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Rimini: a Ecomondo si parla di Green Economy

Green paper eco car

È la Green Economy la protagonista della 24 edizione della fiera Ecomondo, ospitata a Rimini dal 3 al 15 novembre 2020 la cui programmazione – causa restrizioni previste dal nuovo DPCM – è disponibile solamente in digitale (www.ecomondo.com). Rifiuti e risorse, bioeconomia circolare, bonifica e rischio idrogeologico, acqua: le quattro aree di interesse dell’esposizione oltre a due progetti speciali quali la piattaforma bio-metano e “start-up & scale-up”.

La pandemia ha sicuramente sferrato un duro colpo a questo nuovo modello di economia che mira alla riduzione dei rischi ambientali e che produce benessere umano ed equità sociale, ma concedono una nota di ottimismo i dati redatti dall’Osservatorio Regionale GreenER relativi al territorio della Romagna con particolare attenzione alla provincia di Rimini. Difatti si contano, a maggio 2020, 305 imprese green, che rappresentano il 5,1% di quelle regionali. Per quanto riguarda il comparto Romagna – Forlì/Cesena e Rimini, hanno sede 1035 imprese green (17,4% di quelle regionali).

Nel lungo periodo la green economy può garantire uno sviluppo sostenibile e risultati solidi in termini di miglioramento della competitività e attrattività dei nostri territori. – commenta il presidente della Camera di Commercio della Romagna, Alberto ZambianchiLa Camera, soprattutto attraverso la propria Azienda Speciale CISE, è sempre stata pioniera su questi temi e da tempo ha identificato la linea strategica dello ‘sviluppo sostenibile, del benessere e della responsabilità sociale’ come prioritaria, lavorando, di conseguenza, ininterrottamente per realizzare l’habitus culturale e gli strumenti necessari a realizzarla“.

Sul piano nazionale è fiducioso anche Edo Ronchi, presidente della fondazione per lo Sviluppo sostenibile: “Con una media di 7 – 8 miliardi di investimenti pubblici annui per i prossimi cinque anni si attiverebbero 21.4 miliardi di investimenti privati annui, generando un valore di produzione di 74 miliardi e in media 440 mila nuovi posti di lavoro green ogni anno”. E continua: “Il Green Deal si conferma la via per una più forte e duratura ripresa in Italia perché valorizza le sue migliori potenzialità e in questa direzione dovrebbero essere indirizzati i fondi di Next Generation EU. Utilizzare ora bene queste risorse per arrivare alla neutralità carbonica entro il 2050 significa evitare che, dopo la crisi epidemica da Covid-19, si debba affrontare un’altra crisi globale: quella del cambiamento climatico”.

Sembra che siano tutti concordi nell’affermare quanto l’impatto di un’economia ecosostenibile e di un’energia rinnovabile possa solo che giovare al nostro già più che provato Paese. La Green Economy non dev’essere un incerto futuro, ma un ben programmato presente.

Martina Bacchetta