Home Attualita “Riciclaggio: c’è troppa omertà!”

“Riciclaggio: c’è troppa omertà!”

Tutti ne parlano, ma nessuno denuncia. “Il riciclaggio impoverisce tutti. Fermiamolo!”, ha gridato l’associazione «Ilaria Alpi» durante l’incontro organizzato con la Provincia di Rimini, che ha coinvolto banche, commercialisti e albergatori. I sospetti d’infiltrazioni criminali di stampo mafioso nel settore economico della riviera, ed in particolare in quello turistico, ci sono. Lo raccontano gli albergatori nella video-inchiesta 3 stelle in contanti presentata alla serata. Hotel di nuova acquisizione che fanno prezzi stracciati; nuovi proprietari, spesso del sud, che dopo un mese di attività girano già con grosse auto: “è impossibile arricchirsi così in fretta”, dice un’albergatrice che ricorda gli sforzi dei genitori. Sarà forse che questi forestieri dispongano già d’ingenti somme provenienti da affari illeciti e che necessitano di essere “ripulite” tramite attività lecite?

Rimini si presta molto bene al riciclaggio. Quaranta chilometri di riviera; tanti locali notturni; centinaia di alberghi, bar e ristoranti dove ripulire il denaro sporco; manovalanza a iosa (20mila addetti); San Marino alle spalle; albergatori alla gogna coi prezzi ribassati e una crisi economica che semina una scia di strutture sfitte. Il gruppo antimafia GAP ha ricordato: “sono stati intercettati mafiosi all’interno dell’operazione Mirror: andavano in giro per Rimini e dicevano veniamo qui a riciclare ogni volta che passavano di fronte ad un albergo con l’insegna affittasi”. Aspra la critica all’assessore regionale al Turismo e Commercio, Maurizio Melucci: intervistato nel servizio, non riconosce la presenza di simili attività nella zona.
“È un’indagine complessa, quella per il riciclaggio – rivela Giangaetano Bellavia, commercialista milanese e consulente di molte Procure per il reato di riciclaggio – la normativa di contrasto si basa sul sospetto. Le indagini non partono da sole; qualcuno, commercialisti-banche-associazioni di categoria, deve segnalarlo alla Banca d’Italia che attiva la Guardia di Finanza per accertamenti più incisivi. Se il sospetto permane, si passa alla magistratura”. Un solo dubbio: ma è davvero sentito questo problema qui?

Gli albergatori tacciono. Sono loro i primi da cui ci si aspetta un fronte compatto di denuncia con situazioni sospette, dato che un’economia del turismo insalubre danneggia innanzitutto i loro affari. L’Associazione Albergatori, presente alla serata, ha confessato: “è sotto gli occhi di tutti che ci siano cambi di gestione e che molti meridionali vengono su a comprare alberghi. Ma è molto difficile parlare tra colleghi; forse perché gli italiani sono invidiosi di natura”.

Dove sono i commercialisti? Secondo la legge 231/2007 un ruolo decisivo nell’individuazione degli illeciti dev’essere svolto dai professionisti e dagli operatori finanziari tramite le segnalazioni alle autorità. Ma è davvero così facile per un commercialista denunciare un cliente? “C’è sempre una banca o un professionista che assiste l’attività criminosa di riciclaggio – ha continuato Bellavia – è impossibile che i commercialisti non se ne accorgano”. Ma il presidente dell’Ordine di Rimini, Bruno Piccioni, sottolinea che “le segnalazioni di operazioni sospette da parte dei nostri soci sono state nell’ultimo anno 2 o 3”, a fronte di 700 commercialisti.

E le banche? “Operatori finanziari e bancari devono comprendere che il fenomeno è talmente pericoloso che danneggia tutti, e quindi devono collaborare”, è la tesi del pm Roberto Pellicano presente all’incontro, il quale ha ricordato la natura imprenditoriale delle banche. “Questi stessi collaboratori sono degli imprenditori. È complesso chiedere loro di denunciare quello che magari è il miglior cliente e, quindi, di rinunciare al profitto”.
Altra nota dolente: il territorio vede circolare molte banconote da 500 euro, ovvero “l’indicatore primario del riciclaggio” secondo Bellavia, il quale ha domandato ad un rappresentante BCC della zona: “Sono state aperte relazioni bancarie da molti imprenditori del sud? Se imprenditori del sud hanno avviato qua delle attività, ma non hanno aperto dei conti in banca, ci può essere un problema di riciclaggio”. Senza dimenticare San Marino e la difficoltà di vedere i bilanci.
“Evasione e lavoro nero: su questi due presupposti è cresciuta l’economia di Rimini”. Non ha peli sulla lingua Graziano Urbinati, segretario generale della Cgil, che ha ribadito con forza: “il modello di Rimini è nato nell’illegalità e ha annichilito gli imprenditori di prima generazione: gli albergatori”. Questi, secondo un agente immobiliare intervistato nella video-inchiesta, non dichiarano il 40% dei guadagni. “Sono diminuiti gli spazi di manovra per fare il nero – hanno assicurato gli albergatori – molti clienti prenotano online, pagando con carte di credito”. E riguardo al riciclaggio che si nasconde dietro ai prezzi bassi: “non è facile individuarlo, perché non c’è più il listino fisso; con Groupon e le varie offerte è complicato capire se qualcuno fa prezzi stracciati per abitudine o perché ha bisogno di riciclare denaro”.

Quale ricetta?“Gli allarmi ci sono, ma manca la concretezza”. Questo il riassunto della serata. Dunque, che fare? Monitorare i passaggi di proprietà di alberghi e locali turistici. Incentivare la crescita economica del settore, evitando l’autodistruzione dei prezzi ribassati e combattendo il nero. E soprattutto, per quanto riguarda associazioni di categoria, banche e professionisti: denunciare, denunciare, denunciare. Per non guardare solo all’oggi, ma anche al domani.

Mirco Paganelli