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Il riminese che fece la Florida

E’ una pagina di Rimini Web un po’ diversa quella di questo numero. Perché nel nostro viaggio intorno al mondo alla ricerca di notizie curiose ci siamo imbattuti subito in questa storia fantastica che merita tutta la nostra attenzione. È la storia del nostro concittadino Ivo De Minicis. Come sempre Internet ha giocato un ruolo fondamentale nel permetterci di conoscerla. “Quando si tratta di gustare pollo o pesce con un enorme mucchio di riso giallo, una zuppa di fagioli neri, del pane cubano caldo con la crosta friabile, in Florida non c’è niente che possa eguagliare la gemma dei ristoranti spagnoli, a Tampa, con i suoi 1.700 posti a sedere”.
Inizia così un articolo che il popolare quotidiano statunitense The Ledger, dedica a una vera e propria istituzione della cucina locale, il «Columbia Restaurant». Alla cui costruzione, prosegue il giornale, nei primi decenni del secolo scorso “ha contribuito un giovane ingegnere e architetto italiano, originario della città di Rimini. Un certo Ivo De Minicis”.

La vita
Incuriositi, ci siamo messi alla ricerca di notizie sul nostro concittadino. E così abbiamo scoperto che Ivo Alberto De Minicis nasce a Santa Giustina l’11 giugno del 1897. Gli archivi dello stato civile ci dicono che è figlio di Ettore De Minicis e di Elvira Olivieri. Il padre, originario di Falerone, in provincia di Fermo, ha studiato Medicina all’Università di Bologna e si è trasferito a Rimini dove ha operato in qualità di medico-chirurgo ospedaliero, con una discreta fama, visto che alcuni suoi studi sono citati da riviste mediche specializzate italiane e non solo. La madre, invece, era massaia. Ivo ha anche un fratello minore, Dino, che, ci dicono i documenti ha proseguito sulle orme paterne. Ivo, invece, frequenta sempre l’università a Bologna ma studia Scienze matematiche, fisiche e naturali, poi si iscrive a Ingegneria che terminerà nel 1921, il giorno dell’Immacolata. A fargli conseguire la laurea con qualche anno di ritardo è la Prima Guerra Mondiale, che vedrà lui e il fratello impegnati sul fronte: capitano in Marina, lui; tenente in Aeronautica, Dino.

Il viaggio in America
Tre anni dopo, nel 1924, arriva a Ellis Island, a New York, a bordo della nave «Colombo», salpata da Genova. Attende il via libera per iniziare speranzoso una nuova vita in America. Ha 26 anni ed è ancora celibe. A casa in Italia, in via Oberdan, al civico 9, resta ad aspettare con trepidazione sue notizie la madre Elvira. Il padre è morto 7 anni prima, non ancora sessantenne. Il 4 febbraio 1928 il Tampa Times, quotidiano della Florida, lo menziona in un articolo dedicato a un concerto d’opera del gruppo lirico «Thalians». De Minicis è uno dei cantanti. Quella di Ivo per la musica è una vera e propria passione. L’opera italiana sta vivendo uno dei suoi momenti d’oro negli Usa e il nostro concittadino, dotato di una bella voce da tenore e facilitato certamente dall’essere italiano madrelingua, spicca con facilità sul palcoscenico, arrivando a conoscere molte importanti personalità locali. Passano solo pochi mesi, ed ecco che, nell’aprile dello stesso anno, viene eletto vice presidente del Club dei Cori cittadini: “Una splendida aggiunta ai circoli musicali già presenti in città”. È qui, che dopo solo un mese, fa la conoscenza della signora Cheatham, che tanta parte avrà nel resto della sua vita. Lei in realtà si chiama Carmelina Lucido, è un’italo-americana di seconda generazione ed è una promettente cantante lirica. Brava. E molto bella. Ivo non pensa di certo solo all’amore. Troppi gli sforzi e i sacrifici fatti per arrivare in America. Sacrifici che iniziano a venire ripagati. Un suo progetto viene scelto Municipio di Tampa per la costruzione di un palazzo dedicato a ospitare numerosi circoli e club cittadini. Sicuramente una bella soddisfazione vedere apparire il proprio disegno sulla stampa locale, che elogia “l’Architetto DeMinicis, della Reale Università di Ingegneria di Bologna”. Prosegue, parallelamente, anche la carriera musicale, con alcune sue esibizioni di gruppo mandate in onda dalle radio statali WFLA14 e WDAE15.

Amore, lavoro, musica
Carmelina, ottenuto il divorzio dal precedente marito, torna a dedicarsi alla lirica, aiutata da Ivo, che spesso e volentieri realizza le scene degli spettacoli che la vedono protagonista, giudicate dalla critica delle vere e proprie “opere d’arte”. Queste sue opere convincono talmente tanto che nel 1935 riceve il compito di realizzare gli spazi de «La Verbena», uno dei più apprezzati festival spagnoli della città, con festeggiamenti a cui partecipano decine di migliaia di persone. Una commissione che gli porterà fama e prestigio. Il 14 marzo del 1936, forte della sicurezza di una notorietà in rapidissima ascesa, 8 anni dopo il loro primo incontro, decide di fare di Carmelina la signora De Minicis.

Quante opere!
Da quel momento in poi la vita di entrambi cambia e vira verso gli impegni della maturità. Dopo una breve luna di miele, Carmelina si dedica anima e corpo all’impegno sociale e all’insegnamento della musica, Ivo, invece, si getta a capofitto nel mondo del lavoro, scalando i ranghi di numerose commissioni e firmando innumerevoli progetti in tutto lo stato della Florida: ospedali, banche, scuole, chiese, ristoranti, parcheggi. Gli anni della Seconda Guerra Mondiale rappresentano uno dei momenti meno brillanti nella vita e nella carriera del nostro concittadino. A parte la realizzazione del campo da basket della città, il lavoro è poco. Come molte altre persone di origine italiana, anche a lui probabilmente vengono imposte numerose restrizioni sia di movimento sia in ambito lavorativo da parte del Governo statunitense. Il suo nome comparirà tra quelli presenti nel rapporto che il Congresso USA ha reso pubblico nel 2001, per scusarsi del trattamento riservato agli Italiani d’America durante il periodo bellico. È forse proprio per cercare di dirimere ogni potenziale dubbio sulla sua persona che nel 1942 decide di arruolarsi, pur mancandogli solo pochi mesi al raggiungimento dell’età per il congedo. È il giorno di San Valentino e dalla sua scheda militare sappiamo qualcosa di più su di lui: è alto 1 metro e 75 centimetri, ha i capelli neri e gli occhi castani. L’anno seguente, per lo stesso motivo, rilascia a un quotidiano la sua unica intervista in nostro possesso, nella quale si dichiara certo del fatto che “gli Italiani si rivolteranno contro i nazisti perché hanno finalmente trovato, dopo anni di amarezza e disappunto, una causa per cui combattere”. Ricorda gli anni dell’Università a Bologna, l’accademia per ufficiali della Marina a Livorno e le molte missioni a fianco delle truppe amiche, britanniche e americane. La guerra finalmente termina. Riparte la vita di tutti i giorni e con lei, per fortuna, riparte alla grande anche la sua carriera da architetto, come dimostrano i moltissimi progetti realizzati nei due decenni successivi (impossibile elencarli tutti) e i frequenti viaggi in Europa, indice del raggiungimento di una notevole agiatezza economica. Nel 1947, in particolare, annuncia ai giornali che lui e la moglie torneranno in Italia per visitare la famiglia, che non vede da anni. Lo stesso farà nel 1953 quando, sempre insieme a Carmelina, si imbarcherà sul transatlantico «Andrea Doria» per una crociera che li porterà a visitare Austria, Germania, Francia, Svizzera, e Inghilterra. E, ovviamente, l’Italia, “dove intende fare visita al fratello Dino, dottore a Rimini”.

La morte a Rimini
È durante uno di questi viaggi che, per un curioso ricorso del destino, il 14 luglio 1960, a Rimini, terminerà la sua vita. Ce lo raccontano i giornali dell’epoca: “Il 63enne Ivo De Minicis, famoso architetto e mecenate di Tampa, è morto nella giornata di ieri, nel corso di un’operazione chirurgica in Italia. Residente di Tampa da circa 40 anni, il signor De Minicis era in vacanza con la moglie in Europa, dove avevano programmato di restare sino al mese di ottobre. Si è ammalato mentre visitava la Grecia ed è tornato in Italia, di cui era originario, per operarsi. De Minicis si trovava a Rimini, dove era nato il 12 giugno del 1897. Architetto molto noto dello studio De Minicis-Patterson, ha progettato la nuova stazione della polizia di Tampa e l’auditorium cittadino, nonché costruito il Columbia Restaurant, L’Accademia dei Sacri Nomi, la Scuola Cattolica di San Giuseppe, la Banca Centrale, la Banca Internazionale, e molti altri edifici, non solo a Tampa, ma in tutta la Florida. Ben conosciuto nei circoli musicali, il signor De Minicis era membro dell’Associazione Musicale Civica, presidente della Società Teatrale di Tampa, e dirigente dell’Associazione Sinfonica. Era anche membro del Club degli Italiani, e devoto della Parrocchia Cattolica del Sacro Cuore. Aveva combattuto nella Prima Guerra Mondiale, in Marina. Lascia la vedova, la signora Carmelina Lucido De Minicis, un figlio e due nipoti”.
Fabio Parri