Quelle “onde” che spaventano

    Siamo circondati. In casa o al parco, in un locale o sul posto di lavoro, poco cambia, i campi elettromagnetici sono ovunque intorno a noi. L’elettromagnetismo, argomento della scorsa puntata della trasmissione “Diritto e Rovescio, dalla parte dei consumatori” (ogni domenica alle 20.15 su IcaroTv), di per sé non dovrebbe però causare particolari allarmismi appunto perché il mondo ne è interamente permeato.
    “C’è quello naturale – ha spiegato il presidente dell’Ordine dei Medici di Rimini, Maurizio Grossi – legato a fatti atmosferici o raggi cosmici ma c’è anche l’elettromagnetismo generato dall’uomo. Le fonti sono i conduttori di elettricità, dagli elettrodotti ai semplici fili elettrici, ma anche tutti gli strumenti che lavorano senza fili, dai radiocomandi ai cellulari, dal wireless alle antenne”.
    Spiegato di cosa si tratta, diventa più complicato capire se esistano effetti nocivi per le persone.
    “È dagli anni Trenta che l’uomo si chiede se i campi elettromagnetici abbiano effetti negativi – ha detto ancora il dottor Grossi – e a tutt’oggi non c’è un’opinione condivisa in proposito. Se infatti è acclarata la dannosità dei raggi X e di quelli Gamma, non esistono prove scientifiche certe sulle onde elettromagnetiche. Come Ordine dei Medici ci sentiamo però di raccomandare il rispetto del principio di precauzione, ovvero riteniamo necessario cercare in tutti modi di ridurre le emissioni. Infatti se è vero che non ci sono prove di pericolosità, manca anche la certezza di innocuità”.

    Cosa dice la Legge
    Ma la Legge italiana cosa dice a questo proposito? Le normative in questo ambito sono tra le più avanzate d’Europa.
    “L’Italia ha col tempo adeguato i limiti – ha confermato il direttore provinciale dell’Arpa, Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, Mauro Stambazzi – in modo particolare sulle basse frequenze (elettrodotti, cabine di trasformazione, ecc.) per recepire il principio di precauzione”.
    Proprio per le basse frequenze si ritiene che effetti acuti sulle persone (perlopiù percezioni sgradevoli, non necessariamente danni fisici) si possano avere superando il limite di 100 microtesla.
    “L’attuale normativa – ha spiegato Stambazzi – prevede per i nuovi edifici il limite di 3 microtesla, mentre per quelli già esistenti si deve tendere a 10 microtesla. Naturalmente si parla di ambienti a permanenza prolungata, ossia oltre le 4 ore”.
    Ci sono, però, anche dei distinguo.
    “Bisogna riconoscere che la normativa italiana è avanzata – ha motivato il professor Fausto Bersani di Federconsumatori – ma alcune analisi epidemiologiche indicano soglie più cautelative”.

    Elettromagnetismo indoor
    Possono essere molteplici le fonti di onde elettromagnetiche: gli elettrodotti, le cabine di trasformazione, le antenne radio-tv, le stazioni radio-base per la telefonia cellulare. Queste ultime sono tra le più diffuse (è frequente ad esempio vedere ripetitori sui tetti dei palazzi) e proprio questo proliferare ha diminuito i livelli di picco elettromagnetico. C’è forse allora da fare più attenzione al cosiddetto elettromagnetismo indoor. “Da quando Arpa si è costituita 15 anni fa – ha spiegato il direttore provinciale Stambazzi – le richieste da parte dei cittadini per effettuare rilevamenti dei livelli di elettromagnetismo sono passate da un centinaio all’anno a circa 40. E questo è un dato positivo. Negli ultimi anni sono cresciute però le richieste di controlli all’interno delle abitazioni”.
    Qualche tempo fa Federconsumatori ha realizzato un volantino con alcune indicazioni relative proprio ai più comuni elettrodomestici. Ad esempio viene sconsigliato l’uso dei cosiddetti “babyphone”, la coperta elettrica va bene ma la spina va staccata prima di coricarsi e soprattutto occhio alle distanze: radiosveglia, PC, forno a microonde, tv, ecc… devono stare ad oltre un metro. Ovviamente, se si trovano in posti dove si trascorre molto tempo. Ma tra gli elettrodomestici a rischio ci sono anche gli insospettabili.
    “Tutti vogliamo bene all’ambiente – ha sottolinato il professor Bersani – ma non consiglierei di lavorare o studiare per ore accanto ad una lampada a basso consumo. Una ricerca realizzata dall’Università di Urbino ha verificato, infatti, che queste lampade emettono anche nell’alta frequenza con radiazioni che vanno da diversi kilohertz fino ai megahertz. Sicuramente non sono adatte come lampade da tavolo”.
    Dagli insospettabili ai “soliti sospetti”, i telefonini. “Una recente sentenza della Corte d’Appello di Brescia – continua il professor Bersani – ha riconosciuto un’invalidità dell’80% ad un dipendente Inail per un neurinoma del trigemino dovuto all’uso di cellulare e cordless per diverse ore al giorno, per più di 10 anni. Ci sono ricerche che hanno accertato come i telefonini non emanino solo microonde ma anche basse frequenze con valori di picco prossimi a quelli che si registrano vicino agli elettrodotti”.
    Il consiglio, allora, è quello di utilizzare i cellulari con moderazione. Raccomandazione che vale in modo particolare per bambini e ragazzini.

    Antenne Radio-Tv
    Dai telefonini ai televisori, o meglio ai ripetitori radio-tv. La provincia a fine 2008 ha adottato, dopo un iter partito nel 2001, il Piano di localizzazione delle emittenze radiotelevisive, strumento che i Comuni sono chiamati ora a recepire. Nel riminese sono due i siti maggiormente esposti: Covignano e Montescudo.
    “Noi ci stiamo impegnando per la razionalizzazione e la messa in sicurezza degli impianti – ha detto proprio il sindaco di Montescudo, Ruggero Gozzi – il 23 marzo ci sarà un incontro importante con i tecnici e il Ministero delle comunicazioni nel quale presenteremo lo studio realizzato col contributo di Arpa e Federconsumatori”.
    Presto quindi si dovrebbe effettuare una vera e propria bonifica dell’area, la cima del cosiddetto Monte della Croce, dove insistono diversi impianti e si registrano spesso valori elevati.
    “Non però – ha rassicurato il sindaco – in prossimità di abitazioni”.
    Insomma, prevenire è meglio che curare.

    Andrea Polazzi