Home Attualita Quei turisti sui… banchi: Rimini fa scuola

Quei turisti sui… banchi: Rimini fa scuola

Panagoula sta seguendo le ultime vicissitudini del suo Paese, la Grecia, all’ombra dell’Arco d’Augusto, dove da maggio studia l’italiano in attesa di completare gli studi al Dipartimento di Educazione dell’Università di Patrasso e poter diventare, un giorno, professore universitario. Maria, 26 anni, di Granada (Spagna), si è presa un periodo di vacanza-studio in Romagna di tre settimane dopo la laurea in Veterinaria. “Per me è la prima volta a Rimini” ci racconta in un italiano quasi perfetto mentre riprende il suo posto in aula dopo la pausa-caffè di metà mattinata. Accanto a lei troviamo Lewka, slovacca, studentessa in Lingue, e Ramona, arrivata dalla Svizzera (Zurigo) dove a differenza delle sue nuove compagne di classe lavora già, come estetista: a dispetto della giovane età (21 anni), ogni estate, da ormai sette anni, sceglie la Riviera per migliorare la conoscenza della lingua e cultura italiana perché il padre, ci dice, “pur essendo originario del vostro Paese, non me le ha mai insegnate”. Non è tutto: Ramona sogna addirittura di trasferirsi in Italia e a Rimini perché a dispetto di tutte le notizie sulla crisi e le sfavorevoli condizioni lavorative per i giovani in Italia, qui ha trovato l’amore e – si sa – al cuor non si comanda.
Sono una piccola Babele i corridoi della Rimini Academy, dove anche quest’estate studenti delle scuole superiori e delle Università di tutta Europa arrivano per imparare o perfezionare la lingua italiana per un periodo che va da due settimane fino anche a qualche mese, come nel caso della giovane laureanda greca che abbiamo incontrato. In questo periodo le aule di via Tonti, a pochi passi dal Campus universitario riminese, ospitano complessivamente una trentina di questi ragazzi (quasi tutte donne) suddivisi in corsi di diverso livello dove all’ABC della lingua di Dante si affiancano visite guidate ai tesori del centro storico, alla vicina San Marino, alle bellezze dell’entroterra e alle città d’arte più vicine.

Gli studenti che accogliamo– spiega la direttrice, Maria Grazia Foschi – sono molto interessati a tutti gli aspetti culturali tipici del territorio, dall’arte alla cucina (con tanto di corsi di piadina e tagliatelle organizzati per l’occasione, ndr.) e alla fine lasciano Rimini con l’idea di una città completa”. Non solo mare e spiaggia, insomma. Molti sono anche i ritorni. Ne sa qualcosa anche la signora Anna Cantarelli, infermiera in pensione, che da dieci anni insieme al marito apre le porte della sua villetta a due passi dal Parco Cervi per ospitare alcuni di questi studenti. Con due figli ormai grandi e sistemati la casa era troppo grande, e così… “Abbiamo tenuto con noi ragazzi e ragazze di tutte le nazionalità, anche da Cina e Giappone. C’è da piangere quando se ne vanno via”.
Lasciamo via Tonti per raggiungere il Palazzo dei Tre Re, in Corso d’Augusto, dove ha sede un’altra rinomata scuola di italiano per stranieri, la Tiberius International. “Siamo aperti tutto l’anno ma è in estate che raggiungiamo l’affluenza maggiore da parte degli studenti delle superiori e degli universitari” racconta Donatella Donati, coordinatrice dei corsi e delle attività insieme a Monica Golfieri. “Negli ultimi anni, in particolare, nonostante la nostra scuola li organizzi fin dal primo anno, il 1994– prosegue Donati – stanno avendo molto successo le settimane italiane a tema rivolte a gruppi di adulti dai 30 agli 80 anni, specialmente pensionati che alla ’solita’ vacanza in Italia preferiscono un soggiorno immerso nella cultura del nostro Paese con un corso abbinato di lingua. Arrivano da tutta Europa, Stati Uniti e Giappone. I periodi più gettonati sono quelli di bassa stagione: per settembre abbiamo già richieste da cinque-sei gruppi di 15 persone ciascuno”. Per questi speciali “turisti” non mancherà una visita in una delle tante aziende vitivinicole delle colline riminesi per scoprire da vicino i segreti della vendemmia. In cattedra, anche la Rimini di Fellini e di Sigismondo, le città d’arte, i borghi dei Malatesta e Montefeltro e l’entroterra “che nulla ha da invidiare alla Toscana”. Perché la Tiberius ha anche una missione culturale prima ancora che accademica: “Da sempre abbiamo voluto far conoscere la Rimini meno nota a livello internazionale – conclude la coordinatrice -: non quella delle spiagge e delle discoteche, ma la Rimini dei musei, dell’arte e delle colline. Tanti studenti che passano per la nostra scuola ci confessano che non avrebbero mai pensato che la nostra città avesse anche un centro storico!”.

Alessandra Leardini