Rifiuti: brutti, sporchi ma riciclati

    6900 lattine per bevande e un coperchio formato da 100 coperchi per lattine. Con una “ferraglia” del genere, quella realizzata dall’associazione di volontariato “Vita per la Vita” di Boccaglio (Brescia) è la più grande caffettiera realizzata con materiale da riciclo. Quanta nera bevanda potrà mai versare una simile “napoletana” alta 2.8 metri?
    Due milioni e 600mila barattoli da 50 gr., non sono solo una montagna di acciaio: opportunamente trattati, restituiscono 1 km di binario ferroviario. Evitando di tagliarsi, 350 gr. di rottame di vetro diventano una bottiglia per il vino, mentre 19mila barattoli per conserve possono dar vita ad un’automobile.
    Piccone e carrello per la spesa in acciaio, l’enorme letto di plastica per bovini (4 mq per 120 kg), cerchioni per automobili e sedie in alluminio recuperato, la grande sedia in cartone riciclato.
    Oggetti del genere dimostrano come oggi lo scarto non esiste, e tutto (o quasi) può tornare in vita ed essere utile una, dieci, cento volte. All’ambiente e all’uomo. Una vetrina importante del riciclo in quanto risorsa è rappresentata da Ecomondo, la fiera internazionale che a Rimini mette in mostra un nuovo modo di pensare, progettare e produrre, riducendo al massimo l’impiego di risorse naturali, materie prime ed energia, e valorizzando spesso al massimo le persone, anche quelle più svantaggiate. E quando il riciclo incontra il sociale, i risultati possono diventare grandi. Spesso queste tematiche viaggiano di pari passo. Chiedere a Valerio, Antonio e Francesco, dipendenti della New Horizon, la cooperativa che da una dozzina d’anni opera nel primo centro ambiente del riminese, a Villa Verucchio, dove separano la carta a destra, il legno a sinistra, e le pile nell’apposito tubo contenitore.
    Oppure seguire Il Solco di Savignano, la cooperativa sociale che bussa, chiede, ottiene carta, vetro, ferro, plastica: “lavorano e socializzano, e sono trattati anche a libro paga come i normodotati” assicura il presidente Gianfranco Gasperoni. Savino ha un handicap psicofisico ma è un dipendente della prima ora: imballa, pressa e vende alle cartiere, oppure prepara le cassette della frutta macinate alle aziende che le trasformano in bancali. Purtroppo la crisi delle materie prime nell’ultimo mese ha fatto colare a picco il fatturato de Il Solco. “Non è la prima volta, speriamo di riprenderci” fa buon viso a cattivo gioco Gasperoni.
    L’industria del riciclo è una vera e propria “industria nell’industria”, capace di raddoppiare in dieci anni il recupero di materiali e aumentare in un lustro gli occupati del 47%. “Il sistema del recupero-riciclo – spiega Duccio Bianchi, direttore dell’istituto di ricerche di Ambiente Italia – ha dato vita a un vero e proprio comparto industriale avanzato, in grado di coniugare le esigenze della tutela con quelle dello sviluppo”. L’industria del riciclo nel 2007 è cresciuta a un ritmo pari al 17.2% in netta controtendenza rispetto agli altri comparti.
    A Ecomondo, è stata escogitata una soluzione nuova e originale: i punti sosta Ecofatto, aree relax suddivise per tipologia di materiale e dislocate in alcuni angoli della Fiera, a disposizione degli operatori per brevi incontri o soltanto per rilassarsi. E il parco giochi di oltre 40 mq, con prodotti tutti riciclati? “Un vero e proprio percorso verde – assicura l’assessore all’Ambiente di Rimini, Andrea Zanzini – dove il sostenibile assume un significato nuovo, quotidiano, e la gente può toccare con mano i prodotti realizzati con materiali riciclati”.
    Resta il problema dell’auto arrivata al capolinea. Il cliente dal primo gennaio 2007 è esente da costi per il ritiro del veicolo, ma dove mettere i resti del milione e mezzo di automobili che ogni anno giungono a fine vita? La proposta italiana, presentata proprio a Rimini, è innovativa: si tratta infatti del più avanzato esempio in Europa in cui tutti gli attori coinvolti nella filiera industriale, accettano di rimboccarsi le maniche per trasformare questo enorme quantitativo di rifiuti in una miniera di materie da riutilizzare. Dalla più grande industria automobilistica nazionale alla più piccola impresa familiare di demolizione, tutti lavoreranno in modo integrato per ottenere il risultato sperato: coinvolte 1600 aziende di demolizione, 350 aziende per la rottamazione e 30 aziende per la frantumazione. Il problema maggiore riguarda il car fluff: questo rifiuto non metallico (miscela di plastica, vernici, oli e carbone) che costituisce il 30% del peso del veicolo, attualmente è difficile da smaltire in discarica. Da qui l’idea di Luciano Morselli, direttore scientifico di Ecomondo, di realizzare tre differenti impianti pilota e il processo di piro-gassificazione. Anche le auto a fine vita, insomma, possono ancora far correre l’industria e l’ambiente.

    Patrizio Placuzzi