Home Attualita “Rinascere” si può. La dipendenza non fa persona

“Rinascere” si può. La dipendenza non fa persona

sanpa 2015, contro la dipendenza

Antonio può finalmente guardarsi allo specchio. Per anni succube della droga, ha rischiato di buttare al vento la sua vita e quella di chi gli stava intorno, pur di procurarsi veleno per le sue vene. A 13 anni si è avvicinato ad alcol e spinelli, prima dei 15 anni era già passato all’eroina lungo una strada poi lastricata di cocaina, psicofarmaci e borseggi. “Vivevo con mamma e sorella, spesso restavo fuori casa per scelta – racconta – , non volevo farmi vedere in quello stato”. Solo lavori saltuari, tutto il resto del tempo era dedicato alla roba. Tre percorsi in comunità non terminati, tre appena iniziati: un fallimento dietro l’altro, nessuna mi dava più fiducia”. Una dottoressa del Sert vede nei suoi occhi il desiderio di una vita migliore e lo indirizza alla associazione Papa Giovanni XXIII. “Mi sono sentito accolto e in famiglia, la proposta vera, i valori e la fede che ho respirato mi han fatto rialzare testa e cuore”. Antonio ora guarda il baratro dall’altra parte della barricata. E si dividerà “tra il servizio in un centro disabili e un progetto in Romania, in un centro degradato di Bucarest”.

Andrea è uno dei 95 ragazzi che fanno festa fuori dalla dipendenza, lontano dal baratro. Usciti dal tunnel, affrontano la vita a viso aperto e con una rinnovata gioia nel cuore. Sono recuperati dalla tossicodipendenza ma anche da alcol e gioco d’azzardo, una piaga che colpisce ormai con drammatica periodicità uomini maturi e mette a dura prova non solo i conti in banca ma anche e soprattutto le relazioni tra persone e intere famiglie.

dipendenza sanpa 2016Secondo la tradizione iniziata venti anni fa dal fondatore della Papa Giovanni don Oreste Benzi, la “Festa del Riconoscimento” si celebra il 26 dicembre a Rimini nella parrocchia della “Grotta Rossa”, con una messa nella quale la comunità gioisce alla mensa di Cristo per i ragazzi e le ragazze giunte al termine del percorso di recupero dalla dipendenza.
Tra i 95 festeggiati (tra cui 30 giovani provenienti da altrettante strutture di recupero in Albania, Argentina, Brasile, Bolivia, Cile e Croazia, mentre i 65 italiani provengono in particolare da Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Abruzzo) c’è pure Luigi. Riminese, padre di famiglia, si è lasciato alle spalle un passato di giovanissimo lastricato di bugie, droga, depressione e autodistruzione.
La messa di ringraziamento per i 95 recuperati e le loro famiglie è stata celebrata dal Vescovo di Ischia mons. Pietro Lagnese: “Le tre parole chiave che la Chiesa vi consegna – ha detto ai ragazzi – mentre uscite dalla dipendenza da droghe, alcol, egioco d’azzardo, sono: perdonare, affidarsi e perseverare”.
Sconfiggere la droga dunque si può? “L’85% dei rinati, al termine del programma terapeutico, ha più di 30 anni e una lunga storia di dipendenza da sostanze e vissuti tragici. – scatta un’identikit il responsabile del settore Giovanni Salina – La maggior parte è entrata in comunità soprattutto per la dipendenza da eroina e cocaina, ma è in netto aumento l’utilizzo di droghe sintetiche, l’abuso di alcol e una dipendenza attuale e fin troppo sottovalutata, quella da gioco d’azzardo”.
Il cammino di recupero nella Papa Giovanni XXIII mira a valorizzare pienamente la persona che è da subito inserita in un contesto familiare. Il percorso, 3 anni, si sviluppa in tre fasi: l’accoglienza, la comunità, il rientro. Al termine dell’ultima fase, quella del “rientro” alla vita sociale, la persona riceve il “riconoscimento”: è il punto di partenza di una nuova vita, per i ragazzi, le loro famiglie, la Comunità che li ha accolti e tutta la società.
Paolo Guiducci