Home Attualita “Rimini Capitale della Cultura: non siamo ancora pronti”

“Rimini Capitale della Cultura: non siamo ancora pronti”

L’INTERVISTA. MarcoTorri, guida turistica, e vice-presidente nazionale Confguide

Rimini si è candidata ufficialmente a diventare la Capitale italiana della Cultura per il 2026.

Un percorso lungo, corposo, che può dare alla città un nuovo volto nell’immaginario collettivo. Non solo spiaggia, sole, mare e divertimento, ma anche musei, opere d’arte e luoghi di grande bellezza. Ma Rimini è pronta a questa responsabilità? È la domanda che abbiamo rivolto a chi, la cultura, la spiega ogni giorno a centinaia di turisti: Marco Torri, presidente Confguide di Confcommercio della provincia e vice-presidente nazionale.

Presidente, cosa pensa di questa candidatura?

“Penso tutto il bene possibile perché indiscutibilmente per la città è un’occasione più unica che rara per valorizzare il suo posizionamento nel panorama delle città dall’alto valore artistico e culturale.

Però…”.

Però, cosa?

“In questo momento, e lo sottolineo non una ma due volte, perché non voglio che le mie parole possano essere strumentalizzate o apparire negative, Rimini non è pronta. Le mancano oggettivamente degli elementi base, servizi fondamentali.

Ne cito solo due. Il primo. Non abbiamo un’area di carico-scarico dei turisti e la cosa è sinceramente imbarazzante.

Spesso assistiamo a scene indecorose: pullman che si fermano in mezzo alla strada bloccando il traffico e mettendo a rischio l’incolumità dei turisti stessi. Chi frequenta abitualmente la zona dell’Arco d’Augusto, tanto per fare un esempio, è un fotogramma che vede ripetersi spesso. Ravenna, Urbino, Bologna, e cito le prime città che mi vengono in mente vicino a Rimini dove lavoriamo assiduamente, hanno tutte un’area preposta per scaricare i turisti per poi ripassarli a prendere. Quindi, se posso permettermi di dare un suggerimento, è quello di pensare a uno spazio del genere”.

Ha parlato di due servizi: l’altro qual è?

“Non ci sono bagni pubblici. Qualcuno può anche sorridere, ma vi posso assicurare che l’80% dei clienti che visitano Rimini mi chiedono dove siano i bagni”.

E lei cosa risponde?

“Che se hanno il biglietto del Museo possono usufruire di quei bagni, altrimenti suggerisco di andare in un bar, bersi un caffè e chiedere lì la chiave della toilette. Ripeto, può far sorridere, ma se ci pensate è una mancanza non indifferente”.

Prima diceva “se posso permettermi di dare un consiglio”: perché, mi scusi, nessuno ha interpellato voi guide?

“No. O almeno, non ancora. Mi auguro, ci auguriamo, che chi organizza e porta avanti questa candidatura ci coinvolga, del resto giriamo tutta Italia e chi meglio di noi conosce le esigenze dei turisti? Mi permetto di dare un altro piccolo consiglio”.

Prego.

“Non si venda solo Rimini capitale, perché Rimini, da sola, potrebbe non essere sufficiente. Ma se si vende tutto il distretto turistico, penso al nostro bellissimo entroterra da San Leo a Santarcangelo, non avremo rivali.

Di questo ne sono assolutamente certo perché lo vivo quotidianamente”.

In che senso, scusi?

“Non voglio, come dicevo, apparire negativo o essere polemico, dico solo che la maggioranza dei turisti che sceglie l’Emilia-Romagna visita Rimini in modo veloce e frettoloso, oppure non ci viene proprio. Bologna e Ravenna sono molto più attrattive.

Eppure noi abbiamo una Domus che è unica al mondo. Le grandi navi da crociera che attraccano a Ravenna, non hanno nel loro ‘giro turistico’, Rimini. Questo è un altro grande problema. I tour operator, le agenzie non vendono il Duomo, il Part, il Museo Fellini. Questa è la verità che so possa dar fastidio, ma dico ciò per dare un contributo positivo perché se Rimini dovesse essere scelta come Capitale italiana della Cultura per il 2026, sarebbe una grande cosa per tutti”.