Del problema abbiamo già parlato più volte ma poiché nessuno pare in grado di risolverlo, o quanto meno intenzionato, mi son messo a fare due conti su quanto ci costi la persecuzione dei call center. Mettiamo che per rispondere a una chiamata (non tutti possono permettersi di rifiutare i numeri sconosciuti), avere la conferma che è un call center, liquidare la centralinista o proferire insulti più pesanti se è una voce registrata, bloccare il numero come spam, ci vogliono almeno dieci secondi. Per tre volte al giorno, quando va bene, sono trenta secondi. Sperando di essere lasciati in pace almeno le domeniche, contiamo trecento giorni.
Risultato stimato: in un anno due ore e mezzo perse. Senza contare poi che per contattare chi non ci ha in rubrica è necessario presentarsi prima per messaggio, altrimenti c’è il rischio che mettano nello spam pure noi. E senza contare la questione di chi poi ci sia dietro questi call center poco trasparenti. E senza contare, dimenticavo, le conseguenze sul fegato. Trovo infine un dato per cui un’ora di lavoro vale in termini di Pil (Prodotto Interno Lordo) 46 euro. Stime non scientifiche ma combattere con i call center potrebbe voler dire bruciare assai più di cento euro l’anno a persona. L’unico aspetto positivo, con l’ossessione dei call center trovo meno fastidiose le zanzare d’estate.