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Rimini-Cesena: la paura fa 90!

Dopo esattamente dieci stagioni, tre fallimenti e quattro risalite, Rimini e Cesena tornano a giocarsi un derby di campionato. Accadrà domenica quando, alle 15, sul prato del “Romeo Neri”, si daranno battaglia in una partita che si preannuncia molto difficile per il momento di grossa difficoltà che stanno attraversando entrambe le squadre.

L’ultima volta insieme
Bisogna togliere un po’ di polvere dall’almanacco per ricordarsi l’ultima volta insieme: era la stagione 2007-2008 e si era in serie B. La gara di andata, la quattordicesima, si giocò proprio allo stadio di piazza del Popolo. Era sabato 10 novembre. I biancorossi passarono in vantaggio grazie a un’autorete di Dario Biasi al 24’, ma esattamente otto minuti dopo, l’ex Davide Moscardelli realizzò il rigore che rimise le cose in parità. Ma fu solo un fuoco di paglia perché tra il 36’ e il 41’, Jeda e Adrian Ricchiuti misero la doppia freccia. A chiudere i conti fu ancora Jeda al 55’ per un 4-1 finale che fece godere i tifosi biancorossi. Ma andò ancora meglio al ritorno. Sabato 12 aprile 2008, stadio “Dino Manuzzi”. Il Cesena passa in vantaggio con Biasi al 29’ e sembra controllare la gara. Tanto è vero che dal settore ospite qualcuno decide di andarsene. E sbaglia di grosso. All’85’, infatti, Giuseppe Greco pareggia e due minuti più tardi Adrian Ricchiuti firma il 2-1 con quella famosa corsa immortalata da tutti gli scatti fotografici (nella foto). Poi, il nulla. Con i bianconeri sempre nei piani alti, mentre i cugini a spazzare polvere tra serie C e Dilettanti. Fino a questa estate quando il Rimini si è salvato e il Cesena è tornato tra i professionisti dopo un anno di purgatorio in serie D.

Il derby di Righetti
In questi giorni abbiamo cercato chi potesse raccontare questo derby meglio di altri e lo abbiamo individuato subito: Gianluca Righetti. Il perché è presto detto. Se è vero che è nato a Basilea, in Svizzera, è altrettanto vero che è cresciuto, umanamente e sportivamente a Cesena. Dopo aver fatto tutta la trafila giovanile e vinto un campionato Primavera con Arrigo Sacchi in panchina, Rigo ha esordito in serie A a soli 17 anni. Poi seguì l’Arrigo nazionale nella sua avventura a Rimini dove successivamente ha deciso di rimanere a vivere. E proprio sulla panchina biancorossa ha conquistato una promozione riportando Scotti e compagni tra i professionisti.
Gianluca, ai tifosi più caldi è impossibile immaginare che qualcuno sia legato allo stesso modo a due realtà così diverse. Eppure…
“Eppure qualcuno esiste (ride). Battute a parte, io a Cesena e al Cesena devo tantissimo. È lì che sono cresciuto, è lì che ho vissuto il grande calcio. Allo stesso tempo sono legatissimo anche al Rimini per quella splendida stagione che ci vide arrivare terzi e perché poi ho deciso di rimanerci a vivere e ci ho vinto, da allenatore, anche un campionato”.
Quindi domenica per chi farà il tifo?
“Come si dice in questi casi, vinca il migliore. Anche se credo che alla fine non ci sarà nessun vincitore”.
Ossia?
“Vista l’importanza della posta in palio credo che sarà una partita molto bloccata. Dove la paura la farà da padrone e dove si penserà più a non sbagliare che a offendere. Del resto chi dovesse perdere si ritroverebbe in una situazione delicatissima”.
Rose alla mano, secondo lei chi è la squadra più forte?
“Diciamo che negli undici si equivalgono. Il Cesena forse ha più soluzioni in panchina e soprattutto ha under molto più pronti anche se Scott Arlotti, a mio modestissimo parere, è il più forte di tutti quelli che andranno in campo”.
Proviamo a esaminare reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.
“Scotti e Agliardi sono due portieri che hanno lo stesso peso specifico: con grande esperienza e capaci ancora, come ha dimostrato Ciccio domenica a Fano, di ottime parate. Anche Brignani e Ferrani sono due giocatori con caratteristiche molto simili, io, però, se dovessi prendermene uno prenderei Ferrani. Per quanto riguarda gli altri due centrali, il Cesena ha più scelta e questo alla lunga può essere un vantaggio”.
Passiamo al centrocampo.
“Anche qui dico Cesena perché oltre ad avere giocatori forti fisicamente ha anche tanta qualità da mettere a disposizione degli attaccanti, penso ai vari Valencia, Franco, De Feudis. Il Rimini mi pare un po’ troppo leggerino anche se ha Palma e Candido con piedi molto educati”.
In attacco, invece?
“Rimini, senza ombra di dubbio. Gerardi e Zamparo sono una coppia molto ben assortita e per la categoria rappresentano un lusso. Dall’altra parte, invece, magari c’è sì qualità ma non vedo quell’incastro che possa far scintille. Peccato per il Rimini, però, che domenica Zamparo sia squalificato”.
Non è mai bello parlare dei colleghi, questa volta faccia uno strappo.
“Chi mi conosce sa bene che non ho peli sulla lingua. A maggior ragione in questo caso perché non posso che dire bene di entrambi. Modesto l’ho seguito molto spesso nella passata stagione e devo dire che la sua idea di calcio mi piace molto. Una squadra dinamica, corta, aggressiva che corre e che sviluppa tracciati importanti. E poi, come ha dimostrato con il Rende, è bravo con i giovani. Cioffi, invece, è una persona molto diretta, come piace a me, un vero signore. E tatticamente è meno sprovveduto di quanto dicevano quando è arrivato. Anzi, devo dire sinceramente che senza qualche errore arbitrale evidente, i biancorossi avrebbero sicuramente più punti”.

E delle tifoserie cosa ci dice?
“Che sono entrambe calde, appassionate, critiche. La grossa differenza è che il Cesena, dalla gente di Cesena, è sentito come un qualcosa di suo, che fa parte della storia personale e della città. Ed ecco perché allo stadio ci sono 8mila persone. A Rimini questo sentimento c’è, ma è per pochi: 1500-2000 persone massimo”.