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Riminese pentito

Ad un certo punto mi è sembrato di essere un alieno. C’ero anch’io domenica sera al primo derby di calcio riminese. Imprecazioni, insulti, offese … Non erano tanti coloro che inveivano a voce alta, ma la facevano da padroni, quasi dovessero rappresentare tutti. Ma dov’ero finito? Cosa aveva da condividere col tifo per la propria squadra (quale poi?) tutta quella violenza verbale gratuita? Sono questi i riminesi?
Eppure avevo sempre pensato alla nostra razza riminese come un mix ben riuscito di romagnolità e apertura. Dalla Romagna abbiamo ereditato la generosità, la cordialità (ne abbiamo fatto un’industria col turismo), il piacere dell’individualità (che magari sfocia nel campanilismo, ma anche nel rifiuto del pecorume) e dell’originalità. Dal mare e dal porto ci vengono il DNA positivo dell’essere un po’ bastardi e quindi geniali, intraprendenti, creativi, capaci di dialogo, anche perché abituati/costretti ad essere aperti e a metterci spesso in discussione per la nostra presenza di confine. Dunque chi erano quelli allo stadio domenica sera?
Caro Giovanni, non ti piacerà ammetterlo, ma erano proprio riminesi. I nuovi riminesi. Quelli che ogni mattina trovano piacere a leggere giornali pieni di insulti; quelli che sempre vedono buio, specie quando devono pagare le tasse; quelli che in chiesa prima di dare il segno della pace chiedono di che partito sei; quelli che brontolano contro immigrati e prostitute, poi gli affittano in nero lo scantinato a prezzi di attico; quelli che insultano i professori perché hanno richiamato il loro figlio a maggiore serietà…
Cara Rimini dove vai? Ti sei persa?
Nell’apertura del Meeting quest’anno il vescovo Francesco ci ha invitati a “desiderare cose grandi”, alzare gli occhi al cielo, aprire il nostro cuore, perché “in esso è racchiusa la nostalgia per una patria perduta”. Ed anche il Papa ci ha richiamati:“L’uomo è spesso tentato di fermarsi alle cose piccole, a quelle che danno una soddisfazione ed un piacere ‘a buon mercato’, a quelle che appagano per un momento, cose tanto facili da ottenere, quanto ultimamente illusorie. Dobbiamo purificare i nostri desideri e le nostre speranze per potere accogliere la dolcezza di Dio”. Forza Rimini, ridatti una mossa!

Giovanni Tonelli