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Rimini ed Expo: occasione mancata

Ci siamo lasciati a marzo con tanti buoni propositi su Expo Milano 2015. Si è parlato a lungo di quale occasione poteva rappresentare per la provincia di Rimini, dal turismo costiero alla promozione dei prodotti enogastronomici collinari. Sia su queste pagine sia durante la trasmissione “Metropolis” di IcaroTV curata dalla redazione di TRE, qualcosa in primavera già scricchiolava. Le deboli politiche turistiche della Regione col progetto “Via Emilia, experience the Italian life style” che ha più parole nel titolo che chiarezza su come portare nuovi turisti e acquirenti sul territorio; i produttori e gli albergatori dell’entroterra che si sentono da sempre abbandonati; i treni (letteralmente) mancati, come i Freccia Rossa da Milano che Trenitalia ha stoppato a Bologna e quelli di Ntv che hanno connesso Rimini col capoluogo lombardo solo nei week end della sola alta stagione. Lo stesso sindaco di Rimini Andrea Gnassi aveva, però, anticipato tutti: “non aspettiamoci miracoli per Rimini da Expo”. E infatti…

Quanti Expo-turisti sono scesi in Riviera? Il dibattito pre Expo è stato dominato da un numero, 20.000.000. Tanti erano i turisti previsti prima dell’apertura dei cancelli; un terzo della popolazione nazionale. La manifestazione, in dirittura di arrivo, chiuderà i battenti il 31 ottobre sforando probabilmente il dato pronosticato. Va però tenuto conto che ciò è dovuto al boom dell’ultimo mese visto che l’estate ha registrato un numero di ingressi al di sotto delle aspettative. Paradossalmente, nonostante l’avvio delle scuole e delle aziende, con l’approssimarsi della fine del ciclopico evento è scattata la febbre da Expo.
Nella passata stagione estiva, il turismo della provincia di Rimini è cresciuto di circa il 3 per cento. Non male, considerato il dimezzamento del mercato russo. Non bene se si tiene conto di quanto si è ristretto negli ultimi anni il numero di viaggiatori, specie quelli italiani, e la durata dei pernottamenti. Anche se, a dire degli esperti (ne abbiamo parlato su TRE di ottobre), si sta registrando un’inversione di tendenza: “la recessione sembra davvero finita”, dicono.
Dunque Rimini, come il resto d’Italia, non ha vissuto la tanto attesa transumanza di visitatori che dalla spianata di Rho avrebbe dovuto solcare il resto dello Stivale. Dopotutto basta fare una passeggiata lungo il Decumano per rendersi conto che la stragrande maggioranza di essi è costituita da scolaresche e italiani, in particolare del Nord Italia, che hanno viaggiato in giornata.
Rimini è stata molto timida nel provare ad agganciare Expo-turisti stranieri. Qualche singolo albergo ha organizzato pacchetti comprendenti treno e biglietto per l’esposizione universale, ma nessun piano organico ha coinvolto il territorio.

Presenza debole di Rimini ad Expo. Mentre alcuni vicini di casa si sono fatti sentire, eccome, ad Expo (il colosso cesenate di Technogym ha invaso l’area con diversi stand e attività), di realtà riminesi solo una timida presenza. Uno sprazzo di riminesità sta in un uno dei banconi di Eataly e serve piadina. Abbiamo poi visitato il mini-padiglione dell’Emilia Romagna, aperto da agosto fino alle fine della kermesse, situato sul Cardo, una delle due vie principali di Expo, al centro di tutti i flussi. Nonostante l’ottima posizione, i pochi metri quadri (forse venti) non consentono grandi messe in scena. Protagonista dello stand è un grande schermo touch con la mappa della Regione che permette di scoprire le caratteristiche dei suoi territori (storia, cultura, prodotti, industria…). Rimini conta approfondimenti come il Tecnopolo, la storia romana, l’extravergine Colline di Romagna e i Vini Colli di Rimini. A memoria di chi lavora nel padiglione, però, Rimini è stata quasi assente e non ha lasciato il segno a differenza di “cugini” come le Saline di Cervia o i Lidi di Comacchio. Questi ultimi hanno organizzato un evento di successo per bambini ai quali veniva insegnato a riconoscere i versi degli uccelli. “Qui passano persone di tutte le nazionalità – ci è stato detto nel padiglione mentre due ballerini bolognesi si esibivano nella mazurka – ricordo degli abitanti di Taiwan che sono stati particolarmente colpiti da questo monito interattivo. Molte aziende dell’Emilia Romagna sono venute a presentarsi, magari organizzando eventi per partecipanti su invito, anche se per le politiche della Regione non è stato possibile offrire degustazioni dei prodotti tipici”.
Non sono i soli ad essere rimasti a bocca asciutta.

Mirco Paganelli