottate finora e proseguire nel percorso di convivenza con il virus, pur mantenendo la guardia alta e la possibilità di tornare a misure più rigide qualora i contagi dovessero ricominciare a salire. Nello specifico, le nuove misure di sicurezza, adottate anche a Rimini, vedono tra le principali novità la totale eliminazione della Dad (Didattica a distanza) e l’utilizzo della mascherina non più obbligatorio ma raccomandato, nonostante rimanga valido che il personale particolarmente fragile (su indicazione del medico del lavoro) indossi la mascherina FFP2 e la protezione per gli occhi (per i bambini fragili si seguiranno le indicazioni specifiche fornite dalla pediatria di comunità). Inoltre, non sono più previsti controlli preventivi all’accesso da parte delle istituzioni scolastiche. Per quanto riguarda la gestione dei casi positivi, le regole prevedono l’allontanamento dalla scuola solo nel caso in cui emerga una sintomatologia compatibile con il Covid-19 (oltre, ovviamente, a un test positivo) mentre, nel caso di sintomi riconducibili al semplice raffreddore, è possibile rimanere tra i banchi (seppur con mascherina, chirurgica o FFP2). Ovviamente, per chi è allontanato a causa della positività al Covid, il rientro a scuola è possibile solo a seguito del periodo di quarantena previsto ed esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare. Rimangono valide, infine, tutte le norme relative all’igiene delle mani, alla sanificazione dei luoghi e alla periodica aerazione dei locali.

Non è tutto oro quel che luccica

Nonostante, però, l’anno scolastico 22/23 cominci in un’ottica di ottimismo, non mancano alcune criticità. Come quella legata al personale: tema che suscita preoccupazione nei sindacati, che segnalano una situazione di particolare allarme nel riminese. “Su 1.270 nomine manca all’appello il 15% dei docenti, – riferisce alla stampa Domenico Cucchetti, segretario per la provincia di Rimini dello Snals (Sindacato nazionale autonomo lavoratori scuola) – una percentuale in crescita costante”. Tradotto: a Rimini mancano circa 200 insegnanti, uno su sei, e la situazione è complessa anche per quanto riguarda i segretari e i collaboratori scolastici.

Oltre alla piaga del precariato – aggiunge Simonetta Ascarelli, referente scuola della Cgil di Rimini – resta quella del personale sotto organico tra assistenti amministrativi e Ata. Le procedure concorsuali sono state gestite così male da non aver permesso la stabilizzazione degli insegnanti, con procedure complicate e tanti errori, con il risultato che tanti saranno precari per un altro anno”. Non solo.

Altra criticità, fortemente legate all’attualità, è quella dei rincari che, purtroppo, colpiscono le famiglie anche dal punto di vista della scuola. A fare i conti, dando risultati poco felici, è il Codacons, che stima un aumento del costo da sostenere dalle famiglie per l’acquisto di materiale scolastico del +7% rispetto allo scorso anno. I motivi sono ormai i soliti noti: caro energia per la produzione dei materiali, crisi delle materie prime e rincaro dei carburanti, che si riflette sui servizi di trasporto. In sintesi, si stima che la spesa totale per questo anno scolastico possa arrivare fino a 590 euro a studente su base annua, a cui si deve aggiungere quella “per libri di testo, altra voce che inciderà pesantemente sui portafogli delle famiglie italiane, variabile a seconda del grado di istruzione e della scuola, con la spesa complessiva a carico delle famiglie che, tra corredo e libri, può facilmente raggiungere quest’anno i 1.300 euro a studente”.

Forse, dunque, per la normalità bisognerà aspettare ancora. A prescindere dal Covid.