Home Provincia Quelli della Simir 35 anni dopo

Quelli della Simir 35 anni dopo

Trentacinque anni. Tanti ne sono passati da quando un manipolo di ragazzotti della Simir Calcio di Savignano, vinsero il torneo Arci Uisp.

Era il 28 maggio 1977. Un avvenimento eccezionale per quei giorni visto che la finalissima venne giocata alla “Fiorita” di Cesena. Oggi, dopo sette lustri, quei ragazzotti si sono ritrovati. Paolo Ansaloni, Giorgio Bastoni, Pierluigi Magnani, Luciano Della Pasqua, Roberto Mascitti, Alfredo Tagliavini, Maurizio De Cesari, Giampaolo Ricci, Alessandro Foschi, Paolo Baldini, Manuel Galassi, Sergio Bellavista, Edo Ottaviani e Maurizio Pazzaglia si sono dati appuntamento all’osteria “Sottomarinogiallo” di Savignano dove è stato proiettato un filmato realizzato da Alberto Casadei. Oltre alla formazione che vinse il torneo Arci Uisp 1977, fecero parte della Simir Calcio Savignano diverse decine di altri giocatori in quanto la squadra, che venne fondata nel 1969, terminò la sua avventura alla fine degli anni ‘80, dopo circa 20 anni di tornei, incontri, scontri, polemiche nel bar dell’Acli di Savignano. Ma alla fine, come hanno sottolineato tutti, prevaleva il buonsenso. Alla serata, oltre ai calciatori di quella mitica vittoria, ne sono intervenuti altri: Marco Amati (oggi vicepresidente del Rimini), Gianfranco Beaulardi, Marzio Calisesi, Giovanni Dalmo, Stefano Della Pasqua, Ettore Faedi, Marco Melandri, Roberto Renzi e Adriano Rossi.

Ma la serata è stata incentrata sulla quella mitica partita allo stadio di Cesena. Bellissimo il ricordo di Alfredo Tagliavini. “Percorrere il tunnel degli spogliatoi che ti porta sul prato e sentire il tacchettio delle scarpe, è un’immagine incancellabile. Per una partita ci siamo sentiti calciatori professionisti”. Ha ribadito Alessandro Foschi: “nella vita ti possono portare via tutto ma non i ricordi. Io giocai quella partita pur essendo militare. Mio babbo mi spedì un certificato medico di uno specialista dove si attestava che mi sarei dovuto sottoporre a una visita. Così mi mandarono a casa e il mio ambulatorio medico fu La Fiorita”.

Ermanno Pasolini